Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per genio |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: genia, genie, renio. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: denim, lenii, nenia, nenie, renii, tenia, tenie, venia, venie, venir, zenit. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: geni. |
Zeppe (e aggiunte) |
Aggiungendo una sola lettera si può avere: genico. |
Antipodi (con o senza cambio) |
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: boine, koinè, moine. |
Parole con "genio" |
Iniziano con "genio": genioglossa, genioglosse, genioglossi, genioglosso, genioioidea, genioioidee, genioioidei, genioioideo, geniospasmi, geniospasmo. |
Finiscono con "genio": primigenio. |
Contengono "genio": idrogenione, idrogenioni. |
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Parole contenute in "genio" |
geni. |
Incastri |
Inserendo al suo interno col si ha GENIcolO. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "genio" si può ottenere dalle seguenti coppie: geco/conio, gemi/minio, genova/ovaio. |
Usando "genio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * oca = genica; * oche = geniche; strage * = stranio. |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "genio" si può ottenere dalle seguenti coppie: gema/amnio, gentil/litio. |
Cerniere |
Usando "genio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: orino * = rinogeni. |
Lucchetti Alterni |
Usando "genio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * conio = geco; * minio = gemi; * ovaio = genova; stranio * = strage. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "genio" (*) con un'altra parola si può ottenere: * un = genuino; * tre = genitore; * alni = genialoni; * lode = glenoideo. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Garbare, Piacere, Andar a genio, Andare a sangue, Andare a fagiuolo - Una cosa ci garba, per sembrarci ben fatta, ben ordinata e secondo ogni buona regola, perciò l'approviamo e l'accettiamo. - Piace quando ha dell'attrattiva e contenta o i sensi o l'intelletto. - Ci va a genio quando si conforma e risponda al nostro modo di sentire e di pensare. Tal frase si usa anche ellitticamente: «La tal cosa mi va o non mi va.» - [Andare a sangue ha alquanto del materiale nè si direbbe di cose alte e nobili: s'usa più spesso parlando di persone. - «Quel povero vecchione mi par tanto dabbene, e mi va tanto a sangue.» (Varchi). - «Quel superbiosaccio non mi va punto a sangue.» - Andare a fagiuolo suol dirsi familiarmente e un po' bassamente di tutto ciò che ci piace, che ci va a genio. E' una delle frasi toscane che va più a fagiuolo de' toscaneggianti e che più spesso è usata fuori di luogo: nojaltri l'usiamo quasi sempre in ischerzo e ci suona volgaruccia anzi che no. G. F.] [immagine] |
Genio, Ingegno, Talento - Genio, per Ingegno, è sommo, straordinario; e anche per la persona che ne è dotata: è proprio della lingua francese, e in Italia se ne abusa. Dante disse: Alto ingegno. - L'Ingegno è quella potenza dello spirito che rende l'uomo atto a quelle arti o scienze alle quali si dà, e porta seco grande immaginativa e forza d'intelletto. - Talento per Disposizione naturale, e Attitudine a varie cose, è anch'esso francese; ma, essendo preso dalla parabola evangelica, può accortamente usarsi anche nell'italiano. [immagine] |
Quadrarti, Piacerti, Andarti a genio - Una cosa ci quadra allorchè ci sembra che risponda in ogni sua parte al bisogno. - Ci piace se ha per noi l'attrattiva e soddisfà al notro desiderio. - Ci va a genio se, oltre all'avere dell'attrattiva, è secondo la nostra inclinazione naturale o secondo il cuor nostro. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Talento, Talenti, Ingegno, Genio, Un genio, Un uomo di genio, Ingegnetto, Ingegnino, Ingegnuccio - Il talento è propriamente la disposizione ad imparare, e poi quella di trar profitto delle cose imparate; i talenti sono questa disposizione naturale ad imparare più cose; ma sì questi che quello si scambiano nel comune linguaggio per le cose stesse imparate: d'un famoso avvocato, d'un celebre medico si dirà: che uomo di talento! ovvero: è una persona di molti talenti, se le sue cognizioni versano, come di ragione, su molti rami della scienza. L'ingegno è facoltà più attiva; col talento si ricevono le cognizioni; coll'ingegno si penetra nella scienza, vi s'addentra e si rende proficua; l'ingegno s'ingegna proprio a superare le difficoltà, a trarre se non la scintilla vivificatrice dall'accozzamento delle idee, il che è proprio del genio, la forma almeno, la prestanza, la grazia; nobilissimi accessorii. L'ingegno non è il genio che è facoltà creatrice, ma è della sua famiglia: esser un genio è dato a pochissimi, talchè essere un uomo d'ingegno è tuttavia bella lode. Il genio, si vede chiaro, è la facoltà; un genio è l'uomo che ne è dotato; però come questa facoltà ha da essere intensa per essere feconda, è eziandio esclusiva; e un genio nelle arti come Michelangelo, o in un'arte sola come Rossini, o nella guerra come Napoleone, non s'intenderà forse di finanze, o di amministrazione, o di musica. Ingegnetto è diminutivo; sarà ingegno versante su cose di poco momento; ingegnino è vezzeggiativo; potrebb'essere ingegno nascente, esordiente, e più penetrante ancora che capace; ingegnuccio è ingegno di poca levatura, magro e scarso; eppure non privo talora di qualche vista o concetto, perchè la parola ingegno è così ricca e promettente che anche nella forma più modesta par sempre dica qualche cosa. [immagine] |
Garbare, Garbeggiare, Andare, Andare a genio, A verso, A sangue, Piacere, Gustare, Essere di suo gusto, Di suo genio, Dare nel genio, Andare al cuore, All’anima - Il fondamento di tutti questi verbi e locuzioni affini è piacere, perchè esprimono tutte un diverso modo o grado dell'impressione aggradevole che una cosa ci fa. Piace ogni cosa che procura un qualche diletto o soddisfazione. Garba ciò che ha quella grazia e appunto quel certo garbo che ci appaga. Garbeggiare è un po' meno di garbare; è un garbare press'a poco. Per andarci, bisogna che una cosa ci persuada, che ci convenga, altrimenti, per fare che altri faccia, non la ci va: in garbare e garbeggiare può aver parte la simpatia; in andare, molto più il raziocinio. Va a verso cosa che vada secondo i nostri desiderii; ci va a verso cosa che è od entra nel nostro modo di vedere, di pensare. Va a sangue cosa che veramente fa pro e grandemente conferisce. Va a genio cosa che è di nostro gusto: ma la cosa che va a verso è già in atto, s'effettua; ciò che va a sangue pare già siasi effettuato; ciò che va a genio non può, sgraziatamente, molte volte effettuarsi. Gustare non dovrebbe esprimere se non ciò che piace al senso del gusto; ma esprime eziandio altre sensazioni, forse a cagione del suo opposto disgustare, da cui disgusto, che, come vedesi, esprime d'ordinario più dispiacere dell'animo che non mera sensazione corporea: ond'è che diciamo sovente d'un vestito, d'una persona e d'altro «non mi gusta», ed è quasi un dire che sarebbe per noi un disgusto il portare quel vestito, convivere con quella persona: onde ne concludo che gustare esprime più che il semplice piacere. Gustare la musica, la poesia o altra cosa, è intendersene abbastanza per assaporarne le bellezze, per conoscerne e sentirne la maestria; la musica piace in generale a tutti; ma pochi veramente la gustano. Essere di suo gusto dicesi di cosa che soddisfi un gusto anche passaggiero: i gusti, le inclinazioni cambiano coll'andare degli anni; cambiano talvolta da un giorno all'altro; ciò che è di nostro gusto oggi, visto domani con occhio meno appassionato, a sangue freddo, non lo è più. Essere di suo genio è locuzione più nobile; forse perchè esprime più sovente un sentimento, mentre l'essere di suo gusto serve ed esprime più d'ordinario una sensazione. Dare nel genio è piacere a prima vista, è vero effetto di simpatia: dà nel genio una cosa o una persona a prima vista perchè risponde a certe misteriose condizioni delle quali non ci possiamo rendere precisa ragione. Quando dico: «una cosa mi va al cuore», posso soggiungere: e proprio all'anima; ma dicendo che una cosa va all'anima, si tocca il limite di ogni espressione. Cosa che va al cuore, commuove e persuade; poichè se al cuore risponde ogni sentimento, all'anima risponde ogni sentimento ed ogni raziocinio. [immagine] |
Genio, Piacere - Genio è inclinazione, simpatia, disposizione: in ciò che si fa con genio si riesce bene per lo più: se si conversa e si tratta abitualmente con persone che siano di nostro genio, la vita è un piacere: il convivere con gente antigeniale, antipatica, sarebbe un inferno. Una cosa che vada a genio piace: piace o può piacere in genere anche cosa per cui non s'abbia genio deciso: a chi non piace un bel quadro, una bella sinfonia? a tutti, pochissimi eccettuati: eppure non tutti hanno genio, cioè disposizione per la musica, per la pittura. [immagine] |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Scuola di artiglieria e del genio - (in Metz) - Creata con decreto del 4 ottobre 1802, (12 vendemmiario anno XI) e destinata ad istruire gli ufficiali pel servizio dei regi corpi dell'artiglieria e del genio, Gli alunni che la compongono sono scelti fra quelli della scuola Politennica riconosciuti ammissibili nei servizi pubblici dopo l'esame aperto a tale effetto in ciascun anno. [immagine] |
Genio - Dio della natura, che si adorava come la divinità che dava a tutto l'essere e il moto. Gl'imperj, le provincie, le città ed i luoghi particolari avevano il loro respettivo genio tutelare. A Roma si adorava il genio pubblico, cioè la divinità protettrice dell'impero. Si giurava per il genio degli imperatori, e nel giorno della nascita di questi si facevano a lui libazioni. Anche ciascun uomo aveva il suo genio. Taluni pretendevano che gli uomini ne avessero due: uno buono, il quale portava al bene, e l'altro cattivo, il quale portava al male. Ognuno nel giorno suo onomastico faceva un sacrifizio al proprio genio. Gli Arabi pure ne hanno buoni e cattivi, che dicono siano maschi e femmine; cioè, i maschi, che chiamano Dive, sono brutti e malighi, e fanno guerra alle Peri', vale a dire alle femmine, rappresentate come dolcissime e di beltà straordinaria. [immagine] |
Genio di Socrate - «E' stato scritto molto, (dice La Pilloniere) sopra al Genio famigliare di Socrate: Alcuni hanno sostenuto ch'era un buono, ed altri un cattivo demone. A me pare, che quel Genio non fosse altro se non se la ragione, alla di cui voce mai non fuvvi persona più docile di Socrate.» [immagine] |
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