Lanugine, Peluria, Piuma, Pelolino, Peluzzo, Peletto, Pelino, Pelo vano, Pelone, Pelo, Pelame; Vello, Pelime - «Lanugine, que' peli morbidi che cominciano ad apparire a' giovani sulle guancie. Poi, d'altri animali, e per estensione dicesi anco di piante vestite quasi di un pelo che le renda un po' scabre al tatto. E così lanugine, il pelo de' panni non affatto ordinarii. Peluria ha due sensi: il pelino che riman sulla carne agli uccelli pelati; e la prima lanugine che spunta sugli animali nel mettere le penne o i peli. Nel secondo senso s'avvicina a lanugine. Onde il Redi: «Una certa lanugine o peluria ...... Vestirsi da se medesima d'una certa verde lanugine somigliantissima a quella vana peluria..... di cui, subito che nati sono, si veggono ricoperti gli uccelli e i quadrupedi». Ma quella degli uccelli pelati non si dirà certo lanugine, nè lanugine si chiamerà comunemente il primo pelo degli uccellini che cominciano a vestirsi di penne. Quella loro peluria non è piuma ancora, giacchè la piuma è la parte più delicata della penna; e qui penna non s'è ancora formata. Quando nel volto dell'uomo non è la lanugine assai folta ancora, ma son pochi peli qua e là sparsi, dicesi pelo vano. Pelino, meglio si dirà d'uomo o d'uccello; peletto (più raro) d'animali lanuti. Pelolino, pelo sottilissimo e delicato. Peluzzo direbbesi anche uno di que' peli che cascano sul vestito e lo impelano, e su foglio od altro. Ma è men frequente. S'usa poi peluzzo per indicare una sorta di panno ordinario, diverso dal pelone; ordinario anch'esso, ma con pelo più lungo». Tommaseo.
Pelo, e quello degli animali, e quello dell'uomo: pelame, la qualità del pelo, la finezza, il colore. Vello, poeticamente, la lana delle pecore, e tutta la loro pelle ricoperta della lana: es., il vello d'oro.
«Pelime chiamano in campagna quel sudicio che si trova nelle stanze non ben custodite, formato come da peluria raggruppata nella polve». Meini. [immagine] |
Peluzzo - S. m. Dim. di PELO. Bocc. Nov. 9. g. 2. (C) Un neo ben grandicello, d'intorno al quale son forse sei peluzzi biondi come oro. Pataff. 7. Levati quel peluzzo da mascella. E 8. Ch'ella vorrà il peluzzo trarne tutto. Dottr. Jac. Dant. 52. 107. Ritratte, e lunghe l'abbia (le gote), Che peluzzo non v'abbia. Alleg. 122. Non si leva un peluzzo della cappa A un altro senza fin, senza disegno, E però fortunato è chi ne scappa. Ciriff. Calv. 2. 70. E fora e straccia ogni velo e peluzzo. [Cont.] Spet. nat. II. 22. Questi peluzzi consistono in certe fogliette minute, smilze, e schiacciate, le quali s'accostano e si combaciano a pelo a pelo, come se la loro estremità fosse stata tonduta maestrevolmente colle cesoje. [Tor.] Pulc. Morg. VIII. 74. Se tu scampi da me, tu sarai 'l primo Tanti n'ho morti già con questa spada: Non domandar d'ogni peluzzo cimo Con essa in aria, in modo par che rada.
T. Targ. Viagg. 1. 121. Vi scopersi… alcuni altri (lombrichi) più grandetti, divisi in nodi o anelli, e forniti di cinque o sei peluzzi, disposti a modo di stella intorno alla bocca, utili forse per abbrancare il cibo.
2. Peluzzo, dicesi anche a una Sorta di panno assai fine. (Fanf.) Matt. Franz. Rim. burl. 2. 157. (C) O perchè d'acqua ogni minimo spruzzo Il passava vie più che una gran scossa Non penetra ogni panno di peluzzo. [Cont.] Bandi Fior. XXVII. 2. 4. Per li panni di pelluzzo, persi e monachini (li pettini siano) di paiuole ottanta, potendone scortare per insino in tre paiuole, e di larghezza di quarti ventidua e mezzo. |