Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
- Con una brillante combinazione riuscii a dare scacco matto in sole tre mosse: il mio avversario rimase di stucco.
- Siccome aveva dato in escandescenze tutti gli gridarono che era matto da legare.
- Fino a poco tempo fa uno era chiamato matto soltanto perché era una persona stravagante o perché non seguiva le norme di comportamento della società.
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Citazioni da opere letterarie |
Il ventre di Napoli di Matilde Serao (1884): Questa scienza della smorfia è così profonda, così abituale, che per dare del pazzo a qualcuno si dice: è nu vintiroie (ventidue, matto), e crescendo man mano la collera, tutte le ingiurie avendo un numero relativo, si dicono in gergo del lotto. Una donna dà un pugno a un'altra, e le rompe la faccia; davanti al giudice, si scolpa, dicendo: m'ha chiammata sittantotto; il giudice deve prendere la smorfia e vedere a che corrisponde di oltraggioso quel numero.
I galletti del bottajo di Luigi Pirandello (1894): – Sissignore! Non sa dunque nulla? Non sa che mio marito… - E fece un gesto espressivo con la mano. Il povero curato fece, alla sua volta, una faccia lunga due palmi: – Matto, dite? Matto? Come mai! Povero ragazzo! – e batté una mano con l'altra. – E come mai! – Sissignore! Sissignore! – incalzò la donna. – Io non ho più lacrime da piangere in segreto, padre mio! (e intanto piangeva). Quante lacrime, quest'occhi! E se sapesse che sorta di pazzia gli è venuta! Non può veder gli occhi della gente, che subito gli vien voglia di strapparli… sissignore!
Elias Portolu di Grazia Deledda (1928): — .... un matto, ma sono un matto che non fa male a nessuno, e tanto meno a sé stesso. Ho saputo sempre vivere, sono stato allegro, ma prudente. Così, quella volta, ho smesso, ma mi è rimasta l'abitudine, talvolta, di fantasticare. Guarda che bella notte, figliuolo mio. È una di quelle notti che invitano a pensare, a riandare nella propria vita, a pentirsi del mal fatto, a far buoni propositi per l'avvenire. Tu sei intelligente, Elias Portolu, non sei un pastoraccio qualunque, ed hai studiato e sofferto, e puoi capire queste cose. |
Proverbi |
- Chi troppo domanda, ha testa di matto.
- Ne sa più un matto in casa sua che un saggio in casa d'altri.
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Canzoni |
- Cuore matto (Cantata da: Little Tony; Anno 1967)
- Il matto del villaggio (Cantata da: Nicola Di Bari; Anno 1974)
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per matto |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: batto, fatto, gatto, malto, manto, matta, matte, matti, metto, motto, patto, ratto, tatto. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: batta, batte, batti, batté, catta, catte, datti, fatta, fatte, fatti, gatta, gatte, gatti, latta, latte, natta, natte, patta, patte, patti, ratta, ratte, ratti. Con il cambio di doppia si ha: mallo, mappo, masso, mazzo. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: atto. |
Zeppe (e aggiunte) |
Aggiungendo una sola lettera si può avere: matteo. |
Antipodi (con o senza cambio) |
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: botta, cotta, dotta, gotta, lotta, rotta. |
Parole con "matto" |
Iniziano con "matto": mattone, mattoni, mattoide, mattoidi, mattonai, mattonaia, mattonaie, mattonaio, mattonare, mattonata, mattonate, mattonati, mattonato, mattoncini, mattoncino, mattonella, mattonelle, mattonetti, mattonetto, mattoniera, mattoniere, mattonatura, mattonature, mattoncelli, mattoncello, mattonifici, mattonificio, mattonellifici, mattonellificio. |
Finiscono con "matto": formatto, formattò, riformatto, riformattò, scaccomatto. |
Contengono "matto": primattore, primattori, smattonata, smattonate, smattonati, smattonato, ammattonare, ammattonata, ammattonate, ammattonati, ammattonato, ammattonante, ammattonanti, smattonatura, smattonature. |
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Parole contenute in "matto" |
mat, atto. |
Incastri |
Inserito nella parola snatura dà SmattoNATURA. |
Inserendo al suo interno lede si ha MAledeTTO; con nome si ha MAnomeTTO; con ture si ha MAtureTTO; con stelle si ha MAstelleTTO; con ricola si ha MATricolaTO. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "matto" si può ottenere dalle seguenti coppie: macero/cerotto, macule/culetto, madri/dritto, maestra/estratto, maga/gatto, maghe/ghetto, magio/giotto, magra/gratto, magre/gretto, mai/itto, male/letto, malo/lotto, mamo/motto, manone/nonetto, mara/ratto, mare/retto, mari/ritto, marò/rotto, marocche/rocchetto, maschia/schiatto, maschie/schietto... |
Usando "matto" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: boma * = botto; coma * = cotto; doma * = dotto; fama * = fatto; gema * = getto; puma * = putto; rema * = retto; rima * = ritto; roma * = rotto; sema * = setto; soma * = sotto; tema * = tetto; brama * = bratto; bruma * = brutto; grama * = gratto; prema * = pretto; sfama * = sfatto; trama * = tratto; affama * = affatto; bigama * = bigatto; ... |
Lucchetti Riflessi |
Usando "matto" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ottona = maona; * ottone = maone; * otturo = mauro; team * = tetto; * otite = matite; * otricolare = matricolare. |
Cerniere |
Usando "matto" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * rem = attore. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "matto" si può ottenere dalle seguenti coppie: matrici/torici. |
Usando "matto" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: botto * = boma; dotto * = doma; getto * = gema; * letto = male; * lotto = malo; * retto = mare; * ritto = mari; * rotto = marò; putto * = puma; retto * = rema; ritto * = rima; rotto * = roma; setto * = sema; sotto * = soma; tetto * = tema; brutto * = bruma; * dritto = madri; * ghetto = maghe; * giotto = magio; * gretto = magre; ... |
Sciarade incatenate |
La parola "matto" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: mat+atto. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "matto" (*) con un'altra parola si può ottenere: * ria = maritato; * tai = mattatoi; sla * = smaltato; copi * = compatito; * lare = maltatore; * lari = maltatori; * atre = mattatore; * atri = mattatori; anile * = animaletto; copta * = compattato; diana * = diamantato; calare * = calamaretto; * sicari = masticatori; snella * = smantellato; * sicaria = masticatoria; * sicarie = masticatorie; * sicario = masticatorio. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Pazzo, Matto, Mentecatto, Matterello, Giuccherello, Buacciuolo, Buacciolino, Grullo, Grullerello - Il Pazzo e il Matto sono gli affetti da pazzia e da mattia. - Mentecatto è colui che comincia a perdere il senno, che non comprende le cose più semplici, nè sa fare ordinatamente il più semplice ragionamento. Gli altri diminutivi non significano propriamente stato di malattia, ma si dicono quasi iperbolicamente per mordere amorevolmente qualcuno del suo poco senno. - Matterello accenna a sconsideratezza e stranezza d'idee. - Giuccherello corrisponde a debolezza di mente. - Buacciuolo e Buacciolino è rimprovero a chi vede e comprende le cose a rovescio, o le fa contrariamente al fine proposto. - Grullo e Grullerello è chi non sa discernere tra cosa e cosa, tra il bello e il brutto, chi non ha idee chiare e ordinate. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Folle, Matto, Stolto, Pazzo, Demente, Frenetico, Forsennato, Maniaco, Lunatico, Insano, Delirante, Furioso, Mentecatto - Il folle è privo di criterio; lo stolto, di giudizio; il matto, di buon senso; il pazzo, della ragione. Matto, nella lingua del popolo, è sinonimo di pazzo: ei dice ugualmente ospedale de' matti, quanto ospedale de' pazzi: la follia e la matteria sono principii di pazzia, ma non bastano a dichiarare l'uomo pazzo affatto: a questo mondo, dicesi, sono più i matti che i savii; non però tutti i matti sono pazzi. Demente, privo di mente; forsennato, fuori di senno; mentecatto, preso, colpito nella mente; e qui mente vale per intelligenza, ed anzi, per le facoltà intellettuali tutte. Fra questi tre vocaboli parmi ravvisare questa differenza, che il mentecatto può essere più tranquillo, ma in lui il cervello è leso gravemente e senza rimedio: che il demente può dare in ismanie, ma che può tornare in sè a intervalli, a riprese, e fors'anche guarire, se venga rimossa la causa che gli diede l'urto, il crollo fatale; forsennato è eziandio chi va fuori de' gangheri non per pazzia, ma per impeto di passione, per insulto di bile o di sangue che momentaneamente lo fa somigliare a un pazzo: Insano, chi non è sano di mente, nè sta fermo per conseguenza, ma si abbandona a moti sregolati, sragionati. Delirante, per febbre o altra malattia che fortemente agisca sul cervello e sull'immaginazione: i moti sregolati di questa, i fantasmi d'ogni maniera che va evocando, producono anche l'irrequietezza del corpo, e una volubilità di parole che quei fantasmi, irose o benevole, accompagnano, Frenetico è chi giunge al massimo parossismo del delirio: furioso, chi a quello dell'ira: pazzi furiosi son quelli che farneticano tutto giorno, e minacciano, e danno busse quando arrivino, nè stanno tranquilli mai o quasi mai: questi quattro vocaboli son disposti nella loro naturale progressione d'intensità e di forza. Lunatico, chi cambia idea e sentimento come cambia d'aspetto la luna, o al cambiar della luna. Maniaco, chi ha inclinazione soverchia per una qualche cosa, per cui non vede altro che quella, o non ne vede altra che sì gli gradisca; avvi chi ha la manìa de' libri, chi quella della musica, chi quell'altra delle anticaglie e simili; maniaco, eziandio, chi ha un chiodo fitto in capo, talchè non vale ragione a distorgliernelo: di questo genere sono e chi ha la manìa d'essere gentiluomo, e chi l'altra d'essere poeta, e chi letterato, e chi dotto, e chi altre cose: ma sempre la manìa verte su cosa cui meno siamo da natura disposti e favoriti; ond'è che si può concludere, che la manìa, e quasi ogni altro genere di follia, nell'amor proprio e nell'orgoglio hanno la primiera e principale radice. Tutti, o quasi tutti questi termini hanno sensi traslati, e molto servono a quell'esagerazione nella quale pare oggidì si riponga ogni forza ed energia nell'esprimersi. [immagine] |
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