La fuga in Egitto di Grazia Deledda (1926): Entrarono nella pasticceria tutta odorosa di zucchero, e il primo pasticcino sopra la piramide composta sul vassoio del banco fu staccato come una bella rosa thea dalla cima della pianta, e offerto ad Ola: e lei lo prese senza avidità, ma con premura, e lo guardò intorno intorno; intorno intorno lo tastò con un dito, poi con la lingua, cercando il punto dove meglio assalirlo, e trovatolo vi ficcò i dentini con una mossa feroce, smorzando però a poco a poco l'assalto finché arrivata all'ultimo pezzetto se lo tolse di bocca, lo riguardò ancora, lo sminuzzò e finì di mangiarlo briciola a briciola: l'ultima le cadde per terra e lei la raccolse.
Il caso Korolev di Paolo Aresi (2011): – Gregor si avvicinò, si chinò accanto a Hamilton. – Cosa? – disse. – Guarda. Il faro illuminava una superficie perfettamente levigata; la mano di Hamilton si mosse di nuovo come una spazzola, freneticamente. – Guarda! – disse Hamilton. Gregor appoggiò la mano alla pavimentazione liberata dai detriti, la tastò con attenzione, poi alzò gli occhi verso il compagno. Non disse niente. Liberarono un altro mezzo metro. Alzarono gli occhi, allo stesso tempo si guardarono nelle visiere dei caschi. – Deve esserci un'altra spiegazione – mormorò Hamilton.
Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): La piccolina intelligente, studiosa, lasciò il suo posto, dopo aver guardato un'ultima volta il proprio quaderno, dove la macchina era disegnata: Judicone tornò al suo, chinando la faccia nel registro, per nascondere il rossore. Cleofe Santaniello contemplò un minuto la macchina, la tastò due o tre volte con la sua scarna mano di rachitica e incominciò rapidamente, senza guardare in nessun posto, per paura d'imbrogliarsi. |