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Informazioni utili online sulla parola italiana «vergogna», il significato, curiosità, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Vergogna

Parole Collegate

Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
rosso (10%), timidezza (9%), rossore (6%), pudore (5%), onta (5%), disonore (4%), timido (3%), peccato (3%), provare (3%), scandalo (3%), arrossire (3%), infamia (3%), imbarazzo (3%), senza (3%), schifo (2%), pregiudizio (2%). Vedi anche: Parole associate a vergogna.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
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Liste a cui appartiene

Lista Sentimenti [Stima, Tristezza « * ]

Informazioni di base

La parola vergogna è formata da otto lettere, tre vocali e cinque consonanti. Divisione in sillabe: ver-gó-gna. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con vergogna e canzoni con vergogna per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Non avere rispetto per i diritti umani è la più grande vergogna per uno stato moderno.
  • Si deve avere vergogna delle brutte azioni, non di avere poco denaro per vivere.
  • Non bisogna avere vergogna delle proprie debolezze, ma cercare di superarle.
Citazioni da opere letterarie
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Tira il lenzuolo sul grande petto nudo. Si vergogna un po' che Luigi, steso accanto a lei, continui a guardarla. Ma senza i suoi occhialacci la vede davvero? Ha aria così buffa, privo delle lenti... Strizza gli occhi, allunga il collo. I radi capelli grigi son tutti scompigliati. Lo contempla nel nudo corpo smagrito: gli si vedono le costole, il pelame sul petto è bianco.

La Storia di Elsa Morante (1974): Certe volte, nel disordine della fuga, Ida aveva tralasciato di vestirlo, contentandosi d'involtarlo dentro a un pezzo di coperta da stiro, o uno scialle, o un cencio qualsiasi. E al cadere, poi, di questo, Useppe s'era ritrovato nel rifugio senz'altro vestito che la sua solita magliettina da notte; ma per lui faceva uguale. E non aveva nessun pensiero di vergogna, nel saltare e nel ballare, come fosse in abito da società.

I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Rimase essa dunque col batticuore, con la vergogna, col rimorso, col terrore dell'avvenire, e con la sola compagnia di quella donna odiata da lei, come il testimonio della sua colpa, e la cagione della sua disgrazia. Costei odiava poi a vicenda Gertrude, per la quale si trovava ridotta, senza saper per quanto tempo, alla vita noiosa di carceriera, e divenuta per sempre custode d'un segreto pericoloso.
Proverbi
  • Chi vuol impetrare, la vergogna ha da levare.
  • Amore onorato, né vergogna né peccato.
  • Il grano rado non fa vergogna all'aia.
  • Non si deve aver vergogna, a domandar quel che bisogna.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per vergogna
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: vergogne, vergogni, vergogno.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: verga, verona, vero, vera, vena, voga, erga, eroga, rogna.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: svergogna, vergognai.
Parole con "vergogna"
Iniziano con "vergogna": vergognai, vergognare, vergognata, vergognate, vergognati, vergognato, vergognava, vergognavi, vergognavo, vergognammo, vergognante, vergognanti, vergognarci, vergognarmi, vergognarsi, vergognarti, vergognarvi, vergognarono, vergognavamo.
Finiscono con "vergogna": svergogna.
Contengono "vergogna": svergognai, svergognano, svergognare, svergognata, svergognate, svergognati, svergognato, svergognava, svergognavi, svergognavo, svergognammo, svergognando, svergognante, svergognasse, svergognassi, svergognaste, svergognasti, svergognarono, svergognavamo, svergognavano, svergognavate, svergognamenti, svergognamento, svergognassero, svergognassimo, svergognatezza, svergognatezze, svergognatamente.
»» Vedi parole che contengono vergogna per la lista completa
Parole contenute in "vergogna"
ergo, gogna, vergo.
Incastri
Inserito nella parola si dà SvergognaI; in sta dà SvergognaTA; in sto dà SvergognaTO; in smentì dà SvergognaMENTI.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "vergogna" si può ottenere dalle seguenti coppie: vera/agogna.
Usando "vergogna" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: bove * = borgogna; sveve * = svergogna.
Lucchetti Riflessi
Usando "vergogna" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * annata = vergognata; * annate = vergognate; * annosa = vergognosa; * annose = vergognose; * annosi = vergognosi; * annoso = vergognoso; * annosità = vergognosità; * annosamente = vergognosamente.
Lucchetti Alterni
Usando "vergogna" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: borgogna * = bove; * area = vergognare; * atea = vergognate.
Sciarade incatenate
La parola "vergogna" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: vergo+gogna.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "vergogna" (*) con un'altra parola si può ottenere: seri * = svergognerai; site * = svergogniate.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Onta, Vergogna - Onta è grande ingiuria congiunta a disprezzo: viene dal provenzale onta, con la radice dal teutonico hono e hone, Disprezzo, lnfamia; onde il tedesco moderno hohn e höhnen, e l‘antico francese honnir, Vilipendere, e l'antiquato nostro Onire. — Vergogna viene dal latino verecundia; ed è atto o dimostrazione di modesta ingenuità, contrario a Petulanza. Quindi fu presa per quella perturbazione d'animo, che nasce dalla paura del disonore; ed in questo secondo senso è passione, che procede da virtù. Finalmente fu tratta a significare il biasimo stesso o il disonore, che si teme o si ha o si vuol recare altrui. — Da onta, abbiamo onire, ontare e adonare (disusati) e adontare, per fare onta, far danno con vergogna, con disprezzo; quindi adontarsi, per recarsi un atto, una parola ad onta, ad infamia, a disprezzo. — Da Vergogna, abbiamo Vergognare, Vergognarsi per Aver rossore, mostrar timore d‘alcuna cosa men che onesta: Svergognare, in senso attivo, vale quasi Toglier altrui il pregio della vergogna. — Vergogna s’adopera per Lieve fallo: Fare onta è Notare alcuno d‘infamia. [immagine]
Castità, Pudicizia, Pudore, Verecondia, Vergogna, Modestia, Decenza, Ritegno - La Castità, ben dice il Tommaseo, è forte e severa, chè doma il corpo e tiene gli appetiti nel debito freno. - La Pudicizia è virtù delicata, che vieta ogni immodestia; dove il Pudore si stende anche ad evitare ogni cosa solo inconveniente, e si perita anche di mostrarsi, o di parlare cose che crede a sè poco dicevoli. La Verecondia si astiene da ciò che ritien disdicevole, per riverenza dell'aspetto o del giudizio altrui. - La Vergogna non sempre procede dal desiderio di non fare cosa men che onesta, o dalla ripugnanza del farla; ma spesso procede dalla coscienza della colpa. - La Modestia evita di mostrarsi, nè lusinga mai l'amor proprio, nè fa mai pompa del sapere o di altri suoi pregi, nè va mai agli eccessi. Il Ritegno vorrebbe mostrarsi, ma si ferma a mezzo per timore di sembrar vanaglorioso. - La Decenza nasce dal rispetto di sè stesso e dal sentimento della convenienza: è quella virtù che ci trattiene dal far cosa che sia aliena dal convenevole e dal retto.

I concreti di tali astratti sono: Casto, Pudico, Verecondo, Vergognoso, Modesto, Decente, Ritenuto. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Obbrobrio, Infamia, Ignominia, Vitupero, Vergogna, Onta, Scorno, Infamità, Disonore - Vergogna si sente, si fa altrui per atto disonesto a cui uno s'è lasciato trascorrere. Scorno è vergogna fatta in pubblico, e più a chi si credeva fare a man salva qualche azione meno che onesta: rimane scornato l'ipocrita, l'impostore che vede messo in piena luce il doppio fine de' suoi sutterfugi. Il disonore, già accennai in altro articolo, racchiude idee diverse, e diversamente si misura secondo il sesso, lo stato, la professione: altra cosa è il disonore per la donna, altra per il negoziante, altra per il militare, e via via. Vitupero è parola di alto e severo rimprovero, e che tocca per poco all'invettiva, all'ingiuria; è detta per fare arrossire. Nell'ignominia si cade, poi nell'obbrobrio, quindi nell'infamia , e sono gradi di una scala tanto sdrucciolevole che guai a porvi su il piede! Ignominiosa è l'azione bassamente vile per cui l'uomo mette in non cale il proprio decoro; obbrobriosa, la turpe per cui egli perde ogni sentimento di dignità; infame, quella che, meritevole di nota, di sentenza infamante, uccide l'uomo civilmente, facendogli perdere ogni diritto come membro della società. Infamità è parola o atto infame: molte volte è espressione esagerata di celia o d'ironia: dire o fare delle infamità, talvolta usasi per esprimere cose o parole forse non troppo oneste, forse non troppo eque, ma che in sostanza non sono meritevoli di appellazione così fatta, e ne sono lontanissime; dire infamità, infamia contro qualcheduno è proprio del detrattore, del calunniatore nemico che tenta levar la fama a chi odia. Onta, per vergogna, è poetico: ma in prosa si ha adontarsi, recarsi, avere ad onta. [immagine]
Castità, Castimonia, Purità, Continenza, Pudore, Pudicizia, Verecondia, Vergogna, Erubescenza, Rossore - La castimonia è specialmente la purità e castigatezza del pensiero.

«La purità comprende l'integrità de' costumi e dell'anima. Pudore è avversione a quanto sente di vergognoso. La pudicizia è virtù delicata ch'evita ogni immodestia. La pudicizia è difesa e conservata dal pudore. La continenza ci fa temperanti e sobrii. La castità è virtù forte e severa che doma il corpo e tiene gli appetiti in religioso rispetto della legge ». Roubaud.

«Verecondia, riverenza dell'aspetto e del giudizio altrui». Popma.

La purità è come il fiore della castità. La purità è un fiore delicatissimo; la castità, una forza dell'anima, salda assai finchè intera; la continenza, un moderatore; il pudore, un intimo senso di cui la pudicizia è la manifestazione; e la verecondia, una modesta temenza di abbattersi nel male o di farlo. Il pudore si offende e si ritrae dall'idea sola del male; la vergogna è senso di pentimento del male fatto, o di quello che già si stava per commettere: uno si vergogna di avere aderito anche momentaneamente e col solo pensiero a ciò che riconosce esser male: il rossore è cagionato dal risentimento di quell'intimo pudore che s'adonta a proposizione meno che onesta: l'erubescenza è principio o resto di rossore; chi l'ha perduta, già non ha più rossore alcuno, è uomo svergognato affatto. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Vergogna - S. f. Sentimento di dolore o Perturbazione d'animo, che l'uomo prova per cose che gli apportano, o teme debbano apportargli disonore. Verecundia, aureo lat. Per Rossore, in Svet.

T. Pudore ha sempre buon senso; Vergogna, non sempre. Anco le impudiche, a momenti, si vergognano della propria svergognatezza. Nella Vergogna è spesso coscienza di colpa, o sospetto di colpa.

Tes. Br. 6. 14. (C) Vergogna è passione d'animo, e non è virtude. E altrove: La vergogna nelle cose virtuose vien da viltà d'animo. E 24. La vergogna si è passione che s'ingenera come la paura; perocchè colui che si vergogna, si arrossa per ogni cosa, e anche tal fiata colui che ha paura. But. Inf. 1. Vergogna non è altro che paura di vituperazione. Bocc. Nov. 3.g. 9. La donna, che assai onesta persona era, udendo così dire al marito, tutta di vergogna arrossò. Dant. Inf. 17. Tal divenn'io alle parole pôrte; Ma vergogna mi fêr le sue minacce. Cavalc. Frutt. ling. 313. Speranza di salute si è, quando dopo 'l peccato seguita vergogna. Serdon. Stor. 4. 149. Perchè la paura vinse la vergogna, si posero in fuga.

[G.M.] D. Conv. 4. 19. Tocca nobiltade (che bene è vera salute) essere dov'è vergogna, cioè tema di disonoranza; siccome è nelle donne e nelli giovani, dove la vergogna è buona e laudabile. La qual vergogna non è vertù, ma certa passion buona.E Inf. 30. Quand' io 'l senti' a me parlar con ira, Volsimi verso lui con tal vergogna, Ch'ancor per la memoria mi si gira. E ivi: Maggior difetto men vergogna lava, Disse 'l maestro, che 'l tuo non è stato. E Purg. 20. Mentre che la gran dote provenzale Al sangue mio non tolse la vergogna (verecondia di mal fare), Poco valea (esso sangue), ma pur non facea male.[Camp.] S. Gir. Pist. 26. Io sono rattenuto dalla vergogna cristiana, e non voglio apparire con sermone mordace. E 61. La vergogna vince più facilmente che la paura Bon. Bin. V. 5. L'uom che vergogna cura, Contiene in sè disdegno. Metam. VII.Quella non rispose; ma solamente toccata dalla cheta vergogna,… fuggìo,… ed ebbe in odio ogni generazione d'uomo.Bib. Eccl. 4. Egli è una vergogna che adduce peccato; ed è un'altra che adduce gloria e grazia.

[G.M.] S. Ag. C. D. 1. 19. La romana donna (Lucrezia), desiderosa di lode, ebbe grande paura e vergogna che non si credesse che quello ch'ella avea sofferto sforzatamente quando vivea, avesse sofferto volentieri se poi vivesse. Morg. 10. 35. Ebbe vergogna Salicorno allora, E ritornava in dietro a fare scusa. E st. 49. Gente bestial senza vergogna. E 12. 50. Ecco il gigante che ti viene a fronte; Nè per vergogna arrossita ha la faccia Di venirti a trovar, chè pare un monte, Tu colla spada, e lui coll'asta in resta: Vedi che gente, anzi canaglia è questa! E 18. 105. Quando Rinaldo a queste cose bada, Per la vergogna il cuor gli si conquide. Machiav. Art. guerr. l. 6. Io confesso non me ne intendere (della guerra); nè credo che anche a dire così, mi sia vergogna, non sendo questo mio esercizio. Ar. Fur. 1. 30. E conoscendo ben che il ver gli disse, Restò senza risposta a bocca chiusa; Ma la vergogna il cor sì gli trafisse, Che giurò … E 46 125. Non fu in terra sì tosto che risorse, Via più che d'ira, di vergogna pieno. Segner. Crist. instr. 3. 6. 17. Maladetta vergogna! Si può ben dire che sei una gran tiranna delle anime.

[Camp.] Guid. G. A. lib. 32. Certamente questa Clitemnestra, in absenza dello suo re Agamennone, avea peccato nella legge del matrimonio, ponendo a terra onne (ogni) vergogna.

[Val.] Fortig. Ricciard. 28. 11. Bisogna Chiamarsi ciechi, e non aver vergogna.

Per abus. Detto di animali. [P. Occell.] Tass. Sett. Giorn. V. La tortorella dal suo amor divisa, Non vuol novo consorte e novo amore,… Perchè solver non può l'iniqua morte Le sante leggi di vergogna, e i patti A cui s'astrinse volontaria in prima.

2. Modesto riserbo, Peritanza. Amm. Ant. 3. 7. 3. (C) Così ne' più giovani vergogna, quasi un adornamento di natura, è degnamente lodata; la quale in movimento, in portamento, in andare, si dêe sollecitamente tenere. E 3. 7. 5. Come bella e come splendente gemma di costumi è vergogna. E 3. 7. 7. Vergogna è madre d'onestà, e maestra d'innocenzia, a' prossimi cara e agli stranieri accettevole; in ogni luogo, in ogni tempo, porta innanzi a sè favorevole volto. Albert. cap. 62. La vergogna è servare onestade nel detto e nel fatto. Bocc. Nov. 8. g. 10. La tua liberalità è tanta, che vince la mia debita vergogna. Tass. Ger. 2. 17. Muove fortezza il gran pensier; l'arresta Poi la vergogna e 'l virginal decoro; Vince fortezza, anzi s'accorda, e face Sè vergognosa, e la vergogna audace.

3. E fig. Quel rossore che si sparge per il viso di chi si vergogna. Dant. Inf. 24. (C) E di trista vergogna si dipinse. [G.M.] E26. Tra li ladron trovai cinque cotali Tuoi cittadini (o Firenze), onde mi vien vergogna. = E 32. (M.) Livide insin là dove appar vergogna (sino agli occhi) Eran l'ombre dolenti nella ghiaccia. E Rim. 18. E quando quella accomiatar si vede, Tutta dipinta di vergogna riede. [G.M.] E Conv. 4. 19. Buono e ottimo segno di nobiltà è nelli pargoli e imperfetti d'etade, quando, dopo il fallo, nel viso loro vergogna si dipinge. Ar. Fur. 1. 70. Il Saracin lasciò poco giocondo, Che non sa che si dica o che si faccia, Tutto avvampato di vergogna in faccia. E 6. 29. E con le guance di vergogna rosse, Qual che tu sii, perdonami, dicea, O spirto umano, o boschereccia Dea.

[P. Occell.] Ben. Varch. Oraz. (nella raccolta del Sansov.) Non posso non arrossir d'onesta vergogna, conoscendo quanto più mi fosse e convenevole e utile l'ascoltare in questo luogo, che il dire.

4. Biasimo grande, Disonore, Vituperio. Bocc. Nov. 7. g. 8. (C) Nè potevi incappare in alcuno, che in maggior pena e vergogna che questa non sia, caduta non fossi. Petr. Son. 186. part. I. Che 'l danno è grave, e la vergogna è ria. [Camp.] S. Greg. Mor. Gagliardamente si mette tra li pericoli della battaglia, infino ch'elli abbia meritata la gloria presente, e ricoverata la vergogna passata.

[G.M.] S. Ag. C. D. 1. 23. Con ferro e con l'arme avrebbe liberato il figliuolo di questa vergogna e disonestade. D. 3. 17. Indi rispose: Coscïenza fusca, O della propria o dell'altrui vergogna, Pur sentirà la tua parola brusca. Morg. 8. 94. Di Normandia il possente Riccardo Venne in sul campo, e, con sua gran vergogna, Al primo colpo rimase codardo. E 9. 91. Erminïon per ira fe' venire Tutti i baron legati, e poi scrivea A Carlo Magno, e manda così a dire, Che gli farà morir di morte rea, Con gran vergogna e con istran martíre. E 11. 41. Gan, perch'avuta avea vergogna in guerra, Vituperato, dentro il suo cor fello Pensò di far con sua gente tal serra Al paladin, ch'egli uccidessi quello. E 12. 4. Se viver non vuoi sempre con vergogna, Rinaldo al tutto spegner ti bisogna. Segner. Incred. 1. 5. 15. Essendo vergogna somma, come osserva san Giovanni Grisostomo, che il medico, che il cuojaio, che il tesserandolo, che qualunque artiere sappia dar conto della sua professione, e il cristiano non lo sappia ancor egli dar della sua.

T. Vergogne estreme. – Erede delle vergogne.

5. Azione o Cosa vergognosa. Bocc. Nov. 6. g. 9. (C) La donna saviamente la sua vergogna e quella della figliuola ricopriva. [G.M.] Nascondere le proprie vergogne. – È vergogna, è una vergogna che si tollerino tali abusi.

Bronz. Cap. 186. (Man.) Era la gente antica giunta a tale Nel secol d'oro, ch'era una vergogna, E a far cominciavano ogni male.

6. Cosa o Persona che sia cagione di vergogna.

T. Quando diciamo che Una figlia è la vergogna di sua madre, intendiamo assai meno che disonore e obbrobrio; intendiamo il contegno della figliuola esser tale, da farne arrossire la madre. – Certe stampe immodeste sono la vergogna della città.

Franc. Sacch. Nov. 77. (C) La quale, avendola fatta, era e mia disgrazia e mia vergogna. Salvin Lett. illustr. ital. 39. (Man.) Cerca di estirpare corruttela sì perniciosa, che si può dire vergogna della nostra Italia.

7. Vergogna! Esclamazione ellittica di rimprovero. [G.M.] Vergogna, esser l'ultimo degli scolari! – Cadere in tali bassezze! Vergogna!

Dant. Par. 1. (M.) Sì rade volte, Padre, se ne coglie, Per trionfare o Cesare o poeta, Colpa e vergogna delle umane voglie! Franc. Sacch. Lett. al Sign. di Pisa. Circa anni 900 è stata ferma nel suo saldo reggimento (Venezia); vergogna di quelle terre che si chiamano terre ferme, per essere in terra ferma! Bocc. Nov. 8. g. 10. Li cui santissimi effetti oggi radissime volte si veggono in due; colpa e vergogna della misera cupidigia de' mortali!

8. Vergogna, e, più com., Vergogne, si dice per le Parti vergognose. Lat. Pudenda, Verenda. Gr. Τὰ αἰδοῖα. Sig. Viagg. Sin. 24.(C) E così alzando i panni, non possono mostrare nulla vergogna di loro, perch'elle hanno tutti i panni di gamba co' gambuli. Pist. S. Gir. Noè,… così ebbro, si gittò discoperto nella strada ignudo, e mostrava le sue vergogne. Franc. Sacch. Nov. 208. tit. Esce uno (granchio) fuori la notte, e piglia la donna nel luogo della vergogna. Varch. Suoc. 1. 1. Pur beato, che io non ho fatto la mostra delle mie vergogne. Vit. S. Onofr. 141. (M.) Con foglie d'albero avea coperta la vergogna del corpo. Bemb. Stor. 6. 74. Trovarono uomini assai agili, ed anco essi nudi, fuori solamente la vergogna. [Camp.] Bib. Gen. I.9. E nella sua casa cadde in terra rovescione (Noè)… Ed abbattendovisi Cham, e veduto ch'ebbe la vergogna del suo padre essere ignuda, sì se ne sorrise.

9. † Dire vergogna; cioè parole oltraggiose, che sieno cagione che uno debbasi vergognare. [Camp.] Avv. Cicil. II. 13. Aspetti tu che ti sia detta vergogna per la grave offesa? Fior. S. Franc. Tu mi ponerai l'uno piede sulla canna, e l'altro su la bocca; e così tre volte dall'uno labro all'altro, dicendomi vergogna e vituperio. Comp. ant. Test. Dio lo ha mandato che mi maledica, e dicami vergogna. Medit. Pass. G. C. E se si appressava (M. V.) era spinta con grande impeto, e diceanole molta vergogna.

10. Essere a vergogna, che più com. si dice: Essere di vergogna. [Camp.] Metam. V. E quello genero non ci sarà a vergogna (neque erit nobis gener ille pudori).

11. Far vergogna; Apportar vergogna. [G.M.] Morg. 22. 22. Colle mie mani il cuor gli vo' partire, Perocchè a me questa vergogna fanno. E 26. 51. Or non ci far questa volta vergogna, Pórtati, Astolfo, come Paladino. Segner. Quares. 2. 6. Non mi fate dire, uditori, che io farei troppa vergogna alla nostra età.

E ass. [G.M.] A industriarsi onestamente, non fa vergogna. Non fa vergogna a lavorare.

In signif. pass. Ricevere onta, Esser oltraggiato. [Cors.] Dial. S. Greg. 1. 5. L'uomo provasi quando gli è fatto vergogna.

E fig. Far vergogna; Superare di gran lunga persona o cosa, quasi in modo da svergognarla. Bern. Rim. 1. 1. (C) I' ho un vin che fa vergogna al greco. [G.M.] Quel giovanetto è così savio, che fa vergogna a' più grandi. – Donna di mente così aggiustata, che fa vergogna a molti uomini.

12. Portare vergogna di una cosa; Sentirne, Provarne vergogna. [G.M.] D. 2. 31. Tuttavia, perchè me' vergogna pôrte Del tuo errore; e perchè altra volta, Udendo le Sirene (gli allettamenti), sie più forte, Pon' giù 'l seme del piangere, ed ascolta.

13. Recarsi a vergogna; Stimare, Reputare cosa vergognosa. [Camp.] M. Pol. Mil. Questa città (la capitale della provincia di Chaindù) ha tale costume, che non si recano a vergogna se uno forestiere giace con sua moglie o con sua figlia, o con altra congiunta; anche il tengono ad onore.

14. Rimanere in vergogna; Tornare in disonore. Non usit. [Camp.] D. Conv. IV. 25. Ancora per li falli di Edipo, suo padre, che pajono rimanere in vergogna del figlio.

[G.M.] Adesso Rimanere in vergogna, si dice per Rimanere svergognato. Si provò a dire a mente la poesia; ma quando fu a mezzo, non seppe andare avanti, e rimase in vergogna. – È rimasto in vergogna quando ha visto comparirsi davanti i testimoni del suo fallo.

15. † Segnar di vergogna alcuno; Svergognarlo, Infliggergli nota di vergogna. Bemb. Stor. 5. 69. (M.) Di vergogna il segnò, privandolo del potere per due anni esser provveditore.

16. Tornare a vergogna; Essere di vergogna, Ridondare in vergogna. Vit. SS. Pad. 1. 137. (M.) Vergogna mi torna, se io non ho tanta fede quanta eglino. (Un testo legge: A vergogna mi torna.) E 1. 251. La qual cosa a gran vergogna torna di molti.

17. T. Prov. Tosc. 22. Sdegno e vergogna son pien' d'ardire. E 29. Il gran rado non fa vergogna all'aja (è bene non seminare il grano troppo fitto). E 58. È meglio morir con onore, che vivere con vergogna. E: È peggio la vergogna che il danno. E 90. Ciò che è utile, non è vergogna (non sempre). E 143. Opra di notte, vergogna di giorno (di chi crede celare íl male). E 147. La vergogna in un giovane è buon segno. E 223. Quando la superbia galoppa, la vergogna siede in groppa. E 227. Chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare. E 239. Gambe mie, non è vergogna il fuggir, quando bisogna. E 246. Vergogna fa perder piacere. E 248. I danari son come le brache degli stufajuoli, cuoprono le vergogna. E: Chi abbisogna non abbia vergogna. E 280. Chi ha poca vergogna, tutto il mondo è suo. E 289. Occhio, gomito, ginocchio, fan vergogna al medico (difficile guarirli). E 323. Chi ha buttato via una volta la vergogna, non la ripiglia più. E 324. La pazzia ve li mette (i vizii), la vergogna ve li tiene. E: Il vizio è nemico della vergogna.
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Parole in ordine alfabetico: verginette, vergini, verginità, verginona, verginone, vergò, vergo « vergogna » vergognai, vergognammo, vergognante, vergognanti, vergognarci, vergognare, vergognarmi
Parole di otto lettere: vergherà, vergherò, verghino « vergogna » vergogne, vergogni, vergogno
Vocabolario inverso (per trovare le rime): vigna, cicogna, guascogna, fogna, gogna, agogna, vigogna « vergogna (angogrev) » svergogna, borgogna, scalogna, catalogna, bologna, sbologna, rampogna
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