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Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani |
Informazioni di base |
La parola debolezza è formata da nove lettere, quattro vocali e cinque consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: zz. Divisione in sillabe: de-bo-léz-za. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con debolezza per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Il segreto dell'uomo solitario di Grazia Deledda (1921): Cosa che non gli accadeva da anni, sentiva desiderio di piangere. Analizzava questo desiderio, pensava che era effetto di debolezza, perché da vari giorni si nutriva male, e derideva sé stesso. Mangiar bene, bisogna, Cristiano, e tener solido il corpo, del quale l'anima non è che una miserabile serva. Ma con tutto questo il desiderio di piangere non cessava. E pensava a Ghiana, così umile e remissiva, e gli pareva di volerle bene: forse perché non era più tornata. Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Ritenuta ormai impossibile ogni composizione con Giovanni, aveva eletto un antipapa, Nicola V. Marsilio era stato nominato vicario spirituale di Roma, ma per sua colpa, o per sua debolezza, avvenivano in quella città cose assai tristi a riferirsi. Si torturavano sacerdoti fedeli al papa che non volevano dir messa, un priore degli agostiniani era stato gettato nella fossa dei leoni in Campidoglio. Carthago di Franco Forte (2009): Annibale tacque, stringendo i pugni con tanta forza da affondarsi le unghie nei palmi. Aveva in mente la testa di Asdrubale, quando l'aveva vista nella cesta intrisa di sangue; Nova Carthago conquistata e saccheggiata; Magone sconfitto e costretto alla fuga. E soprattutto Himilce e suo figlio, asserragliati in una città che era preda di traditori, che non appena avessero saputo di un segno di debolezza da parte sua non avrebbero esitato a consegnare Cartagine ai romani. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per debolezza |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si può ottenere: debolezze. Con il cambio di doppia si ha: deboletta. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: ebola, elea, bozza. |
Parole contenute in "debolezza" |
deb, olé, debole. Contenute all'inverso: lob, azze, zelo. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Fiacchezza, Fiaccona, Fiaccherella, Debolezza - La Fiacchezza è propriamente, dice il Tommaseo, quel malessere corporeo che è contrario a elasticità e vigore di fibra; e può nascere da cause accidentali, e spesso atmosferiche. - La Fiaccona è spesso conseguenza della fiacchezza; è svogliatezza di operare, un poco cagionata dalla mancanza di vigore e un po' dall'amore all'ozio: e quando essa è momentanea e non viziosa, si dice pure in modo piacevole Fiaccherella. - La Debolezza è mancanza di forze o per malattia o per viltà biasimevole. Si trasporta anche al morale. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Fiocchezza, Fiaccona, Debolezza, Cascaggine - Debolezza è mancanza di forze; fiacchezza, mancanza di vigore, di coraggio. Chi è debole è soggetto a cascare; dunque cascaggine è quella debolezza che viene da languore fisico, da torpore morale, per cui il corpo si acciacca e pare che non possa più reggersi: cascaggine è poi una certa leziosaggine di chi per un certo tuono, già di moda, si dà per debole sempre, spossato, di salute cagionevole: cascaggine, vezzo di chi fa il cascamorto. Animo debole, quello che poco resiste alle attrattive del male; animo fiacco, quello che fa nessuna resistenza, nè è capace nè voglioso di farla. Fiaccona è debolezza, fiacchezza, lentezza passeggera, naturale o affettata: chi parla adagio ha una fiaccona; chi opera con quella lentezza maliziosa che tende a un fine senza parere o dar a dividere, dicesi che colla sua fiaccona giunge a conseguire ciò che ad altri non è riuscito. Si dà della fiaccona a persona pigra eziandio, o così supposta perchè vive in mezzo agli agi, alle comodità. [immagine] |
Debilezza, Debolezza, Debole, Indebolimento - Debilezza, poco usato, lo è soltanto per indicare quella del corpo o di qualche sua parte, come delle gambe, dello stomaco e simili; ma debolezza è meglio detto, a meno forse che non vi si volesse unire l'idea di estrema: a chi non avesse che un filo di fiato si potrebbe, parmi, dire e assai bene: è d'una debilezza estrema, non per altra ragione, se non perchè l'i ha suono più sottile dell'o. La debolezza è uno stato; l'indebolimento un atto, un passaggio. V'ha un indebolimento che non è ancora debolezza; ve n'ha uno che è più, secondo il punto da cui si parte: ad un ammalato in cui l'accesso della febbre sia violento e quasi continuo, si praticano salassi; da ognuno di questi si ottiene o si spera un graduale indebolimento, e nel sistema attuale di cura non si cessano finchè l'ammalato non sia ridotto a debolezza tale da vincere la forza dell'accesso. Debolezza ha senso traslato e morale: molti genitori hanno troppe debolezze per i loro figliuoli e così li educano malamente. Tutti abbiamo le nostre debolezze; per questo, anche i forti cadono, e i giusti falliscono almeno sette volte al giorno. Il debole è la parte da cui l'uomo cede più facilmente, è la debolezza in cui cade più sovente. Tutti abbiamo il nostro debole: i più superbi non vogliono convenirne, e questa è appunto una loro particolare debolezza. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Debolezza - S. f. Astr. di DEBOLE. Debilitas, aureo lat. Bocc. Nov. 77. 50. (C) Ben conobbe lo scolare alla voce la sua debolezza. Red. Lett. 1. 353. Il male di Sua Eminenza è un'itterizia…, accompagnata da' consueti e soliti accidenti… di debolezza di forze… E Cons. 1. 255. Non sentì mai debolezza o fiacchezza, nè mai si lamentò di dolore di testa. [F.T-s.] Cocch. Cons. 1. 119. Una quasi congenita debolezza di quella viscera.
T. Varch. St. Fir. V. La novità ed ingagliardia che non voglio dire debolezza di questa nostra Repubblica. (Tom.) Debolezza d'un sapore, d'un suono; d'una macchina, d'una muraglia; d'una dimostrazione; d'uno Stato. 2. Si dice anche dell'ingegno, o sim. Varch. Lez. II. (M.) Almeno come può la debolezza del nostro ingegno. 3. Per Dappocaggine, Insufficienza, Poca attitudine a fare, dire, ecc. Car. Lett. (Ediz. d'Aldo, 1574.) 1. 264. (M.) In tutto altro, che l'accaderà valersi della mia debolezza, mi troverà sempre diligentissimo. Filic. lett. Red. 198. (Man.) Dirò nondimeno per propria giustificazione quanto mi detta la mia debolezza. 4. Per Cosa dappoco, Scrittura, o altro, di poco merito. Cass. Lett. 1. 275. (M.) L'Eccellenza di sua madre m'ha imposto che ne lo mandi (un sonetto), altrimenti non le sarei venuto innanzi con questa debolezza. Red. Lett. 2. 124. (C) Avrà… occasione a suo tempo di compatir di nuovo le mie debolezze. 5. Dicesi anche fig. parlando delle cose di poca importanza nel loro genere. Car. Lett. 2. 20. (M.) Alla conjettura che fa della debolezza delle mie ragioni,… si sa come la cosa passò. 6. Vale talora Errore, Sproposito; ed in questo senso si usa nel num. del più. Bellin. Lett. Malp. 161. (Man.) Per non essere o da me o dal Borelli ripreso delle molte debolezze che egli stampò sopra questo pesce. 7. Fig. Dicesi in generale dello stato e qualità di qualunque cosa, a cui si attribuisce l'aggiunto di Debole. Debolezza di un ragionamento, ecc. (Fanf.) Magal. Lett. (Mt.) Colpa delle gran debolezze che son costretti a dire per salvare le incongruenze. 8. Dicesi anche delle cose insensate, e vale Difetto di forza sufficiente per checchessia. Vasar. (M.) Fabbrica che non doveva reggersi in piedi per la debolezza delle spalle che aveva. [Cont.] Biring. O. Mec. Picc. X. Da quella parte le cose più facilmente si spingono, dalla quale è maggior debolezza, e però minor resistenza. 9. Detto dell'affievolirsi a poco a poco e venir meno della luce delle stelle, al sopravvenir dell'aurora. Mor. S. Greg. t: 1. f. 2. (Nap. 1745.) (Mt.) Noi veggiamo che lo spazio della notte risplendente per li continui corsi delle stelle che si coricano e si levano, si finisce con gran debolezza del cielo. 10. (Med.) Difetto di forze, d'energia, diminuzione generale o locale assoluta o relativa dell'azione vitale ed organica; diminuzione di un organo, dell'esercizio di una funzione. (Mt.) |
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