Garbare, Piacere, Andar a genio, Andare a sangue, Andare a fagiuolo - Una cosa ci garba, per sembrarci ben fatta, ben ordinata e secondo ogni buona regola, perciò l'approviamo e l'accettiamo. - Piace quando ha dell'attrattiva e contenta o i sensi o l'intelletto. - Ci va a genio quando si conforma e risponda al nostro modo di sentire e di pensare. Tal frase si usa anche ellitticamente: «La tal cosa mi va o non mi va.» - [Andare a sangue ha alquanto del materiale nè si direbbe di cose alte e nobili: s'usa più spesso parlando di persone. - «Quel povero vecchione mi par tanto dabbene, e mi va tanto a sangue.» (Varchi). - «Quel superbiosaccio non mi va punto a sangue.» - Andare a fagiuolo suol dirsi familiarmente e un po' bassamente di tutto ciò che ci piace, che ci va a genio. E' una delle frasi toscane che va più a fagiuolo de' toscaneggianti e che più spesso è usata fuori di luogo: nojaltri l'usiamo quasi sempre in ischerzo e ci suona volgaruccia anzi che no. G. F.] [immagine] |
Garbare, Garbeggiare, Andare, Andare a genio, A verso, A sangue, Piacere, Gustare, Essere di suo gusto, Di suo genio, Dare nel genio, Andare al cuore, All’anima - Il fondamento di tutti questi verbi e locuzioni affini è piacere, perchè esprimono tutte un diverso modo o grado dell'impressione aggradevole che una cosa ci fa. Piace ogni cosa che procura un qualche diletto o soddisfazione. Garba ciò che ha quella grazia e appunto quel certo garbo che ci appaga. Garbeggiare è un po' meno di garbare; è un garbare press'a poco. Per andarci, bisogna che una cosa ci persuada, che ci convenga, altrimenti, per fare che altri faccia, non la ci va: in garbare e garbeggiare può aver parte la simpatia; in andare, molto più il raziocinio. Va a verso cosa che vada secondo i nostri desiderii; ci va a verso cosa che è od entra nel nostro modo di vedere, di pensare. Va a sangue cosa che veramente fa pro e grandemente conferisce. Va a genio cosa che è di nostro gusto: ma la cosa che va a verso è già in atto, s'effettua; ciò che va a sangue pare già siasi effettuato; ciò che va a genio non può, sgraziatamente, molte volte effettuarsi. Gustare non dovrebbe esprimere se non ciò che piace al senso del gusto; ma esprime eziandio altre sensazioni, forse a cagione del suo opposto disgustare, da cui disgusto, che, come vedesi, esprime d'ordinario più dispiacere dell'animo che non mera sensazione corporea: ond'è che diciamo sovente d'un vestito, d'una persona e d'altro «non mi gusta», ed è quasi un dire che sarebbe per noi un disgusto il portare quel vestito, convivere con quella persona: onde ne concludo che gustare esprime più che il semplice piacere. Gustare la musica, la poesia o altra cosa, è intendersene abbastanza per assaporarne le bellezze, per conoscerne e sentirne la maestria; la musica piace in generale a tutti; ma pochi veramente la gustano. Essere di suo gusto dicesi di cosa che soddisfi un gusto anche passaggiero: i gusti, le inclinazioni cambiano coll'andare degli anni; cambiano talvolta da un giorno all'altro; ciò che è di nostro gusto oggi, visto domani con occhio meno appassionato, a sangue freddo, non lo è più. Essere di suo genio è locuzione più nobile; forse perchè esprime più sovente un sentimento, mentre l'essere di suo gusto serve ed esprime più d'ordinario una sensazione. Dare nel genio è piacere a prima vista, è vero effetto di simpatia: dà nel genio una cosa o una persona a prima vista perchè risponde a certe misteriose condizioni delle quali non ci possiamo rendere precisa ragione. Quando dico: «una cosa mi va al cuore», posso soggiungere: e proprio all'anima; ma dicendo che una cosa va all'anima, si tocca il limite di ogni espressione. Cosa che va al cuore, commuove e persuade; poichè se al cuore risponde ogni sentimento, all'anima risponde ogni sentimento ed ogni raziocinio. [immagine] |
Garbare - V. n. ass. Gustare, Piacere. (Tom.) Riguarda più d'ordinario sentimento morale, in parte almeno. Mi garba una persona; un suo discorso mi gusta.
Lib. Son. 32. (C) A te il diaquilonne S'impiastrerà in su gli occhi, ch'e' mi garba Vederne fuor la puzza, e poi la barba. Lor. Med. canz. 31. 4. Alle donne molto garba. Fir. Trin. 2. 5. Io rinnegava la pazienza, perchè questo parentado non mi garba.
2. Per Aver garbo; ed anche Venire a proposito, Cadere in acconcio. (Man.) Ciriff. Calv. 1. 18. (C) E così questo malvissuto vecchio, Come gemma in caston proprio qui garba. (Qui ironicamente.)
3. [Cont.] Dare il garbo, la forma al pezzo che si lavora, o all'insieme dei pezzi. Dudleo, Arch. mare. IV. 4. Per mezzo del terzo stromento precedente quadrato si può garbare le coste del vascello da poppa a proda… Garbare i vascelli per mezzo dello strumento. Biring. Pirot. IX. 2. 126. Alcune (boccie) vi sono che hanno le bocche larghe, e sono garbate a modo d'orinali, anzi a similitudine di quelli; e quelle tali, da li distillatori, orinali sono chiamate.
Ass. [Cont.] Dudleo, Arc. mare, IV. 15. Il primo modo di garbare per galere a vogare sia modo sicuro. |