Parole Collegate |
»» Sinonimi e contrari di bellezza (splendore, grazia, avvenenza, fascino, ...) |
Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone) |
grande (14%), bruttezza (10%), rara (6%), estetica (3%), donna (3%), incanto (3%), fascino (3%), natura (2%), mediterranea (2%), femminile (2%), interiore (2%), creato (2%), altezza (2%), attrazione (2%), conturbante (2%), unica (2%), effimera (2%), avvenenza (2%). Vedi anche: Parole associate a bellezza. |
Utili Link |
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Informazioni di base |
La parola bellezza è formata da otto lettere, tre vocali e cinque consonanti. In particolare risulta avere due consonanti doppie: ll, zz. Divisione in sillabe: bel-léz-za. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche le pagine frasi con bellezza e canzoni con bellezza per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Uno dei primi effetti della bellezza femminile su di un uomo è quello di levargli l'avarizia. Guido si strinse nelle spalle per significare che di cose tanto insignificanti non si occupava, le stabilì il salario ch'essa riconoscente accettò e le raccomandò con grande serietà di studiare la stenografia. Questa raccomandazione egli la fece solo per riguardo a me col quale s'era compromesso dichiarando che il primo impiegato ch'egli avrebbe assunto sarebbe stato uno stenografo perfetto. Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958): Non era la doratura Cacciata che adesso i decoratori sfoggiano, ma un oro consunta pallido come i capelli di certe bambine del Nord, impegnato a nascondere il proprio valore sotto una pudicizia ormai perduta di materia preziosa che voleva mostrare la propria bellezza e far dimenticare il proprio costo; qua e là sui pannelli nodi di fiori rococò di un colore tanto svanito da non sembrare altro che un effimero rossore dovuto al riflesso dei lampadari. Il paese del vento di Grazia Deledda (1931): Ma poi ha sorriso; e quel suo sorriso è tinto di beffa, forse per il mio smarrimento, per la mia figura, per tutto l'insieme insolito e di una bellezza grottesca, o almeno provinciale. Egli forse sa dei progetti delle nostre famiglie; sa che io sogno di lui, che lo aspetto; e l'anima mia gli piace, attraverso i miei occhi; ma ben altre sono le donne di carne e di sangue, che egli a sua volta desidera. Egli vuole andare nelle grandi città, anzi è già in viaggio verso queste grandi città, dove la vita è tumulto, lotta, piacere; dove l'oro e le passioni umane circolano assieme, e l'uomo fa a meno di Dio. |
Uso in vari contesti |
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Proverbi |
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Espressioni e Modi di Dire |
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Canzoni |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per bellezza |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si può ottenere: bellezze. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: bella, bela, ella, elea. |
Antipodi (con o senza cambio) |
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si può avere: gazzelle. |
Parole contenute in "bellezza" |
bel, elle, belle. Contenute all'inverso: azze. |
Lucchetti |
Usando "bellezza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: gabelle * = gazza; ribelle * = rizza; tabelle * = tazza. |
Lucchetti Alterni |
Usando "bellezza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: gazza * = gabelle; rizza * = ribelle; tazza * = tabelle. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Avvenenza, Bellezza, Grazia, Leggiadria, Attrattiva - Avvenenza è Convenienza aggradevole delle parti e degli atti di una persona. - Bellezza è generico, e si riferisce a persona e ad ogni opera d'arte, e ad animali: essa sta nella proporzione e nell'ordine delle parti, ed anche nel colorito, per modo che guardando, desti in noi un sentimento di piacere e di diletto. Ha molto del relativo, secondo l'idea del bello che ciascuno ha nella mente, e quindi procede la gran varietà di giudizii. - Grazia, significa, più che altro, l'acconcezza dei modi e delle parole, mista a piacevolezza e brio, ma senza verun eccesso. - Leggiadrìa è la parte estrinseca della bellezza. - Le Attrattive sono quelle doti e qualità di una persona, anche non bella, per le quali altri si sente volto ad amarla. Per alcuni, a modo di esempio, è un'attrattiva i capelli brinati in una donna. Nel fatto delle Attrattive c'è molto e molto del relativo; e ciò che dispiace ad uno, può essere un'attrattiva per un altro. [immagine] |
Bellezza, Leggiadria, Vaghezza, Grazia, Venustà - Anche qui parla il Grassi; il suo articolo è lungo, e non in tutto adattato al disegno nostro; ma è così bello e così vero che non posso lasciarlo.
«La Bellezza non è altro che una ordinata concordia e quasi un'armonia occultamente risultante dalla composizione, unione e connessione di più membri diversi, e diversamente da sè e in sè, e secondo la loro propria qualità e bisogno, ben proporzionati e in certo modo belli, i quali, prima che alla conformazione d'un corpo si uniscano, sono tra loro differenti e discrepanti (1). «La Leggiadria (stando sempre all'uomo, anzi più particolarmente alla donna), vien definita dallo stesso Firenzuola in questi termini: «La Leggiadria non è altro che una osservanza di una tacita legge data e promulgata dalla natura nel muovere, portare, adoperare così tutta la persona insieme, come le membra particolari, con grazia, con modestia, con gentilezza, con misura, con garbo; in guisa che nessun movimento, nessun'azione sia senza regola, senza misura o senza disegno.» «Quindi è che la Leggiadria dà l'attrattiva alla Bellezza, la quale per sè non ne ha abbastanza (2) «La grazia, prosegue il Firenzuola, non è altro che uno splendore, il quale si eccita per occulta via da una certa particolar unione di alcuni membri, che noi non sappiamo dire: ei son questi, e' son quelli insieme con ogni consumata bellezza, ovvero perfezione, accozzati e ristretti, e accomodati insieme: il quale splendore si getta agli occhi nostri con tanta lor diligenza, con tanto soddisfacimento del cuore e contento della mente, che subito è lor forza volgere il nostro desio a quei dolci raggi tacitamente .... E chiamasi grazia, perciocchè ella fa grata e cara la persona, in cui risplende questo raggio, questa occulta proporzione si diffonde.» «Vaghezza è da Vago, e questo nome, secondo il Firenzuola, significa tre cose: la prima, Movimento da luogo a luogo, come ben mostra il Petrarca: Riduci i pensier vaghi a miglior loco. «La seconda, Desiderio; come è appresso il medesimo: Io son sì vago di mirar costei. «La terza, Bello. Il Petrarca pure: Gli atti vaghi e gli angelici costumi. Dal primo significato, cioè Movimento, ne è tratto Vagabondo; e da Vagabondo, che è quel medesimo che Vago, ne è tratto il secondo, cioè desideroso; perciocchè una cosa che è in moto e va vagando or quinci or quindi, par che accenda di sè maggior desiderio in altrui, che una che stia ferma e la quale noi possiam vedere a posta nostra. E con ciò sia che paja necessario, che tutte quelle cose noi desideriamo, noi le amiamo; e non si potendo amar cosa, che non sia, o non ci paja, bella, però ha ottenuto l'uso del comune parlare, che Vago significa Bello, e Vaghezza, Bellezza; ma in questo modo particolare nondimeno, che Vaghezza significhi quella Bellezza, che ha in sè tutte quelle parti per le quali chiunque la mira, forza gli è che ne divenga vago, cioè desideroso, e divenutone desideroso, per cercarla e per fruirla, stia sempre in moto col cuore, in viaggio co' pensieri e colla mente, divien vagabondo. «E' dunque Vaghezza una beltà attrattiva, inducente di sè desiderio di contemplarla e di fruirla. «Tanto importa la dignità nell'uomo, quanto la Venustà nelle donne. Perciocchè la dignità nell'uomo non è altro che un aspetto pieno di riverenza e di ammirazione; la Venustà adunque nella donna sarà uno aspetto nobile, casto, virtuoso, riverendo, ammirando e in ogni suo movimento pieno d'una modesta grandezza. «Di fatto, per quanto vaga, leggiadra e bella possa essere una donna scostumata, essa non può più aver vanto di venustà, che sta propriamente nella femminil dignità, che è la modestia, e procede da quella Venere celeste che gli antichi dissero madre di tutte le virtù. «Alcuni di questi nomi si adoperano pure nelle cose delle belle arti, ed hanno in questo caso diversa, ma non opposta definizione: e Bellezza chiamasi comunemente dagli artisti la giusta e squisita proporzione delle parti e dei colori. «La Grazia, dicono i pittori e gli scultori, sta nella movenza, ed è quella piacevolezza di movimento, la quale accresce la bellezza, ed alle volte è più gradita. Si considera nel soave moto di tutto il viso, ed anche negli occhi e nella bocca, nel favellare e nel ridere, nel moto delle mani e d'altre membra, e finalmente nella persona tutta, che soavemente atteggi senza stiracchiamento o affettazione. «Leggiadria è un certo portamento della persona rappresentata in pittura così leggiero ed agile, ch'e' pare che ella si muova, e quasi non abbia peso, ma leggerissimamente si sostenti: è proprio della gioventù. «Bellezza è generico, e si dice di ogni cosa che abbia concordia e buona proporzione di parti. «Leggiadrìa, grazia, e vaghezza possono stare senza la bellezza, ma non la venustà, che è sua compagna. «La leggiadrìa risplende particolarmente nel movimento, la grazia negli atti, la venustà nel contegno. «La vaghezza è piuttosto fuori della persona, è qualità estrinseca, la quale è piuttosto nel desiderio eccitato in altri. «Lasciando de' loro inimitabili pregi, troverai la leggiadria e la vaghezza nell'Ariosto; nel Tasso la grazia e la venustà; la bellezza in tutti e due. «Vaghezza di colori usa il Vasari, e Vago chiamano i pittori un quadro, il merito principale del quale sia nel colorito che alletta i più. «La Leggiadria e la Grazia, parlando d'atti e di movimenti, pare che differiscano particolarmente in questo, che la Leggiadria è più vivace, la Grazia più riposata. La Grazia sfugge ogni sforzo, ogni affettazione; la Leggiadria rende talvolta amabili l'uno e l'altro.» (1) «Comecchè malagevolmente esprimere appunto si possa, che cosa bellezza sia, nondimeno .... voglio che sappi, che dove ha convenevole misura fra le parti verso di sè, e fra le parti e 'l tutto, quivi è la bellezza; e quella cosa veramente bella si può chiamare, in cui la detta misura si trova .... vuole essere la bellezza uno quanto si può il più.» (Casa, Galateo, cap. 26). - «La bellezza non è altro che una grazia, che di proporzione e di convenienza nasce e d'armonia nelle cose; la quale, quanto più è perfetta nei suoi soggetti, tanto più amabili essere ce gli fa e più vaghi; ed è accidente negli uomini non meno dell'animo che del corpo.» (Bembo, Asolani, libro 3). (2) «Non è altro leggiadrìa, che una cotale quasi luce che risplende dalla convenevolezza delle cose, che sono ben composte e ben divisate l'una coll'altra e tutte insieme: senza la qual misura .... la bellezza non è piacevole.» (Galateo, cap. 28). [immagine] |
Bellezza, Belluria, Abbellirsi - La Bellezza non è solo delle persone e delle cose d'arte, ma significa altresì Quantità grande di cose buone e belle. - «In mercato c'è la bellezza delle frutta più squisite; e i venditori si odono gridare: Che bellezza di funghi, di cacciagione!» - Dove c'è tal bellezza, ciascuno si può Abbellire, cioè può Scegliere con ogni agio quel che più gli piace. - «Passi in bottega, e si abbellisca.» - Belluria è Bellezza di apparenza, più di ornamento che di sostanza: i fiori secchi e senza odore, gli ornati varii e senza regola d'arte, sono cose di belluria, son fatte per belluria, cioè fanno spicco alla prima occhiata, ma non hanno pregio intrinseco. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Bellezza, Leggiadria, Venustà, Bello, Leggiadro, Avvenente, Vago - «Bellezza sta nella proporzione e nell'ordine delle parti, e nel colorito; leggiadrìa, nel moto o nella mossa, o nell'atteggiamento, e nella convenienza piacevole. Il bello è regolare, il leggiadro non sempre, ma fornito di grazia. Il bello desta in noi maraviglia talvolta; il leggiadro, piacere». Gatti.
Venustà è quella bellezza piena e solida che potrebbe dirsi bellezza artistica, degna della statuaria; è bellezza maestosa. Avvenente ha una certa affinità d'eufonia con conveniente da poter far credere affini anche le loro significazioni: avenant, dicono i Francesi, qui a bon air, bonne grâce; ora, ciò che ha bella grazia ci conviene più di ciò che l'ha cattiva; onde potrebbe dirsi che l'avvenenza è quella bellezza che maggiormente ci va a genio, e piace a' nostri occhi, ciascuno nel nostro particolare: uno trova avvenente ciò che ad altri non piace punto punto. Ciò che è vago è incerto, sfuggevole; vaghezza poi suona desiderio; onde, vago e vaghezza è quel bello estrinseco che sa destare desiderio di sè, ma forse passeggiero. [immagine] |
Vaghezza, Bellezza, Belluria - La vaghezza è, come già si disse nell'articolo precedente, una bellezza relativa e indeterminata che piace o può piacere pe' suoi capricci e contrasti: la vaghezza di un luogo, la vaghezza de' colori, la vaghezza de' suoni, e perfino dei sentimenti, è una bellezza irregolare, ma pur piccante, nuova, ardita che piace perchè appunto così fatta: non è la bellezza assoluta, artistica, che è regolare, finita e quasi severa. Vaghezza vuole significare eziandio un desiderio capriccioso e mutabile: mi prende vaghezza di vedere il mondo; mi sento vaghezza di udire, di imparare la musica: desiderii o presto appagati o vani. Belluria è un quasi dispregiativo di bellezza; è una bellezza di apparato, tutta esterna, di ostentazione; perchè non fondata sul vero, presto cade e deperisce: così la belluria di uno stil ampolloso, di un parlare anfibologico che a prima vista abbaglia o illude, ma non resiste allo sguardo, non dirò della critica, ma neppure della curiosità. [immagine] |
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