Rancido, Stantio, Vieto, Stracco - Rancido si dice particolarmente di sostanze grasse ed oleose, quando comincia la corruzione putrida, la quale dà ad esse un certo sapore spiacevole, irritando la membrana delle fauci; specialmente si dice dell'olio e del burro. - Vieto, che particolarmente si dice delle sostanze grasse, è qualche cosa di più che Rancido, e si manifesta anche per mezzo dell'odorato. Si dice più specialmente di carni salate, che col tempo comincino a guastarsi. Si dice anche per cosa antiquata e già abbandonata. Dal latino Vetus. - Stantio è quell'odore spiacevole che pigliano certe cose già cotte, allorchè si sta molto senza mangiarle. - [Delle carni non fresche, anche se di pesce, ma non ancora andate propriamente a male, suol dirsi Stracco, nel qual senso speciale non s'userebbe nè Rancido, nè Stantio, nè Vieto. - « Il macellaro mi manda sempre a casa la carne stracca. » - « Il pesce arriva qui, non solamente stracco, ma il più delle volte fradicio e fetente. » (Redi). G. F.] [immagine] |
Rancido, Stantìo, Vieto, Putrido - Cosa che sta lì più del dovere, diviene stantìa, perciò invecchia e divien vieta; poi rancida se si corrompe o non risponde più bene alle condizioni della sua natura; ultimo svolgimento della rancidezza, per le cose che la comportano, come per ogni altro genere di corruzione, è l'imputridire. Nel figurato, rancide si diranno le leggi o gli altri usi non bene consoni alla novità o alla nuova faccia delle cose presenti, e che perciò a ragione o a torto vorrebbonsi smettere; viete, quelle ite in disuso e di cui più non si ricorda che storicamente. Putride diconsi le malattie o le febbri che, non vinte, porterebbero in breve l'uomo alla tomba pel principio di corruzione interna dalla quale hanno l'origine e il nome. [immagine] |
Lasso, Stanco, Stracco, Affaticato, Vieto, Sfruttato; Faticare, Affaticarsi, Affaticare - Lasso, della poesia; stanco, della prosa: oltre la vera stanchezza esprimono quella noia e quella svogliatezza che sono una delle piaghe del secolo: quanti dicono di essere stanchi di vivere! stanchi del mondo! ma a questi svogliati, a questi stanchi per nulla fare, sarebbe rimedio efficace l'operosità, il lavoro, la sollecitudine del guadagnarsi vitto e vestito, del che senza far nulla soprabbondano. Ahi me lasso! ahi lasso me! sono eziandio della prosa, e sono esclamazioni che equivalgono a me meschino! povero me! me derelitto! e simili. Stracco dice proprio la stanchezza del corpo per eccessiva fatica: stracco e rotto dalla febbre, dal mal di mare e da altra cosa qualunque che rifinisce e prostra le forze. Affaticato è meno di stanco, molto meno di stracco: affaticato chi comincia a sentir la fatica, il peso del lavoro; ma a cui pure rimangono forza ed energia sufficienti ancora da seguitare un tratto: l'operaio, il manuale, verso sera è affaticato, non affatto stanco; se durasse nel lavoro tutta la notte, senza intermettere riposo, sul mattino sarebbe stanco e stracco davvero.
« Caratteri stracchi, dicono gli stampatori, quelli che sono da lungo uso consunti, e danno stampa non nitida: terreno stracco, vale per continue ricolte: ed è meno di sfruttato, perchè questo ha già perduto gran parte della sua fecondità, quello è men atto al genere di coltivazione a cui fu tenuto per troppo lungo tempo. Gli accorgimenti della scienza agraria adoperati per non istraccare il terreno, converrebbe adattarli all'educazione: e sarebbe raddoppiata la fecondità degl'ingegni. Stracche diconsi da ultimo le carni che cominciano a rendere mal odore, e specialmente il pesce. Ed è diverso da vieto. Questo dicesi per lo più di carne secca, come prosciutto o altro; di sugna, d'olio: stracco s'usa di carni fresche ma un poco passate ». Tommaseo.
Faticare è far lavori grossi; è durar fatica anche in cosa non pesante, non difficile; fatica non conosciuta da chi sa far bene le cose: v'è chi fatica a metter insieme due versi; v'è chi li fa a profusione, e, come si dice, dormendo: l'uomo che ha in uso la penna fatica assai più a cucire un bottone, ad accendere il fuoco, che a scrivere una lettera. Chi lavora a lungo, fatica: il lungo lavoro affatica; affaticar uno è dargli da fare tanto da doverne egli rimanere affaticato; quasi sopraffatto: affaticarsi è lavorar molto, lavorar troppo: è assai volte perdersi dietro a cosa che non vuole o che non può riescire a modo nostro, e allora questo affaticarsi è un inutile sprecamento di tempo, di forze, d'ingegno. [immagine] |