Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Di buon grado, Con tutto il cuore, Di buona voglia - Fa di buon grado chi non si fa troppo pregare, e chi è già propenso alla cosa o capisce che ragion vuole che si faccia. - Fa di buona voglia chi lavora con animo e con una certa soddisfazione. - Fa di buon cuore chi mette nell'opera quell'amore, quell'affetto che ne raddoppia il merito. - «Portate di buon animo le croci che sono retaggio della misera umanità. - Fate di buona voglia il vostro dovere, e con tutto il cuore quel poco di bene che vi riesce di fare.» [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Essere a cuore, Star a cuore, Aver nel cuore - È a cuore cosa o persona per la quale si prende vivo ed efficace interessamento. Sta nel cuore acerba puntura, o dolce ricordo; si ha in cuore ciò di che si serba viva memoria. Non può dirsi che sia a cuore cosa che si trasanda; non ci sta nel cuore atto o fisonomia di persona indifferente; non si ha in cuore che ciò che ci tocca più intimamente; ond'è che sempre è l'egoismo o l'amore di sè che parla più distintamente nel cuore dell'uomo. [immagine] |
Bastar l’animo, Dar l’animo, Dettare il cuore, Soffrire il cuore, Bastar la fronte - «Se vi basta l'animo, è sfida fatta all'altrui forza, se vi dà l'animo, all'altrui coraggio. Provate, dirà l'innocente accusato all'avversario, provate, si vi basta l'animo, ch'io abbia commessa un'azione sì vile. E rivolto a' giudici soggiungerà: condannate, se vi dà l'animo, un innocente sopra simili accuse». Tommaseo.
All'istesso modo, lasciar fare, o fare come detta il cuore, è un affidarsi all'altrui, o alla propria giustizia; se vi soffre il cuore, è un appello all'altrui compassione; e se vi basta la fronte, è sfidare o voler mettere alla prova l'altrui audacia. [immagine] |
Avere in cuore, Avere a cuore - Il primo vale avere scolpita in cuore o anche in mente una cosa a segno da sentirne qualche effetto, e da non dimenticarla: il secondo vale darsi briga onde riesca a bene, o la sola promessa di darsela; un protettore dice: ho a cuore il vostro affare; si ha in cuore un'offesa o un beneficio. [immagine] |
Di buon grado, Di buon cuore, Di buona voglia - Fa di buon grado chi non si fa troppo pregare, e chi è già propenso alla cosa, o capisce che ragion vuole che si faccia. Fa di buona voglia chi lavora con animo e con una certa soddisfazione. Fa di buon cuore chi mette nell'opera quell'amore, quell'affetto che ne addoppia il merito. Portate di buon animo le croci che sono retaggio della misera umanità; fate di buona voglia il vostro dovere, e di buon cuore quel poco bene che vi riesce di fare. [immagine] |
Anima, Animo, Spirito, Cuore, Mente - Anima è propriamente quello spirito che Dio infuse nell’uomo. Anima delle bestie, delle piante, del mondo, sono presupposti filosofici, finora molto contrastati. Animo è più particolarmente la facoltà volitiva dell’anima, e s’ha talvolta per coraggio, fermezza di volere, ardore nell’intraprendere e costanza nell’eseguire. Spirito si dice assolutamente ciò che non ha corpo: Dio è spirito, l’anima è spirito, così gli angeli, i demonii. Per estensione metaforica si dicono spiriti certi liquori sottili volatilizzabili e capaci d’infiammarsi, estratti da sostanze più grossolane: spirito di vino, e simili; e poi spiriti vitali; l’animale vitalità. Cuore dice in parte ciò che animo, ma significa più calore pel bene altrui, o, quando manca il potere di farlo, quello di ardentemente desiderarlo e promuoverlo. Cuore si ha eziandio per coraggio. Uomo di cuore, gran cuore, gran buon cuore, bel cuore. Mente è più propriamente la parte intellettuale dell’anima: mente vasta, elevata, ecc. [immagine] |
Coraggio, Valore, Bravura, Ardimento, Cuore, Baldanza, Fermezza, Intrepidezza, Prodezza - Il coraggio è quella fortezza d'animo che non si lascia avvilire nè dalle ironie o altri attacchi indiretti del mondo; avvi un coraggio, dirò così, militare, un coraggio civile, un coraggio morale: è come la base di tutte le dimostrazioni di fortezza e d'ardimento espresse dagli altri vocaboli surregistrati. Valore è assolutamente coraggio militare; ne è il fiore, e la più bella dimostrazione: questo resiste, si difende fortemente, non dà addietro: il valore assale, si precipita contro il pericolo, si fa strada, vuol vincere o morire: un atto, una prova di valore rinfrancò sovente l'animo d'un intero esercito, e gli ridonò la vittoria: il semplice coraggio non fa questi miracoli: le armate repubblicane e imperiali francesi erano composte di soldati coraggiosi e di valorosi capitani: in valoroso sta anche valente, che vale: in questo senso può dirsi che Napoleone fu il più valoroso capitano del secolo. Valente, e così valoroso per una certa metafora si dice anche di chi esercita arti affatto pacifiche; valente scultore, valoroso poeta. La bravura è un coraggio o valore a tutta prova, perchè v'è chi ne fa professione; ma gli è un mestiero che costa caro, poichè conduce talvolta a tai passi in cui la bravura sola non basta, e si paga colla vita quella specie di millanteria; però, l'atto, il colpo di bravura è, più generalmente, affatto personale, perchè al coraggio sembra unire la destrezza: prevenire con un colpo maestro un nemico che già vi sta sopra, è atto di bravura; quasi ogni soldato destro e coraggioso, al ritorno dalla guerra può contarne di sè qualcheduno. Fermo è chi non vacilla; intrepido, chi non si scompone; prode, chi vede con calma giungere il pericolo, e ne riceve l'urto risolutamente; la fermezza è dunque del cuore e del corpo; l'intrepidezza, dell'espressione del volto; la prodezza, un insieme e dell'uno e dell'altro. Siccome prodezze dicevansi le gesta de' prodi paladini e cavalieri, essendo scaduta l'instituzione, anche a cagione del ridicolo, prodezze diconsi ironicamente certi atti di più spiegata follìa, di cocciutaggine o simili: chi ha letto il Don Chisciotte vedrà facilmente ogni giorno nel mondo prodezze consimili a quelle dell'eroe di Cervantes. Ardimento, cuore, baldanza, non sono qualità così direttamente riferibili a valore o coraggio militare. Cuore vale forza morale; ma se vi è chi ha o si fa cuore in circostanze difficili, vi è pure, e non ne è scarso il numero, chi ha cuore a mal fare. Ardimento è l'espressione di questa forza sì nel male che nel bene: v'è chi a costo di grave danno ha l'ardimento di dire la verità, e di farsi il campione degli oppressi; v'è chi ardisce negarla, e conculcare le cose più sante. Baldanza è l'orgoglio e la sufficienza che viene all'uomo dall'idea della propria forza, e bisogna pur dirlo, paragonata all'altrui debolezza vera o supposta. Chi ha cuore s'avanzi, dice il baldanzoso, e pare che l'ardimento gli si accresca mano a mano che vede indietreggiare chi egli ha sfidato. [immagine] |
Garbare, Garbeggiare, Andare, Andare a genio, A verso, A sangue, Piacere, Gustare, Essere di suo gusto, Di suo genio, Dare nel genio, Andare al cuore, All’anima - Il fondamento di tutti questi verbi e locuzioni affini è piacere, perchè esprimono tutte un diverso modo o grado dell'impressione aggradevole che una cosa ci fa. Piace ogni cosa che procura un qualche diletto o soddisfazione. Garba ciò che ha quella grazia e appunto quel certo garbo che ci appaga. Garbeggiare è un po' meno di garbare; è un garbare press'a poco. Per andarci, bisogna che una cosa ci persuada, che ci convenga, altrimenti, per fare che altri faccia, non la ci va: in garbare e garbeggiare può aver parte la simpatia; in andare, molto più il raziocinio. Va a verso cosa che vada secondo i nostri desiderii; ci va a verso cosa che è od entra nel nostro modo di vedere, di pensare. Va a sangue cosa che veramente fa pro e grandemente conferisce. Va a genio cosa che è di nostro gusto: ma la cosa che va a verso è già in atto, s'effettua; ciò che va a sangue pare già siasi effettuato; ciò che va a genio non può, sgraziatamente, molte volte effettuarsi. Gustare non dovrebbe esprimere se non ciò che piace al senso del gusto; ma esprime eziandio altre sensazioni, forse a cagione del suo opposto disgustare, da cui disgusto, che, come vedesi, esprime d'ordinario più dispiacere dell'animo che non mera sensazione corporea: ond'è che diciamo sovente d'un vestito, d'una persona e d'altro «non mi gusta», ed è quasi un dire che sarebbe per noi un disgusto il portare quel vestito, convivere con quella persona: onde ne concludo che gustare esprime più che il semplice piacere. Gustare la musica, la poesia o altra cosa, è intendersene abbastanza per assaporarne le bellezze, per conoscerne e sentirne la maestria; la musica piace in generale a tutti; ma pochi veramente la gustano. Essere di suo gusto dicesi di cosa che soddisfi un gusto anche passaggiero: i gusti, le inclinazioni cambiano coll'andare degli anni; cambiano talvolta da un giorno all'altro; ciò che è di nostro gusto oggi, visto domani con occhio meno appassionato, a sangue freddo, non lo è più. Essere di suo genio è locuzione più nobile; forse perchè esprime più sovente un sentimento, mentre l'essere di suo gusto serve ed esprime più d'ordinario una sensazione. Dare nel genio è piacere a prima vista, è vero effetto di simpatia: dà nel genio una cosa o una persona a prima vista perchè risponde a certe misteriose condizioni delle quali non ci possiamo rendere precisa ragione. Quando dico: «una cosa mi va al cuore», posso soggiungere: e proprio all'anima; ma dicendo che una cosa va all'anima, si tocca il limite di ogni espressione. Cosa che va al cuore, commuove e persuade; poichè se al cuore risponde ogni sentimento, all'anima risponde ogni sentimento ed ogni raziocinio. [immagine] |
Manifestare il cuore suo, Aprire il cuore - Il primo modo vale: dire ciò che ci sta nel cuore; desiderii, timori, affezioni. Il secondo ha, se vuolsi, lo stesso significato, ma in grado minore: si apre il cuore anche manifestando sinceramente un solo de' nostri più segreti pensieri: che se la persona a cui si apre è sagace e scaltra sa vedervi ogni cosa. Aprire il cuore alla gioia, alla speranza ha, come si vede, altro senso: aprire il cuore a un amico è invitarlo a versarvi anch'egli i suoi dolori onde consolarnelo e porgergli aiuto nelle tribolazioni sue. Aprire è però sempre atto più volontario, manifestare è qualche volta involontario e si fa per sorpresa o per ignoranza o anche per impeto di passione. [immagine] |
Di cuore, Cordialmente, Con tutto il cuore, Di suo cuore, Di vero cuore; Uomo di cuore, Uomo di buon cuore - «Di cuore si dice e si fa: cordialmente si dice e s'accoglie. Non si direbbe: ricever di cuore, ma: trattar cordialmente, sì. Non si direbbe: fare una cosa cordialmente, ma di cuore, cioè con affetto e di piena volontà. Cordialmente, insomma, esprime d'ordinario un atto particolare; di cuore, l'abituale affetto. Dire di cuore, vale senza simulazione, con tutta l'anima: dire cordialmente, vale con aria cordiale, aperta. In società pare che molti vi trattino cordialmente, ma di cuore nol fanno. Piangere, diciamo, sospirare, ridere di cuore; non già cordialmente. Con tutto il cuore, come ognun vede, dice più che di cuore. Se non che alcune volte questa seconda frase serve ad esprimere l'amore, l'altra il semplice affetto: e in tal caso la differenza si inverte. L'uomo veramente religioso prega con tutto il cuore ogni bene a' suoi più accaniti e più ingiusti nemici: ma prega di cuore per la persona ch'egli ama d'amore più profondo. Di suo cuore vale di moto proprio; ed è dell'uso; e cordialmente non vi si può sostituire. Di vero cuore esprime il contrario di doppiezza». Tommaseo.
Dopo di aver riferito presso a poco ciò che il Tommaseo disse molto bene sulle sottili differenze esistenti fra questi vocaboli, esporrò qui in epilogo ciò che a mio senso essi valgono. Cordialmente indica quell'affetto sufficiente, la manifestazione del quale è necessaria al sociale commercio. Di cuore esprime un affetto più vero, abbenchè talvolta meno apparente. Di tutto cuore è frase buona a dire, ma falsa in fondo, perchè l'uomo nè odiare, nè amare da per se stesso di tutto cuore può assolutamente. Di vero cuore significa la sincerità dell'affetto. Uomo di buon cuore è quello che è naturalmente inclinato a compatire, a soccorrere, a consolare. Uomo di cuore vale generoso, di cuor grande, coraggioso e forte: quest'ultima appellazione è un elogio completo. [immagine] |
Squarciare, Spezzare, Scoppiare il cuore - Tutti modi esagerati e metaforici ordinariamente; però v'ha una malattia di cuore in cui veramente questo viscere si spezza, ed è chiamata cardioressia. Squarciare però è meno, spezzare è più; scoppiare più ancora, poichè nello squarciare si farà larga e profonda ferita; ma nello spezzare si rompe per poco l'unità della cosa mandandola a pezzi o staccandone qualcuno; nello scoppiare poi come è più violenza, l'effetto dev'essere più funesto ancora: si dice in modo neutro passivo, mi si spezza, mi scoppia il cuore; il primo ha più sovente senso attivo: la vista di così flagrante ingiustizia mi squarcia il cuore. [immagine] |