Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
- Nel caso in cui ti trovassi di nuovo nei guai, chiamami.
- "Cui" è ormai usato pochissimo, specie nella lingua parlata; si preferiscono espressioni come "al quale" e simili.
- Il verbale a cui si fa riferimento è il numero 12!
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Citazioni da opere letterarie |
Il «no» di Anna di Luigi Pirandello (1895): Anna un giorno, per accertarsi fino a qual punto fosse arrivata l'intesa tra i due, volle simular di dormire proprio nel momento in cui era solito di venire il dottore. Quel giorno la madre non avrebbe assistito alla visita: Anna stessa l'aveva pregata di mettersi a letto per rifarsi un poco delle veglie durate.
Il re nero di Maico Morellini (2011): Un leggero senso di nausea lo assalì, come sempre, quando entrava nel vivo di un caso. Era inevitabile per lui percepire tutte le sfaccettature oscure del mondo in cui viveva e provarne disgusto. Capire i meccanismi che muovevano la città significa sì saper lavorare bene, ma anche toccare con mano tutti i cancri che vi prosperano, e forse anche quelli che accompagnavano lui stesso da più di quattro anni. Non poteva permettersi una delle sue crisi proprio adesso. Prima doveva vedere una persona. A Modena.
L'Isola dell'Angelo Caduto di Carlo Lucarelli (1999): Valenza si gettò in ginocchio, schiacciandosi dietro una lapide sbeccata. Dal punto in cui era, la curva del terreno gli impediva di vedere, ma era riuscito a sentirle in tempo. Due voci, appena un bisbiglio. A quattro zampe, come un cane, attento a non fare alcun rumore, strisciò nell'erba umida, piantando gli occhi davanti a sé finché non vide. Due persone. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per cui |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: bui, caì, chi, coi, cri, csi, fui, lui, qui, sui. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: auf, bua, bue, bug, bum, bus, due, duo, hub, hum, lue, lux, nut, out, pub, puf, puh, pum, pur, pus, può, qua, rum, sua, sub, sud, sue, sul, suo, suv, tua, tue, tum, tuo. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: ci, cu. |
Zeppe (e aggiunte) |
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: acuì, cubi, cuci, culi, cuoi, cupi, curi. |
Antipodi (con o senza cambio) |
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: giù, più. |
Parole con "cui" |
Finiscono con "cui": acuì, arcui, vacui, evacui, innocui, cospicui, proficui, perspicui, promiscui. |
Contengono "cui": acuii, acuirà, acuire, acuirò, acuita, acuità, acuite, acuiti, acuito, acuiva, acuivi, acuivo, acuiamo, acuiate, acuimmo, acuirai, acuirei, acuirsi, acuisca, acuisce, acuisci, acuisco, acuisse, acuissi, acuiste, acuisti, biscuit, vacuità, acuiremo, acuirete, ... |
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Incastri |
Inserito nella parola ai dà AcuiI; in are dà AcuiRE; in ara dà AcuiRA (acuirà); in aro dà AcuiRO (acuirò); in ava dà AcuiVA; in avi dà AcuiVI; in avo dà AcuiVO; in arai dà AcuiRAI; in arsi dà AcuiRSI; in asce dà AcuiSCE; in asco dà AcuiSCO; in asse dà AcuiSSE; in assi dà AcuiSSI; in aste dà AcuiSTE; in asti dà AcuiSTI; in vasta dà VAcuiSTA; in vaste dà VAcuiSTE; in vasti dà VAcuiSTI. |
Inserendo al suo interno bit si ha CUbitI; con cin si ha CUcinI; con gin si ha CUginI; con cina si ha CUcinaI; con cito si ha CUcitoI; con mula si ha CUmulaI; con rial si ha CUrialI; con tane si ha CUtaneI; con random si ha CUrandomI. |
Lucchetti |
Usando "cui" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ili = culi; * ilo = culo; * ira = cura; * ire = cure; * imani = cumani; * imano = cumano; * irata = curata; * irate = curate; * irati = curati; * irato = curato; * ischi = cuschi; * inetta = cunetta; * inette = cunette; * iprite = cuprite; * ipriti = cupriti; * ispide = cuspide; * ispidi = cuspidi. |
Lucchetti Alterni |
Usando "cui" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * bai = cuba; * ori = cuor; * pii = cupi; * poi = cupo; * rei = cure; * rii = curi; * riai = curia; * citai = cucita; * ratei = curate; * scusi = cuscus; * stomi = custom; * lattai = culatta; * lattei = culatte; * nettai = cunetta; * marinai = cumarina. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "cui" (*) con un'altra parola si può ottenere: alé * = aculei; * cra = cucirà; * oca = cuocia; sci * = scucii; sir * = sicuri; * alma = calumai; * erse = cerusie; * cono = cuciono; * crei = cucirei; * ramo = curiamo; * rate = curiate; * rati = curiati; * rosa = curiosa; * rose = curiose; * rosi = curiosi; * roso = curioso; jazz * = jacuzzi; pelo * = peculio; pena * = pecunia; risa * = ricusai; ... |
Rotazioni |
Slittando le lettere in egual modo si ha: fan, toc. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Chi, Cui, Che - Ricordiamoci che la particella Chi ha in sè virtualmente l'antecedente e il relativo, significando colui il quale, e, quando è interrogativo, valendo qual è quella persona la quale e che per conseguenza male adoperarono e adoprano coloro che l'usarono e l'usano come semplice relativo; per es.: «Me lo ha detto Pietro; a chi l'hai detto tu.» L'ufficio di semplice relativo lo fa la particella Che. - La particella Cui si tenga ben a mente che mai non si usa, per parlar all'antica, nel primo caso, ma rappresenta i casi obliqui della Chi e della Che: per es.: «Quella è la persona di cui ti parlai;», o rispetto al Chi: «A cui non piace, la sputi;» benchè nell'uso familiare si dica Chi anche ne' casi obliqui; per es.: «Riportatela a chi ve l'ha data.» - Alcuni usano la Che relativa anche nel reggimento diretto, e spesso generano anfibologia. Per esempio, se io vo' dire che Cesare calunniò Pietro, e dico Questi è quel Pietro che Cesare calunniò, si resta in dubbio chi dei due è il calunniato; e il dubbio si toglie, dicendo: Pietro cui Cesare calunniò. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Quale (il), Che, Cui, Del quale, Onde - Che, servendo egualmente ai due generi e ai due numeri, può in certi casi riuscire equivoco, ed allora il quale può venire al riparo di questa difficoltà, poichè la qualità prima d'uno scritto ha da essere la chiarezza. Che poi, come più spiccio e più incisivo, è molto più usato in poesia che non il quale, abbenchè anco di questo non manchino esempi in ottimi scrittori; che è d'uso più frequente eziandio nella lingua parlata, ove il gesto o l'inflessione della voce soccorrono alla possibile ambiguità. Cui è dativo stando da sè, ma riceve il di, il per, il con ecc., ed allora è genitivo o ablativo. Cui, per un certo vezzo vicino però troppo all'affettazione, è usato al quarto caso, come in questo o in altri consimili esempi: «non parlo per ora di questa cosa, cui voglio prima ben bene esaminare»: ma vedo che si è ordinariamente in quelle frasi le quali, voltate altrimenti, possono avere il dativo, e così potrebbe invertirsi questa dicendo: «non parlo per ora di questa cosa, alla quale voglio prima prestare seria attenzione». Onde per del quale non mi pare equivalente; starebbe a mio senno meglio d'assai invece dell'ablativo con nome di persona o di luogo, indicando in tal modo la provenienza dai medesimi; ma si suole usare anche in senso di genitivo, ora che si cercano nuove bellezze e nuovi sapori di lingua nell'uso di una certa libertà. [immagine] |
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