L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): Roberto si chiese se, schioppo alla mano, doveva affrontare subito quell'Armageddon. Il cuore gli tremava, si accusò di viltà, si disse che o quella notte o un'altra, prima o poi avrebbe dovuto far fronte a Coloro. Tergiversò, risali sul ponte, e per fortuna intravide l'alba che già sbavava cerea sul metallo dei cannoni, sino ad allora accarezzato dai riflessi lunari. Stava sorgendo il giorno, si disse con sollievo, ed era suo dovere fuggirne la luce.
Il trionfo di Lulù di Matilde Serao (1919): — Oh! — Segni di attenzione nel mio pubblico. La visita del papà l'ho saputa da Jeannette. Dunque il matrimonio è fatto. Resta a stabilirsi una cosa di grave momento: quando andrò dal vice sindaco, avrò un abito grigio o foglia morta? Porterò il cappello con le sciarpe o senza? — Come corri... — Corro? Sicuro: non vi sono ostacoli. Con Roberto ci amiamo alla follia, i nostri degni genitori sono contenti...
Il podere di Federigo Tozzi (1921): Lo scritturale, che da un pezzo aveva voglia di parlare della successione di Remigio, rispose: — Del resto, la Casuccia è un possesso che mi piacerebbe; farebbe proprio per me. Comprerei un ciuchino... Il Pollastri lo guardò in faccia, e si mise a ridere; erano amici da tanti anni e si aiutavano; perché Roberto Lenzi, pur facendogli da scritturale, aveva un patrimonietto al Monte dei Paschi. |