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Informazioni utili online sulla parola italiana «patire», il significato, curiosità, coniugazione del verbo, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Patire

Verbo

Patire è un verbo della 3ª coniugazione. È un verbo regolare, sia transitivo che intransitivo. Ha come ausiliare avere. Il participio passato è patito. Il gerundio è patendo. Il participio presente è patente. Vedi: coniugazione del verbo patire.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di patire (tollerare, subire, soffrire, sopportare, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti

Informazioni di base

La parola patire è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (rita). Divisione in sillabe: pa-tì-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con patire per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Avvolte per amore bisogna patire le pene dell'inferno.
  • Bisognerebbe patire la fame per apprezzare quello che ci viene messo in tavola.
  • Da ragazzo non potevo patire quelle che consideravo ingiustizie e mi ribellavo violentemente.
Citazioni da opere letterarie
Il Marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana (1901): Oh! Quando la baronessa cominciava a parlare delle persone di casa sua, non la finiva più; ed era così schietta e sincera da far sospettare che sentisse una specie di compiacimento nel mostrare che, infine, i Roccaverdina appartenevano quasi a una razza diversa dall'ordinaria, non importava se nelle cose buone o nelle cattive. Le donne però vi erano state tutte sante; e forse ella attribuiva un po' di santità anche a sé stessa, pensando ai guai che le aveva fatto patire il barone suo marito.

I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): “ No, no, mamma; no! ” interruppe Lucia: “ non gli augurate di patire, non l'augurate a nessuno! Se sapeste cosa sia patire! Se aveste provato! No, no! preghiamo piuttosto Dio e la Madonna per lui: che Dio gli tocchi il cuore, come ha fatto a quest'altro povero signore, ch'era peggio di lui; e ora è un santo. ”

Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): — Non sta della mia dignità il patire la fame e la miseria coi disgraziati, ma è della dignità tua, o birbone, tendere la trappola a una povera donna, tirarla in casa colle belle, chiudere la chiave dell'uscio, far le moine del gattone, tentarla un po' colle dolci, un po' colle brusche, provarne la virtù coi regalucci? Ah birbonaccio!
Uso in vari contesti
  • Nel 1776, nella Vita della venerabile suor Veronica Giulani, Giovanni Giacomo Romano scrive: "Col suo gran desiderio di patire altro non mirava che spropriarsi d'ogni sua volontà, e vivere una vita tutta a Dio , e niente per se".
  • Il 30 ottobre 2013, Finanzanostop, in un articolo sulle disposizioni che prevedono il blocco del contante, scrive: "Quindi, questi, oltre a patire l'impatto vessatorio dei tributi pretesi dalla stato, subiscono anche un aggravio di costi amministrativi".

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per patire
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: patere, patirà, patirò, patite, satire.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: satira, satiri, satiro.
Scarti
Togliendo tutte le lettere in posizione dispari si ha: aie.
Altri scarti con resto non consecutivo: paté, pare, atre.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: partire, patirei.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: ferita, merita, nerita, verità.
Parole con "patire"
Iniziano con "patire": patirei, patiremo, patirete, patirebbe, patiremmo, patireste, patiresti, patirebbero.
Finiscono con "patire": compatire.
Parole contenute in "patire"
ire, tir, patì. Contenute all'inverso: eri, tap, rita.
Incastri
Inserendo al suo interno est si ha PATIRestE; con nato si ha PATInatoRE.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "patire" si può ottenere dalle seguenti coppie: patiamo/amore, patii/ire, patimenti/mentire, patimento/mentore, patio/ore, patita/tare.
Usando "patire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * tirerà = para; papati * = pare; * tirerò = paro; pepati * = pere; rapati * = rare; * tirella = palla; * tirelle = palle; * tirerai = parai; * tirerei = parei; * tiretti = patti; * tiretto = patto; allupati * = allure; * tirerete = parete; * rena = patina; * rete = patite; * reti = patiti; sapa * = satire; accorpati * = accorre; * tireremmo = paremmo; * tirereste = pareste; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "patire" si può ottenere dalle seguenti coppie: patita/atre, patito/otre.
Usando "patire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * eritrei = parei; * eritreo = pareo; * erta = patita; * erte = patite; * erti = patiti; * erto = patito; * eritremia = paremia; * eritremie = paremie; * errai = patirai.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "patire" si può ottenere dalle seguenti coppie: rapa/tirerà, ipati/rei, stipati/resti.
Usando "patire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: tirerà * = rapa; * stipati = resti; * rapa = tirerà; resti * = stipati.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "patire" si può ottenere dalle seguenti coppie: palla/tirella, palle/tirelle, para/tirerà, parai/tirerai, parei/tirerei, paremmo/tireremmo, pareste/tirereste, paresti/tireresti, parete/tirerete, paro/tirerò, patti/tiretti, patto/tiretto, patii/rei, patina/rena, patinato/renato, patio/reo, patisse/resse, patissero/ressero, patissi/ressi, patiste/reste, patisti/resti...
Usando "patire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: pare * = papati; * tare = patita; pere * = pepati; rare * = rapati; * amore = patiamo; * aie = patirai; * patti = tiretti; * patto = tiretto; allure * = allupati; * remore = patiremo; accorre * = accorpati; * mentore = patimento.
Sciarade incatenate
La parola "patire" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: patì+ire.
Intarsi e sciarade alterne
"patire" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: par/tiè, pi/atre.
Intrecciando le lettere di "patire" (*) con un'altra parola si può ottenere: * se = pastiere; dir * = dipartire; * tute = pattuirete; * regga = parteggiare; * segga = pasteggiare; * linfe = platinifere.
Quiz - indovina la soluzione
Definizioni da Cruciverba: Il patio degli Italiani, Patirono l'ira di Achille, Un tema da riviste patinate, Chi patisce una violenza, Può essere patinata.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Patire, Soffrire, Penare, Spasimare - Parlandosi di dolore fisico, Patire suol dirsi di quello che non è gravissimo, ma assai lungo, e quasi abituale. - «E' a letto e patisce. - Patisce di mal caduto.» - Più grave, e spesso momentaneo o temporario, è il Soffrire. - Acuto e gravissimo è il dolore onde si dà idea dal verbo Penare. - Viene per ultimo lo Spasimare, che accenna a dolore tormentosissimo e da non poterlo comportare senza quasi sentirsi venir meno. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Tollerare, Soffrire, Permettere, Sopportare, Comportare, Patire - Altro è tollerare, altro è permettere; il primo è non opporsi a che una cosa esista, e vada succedendo nelle sue conseguenze; il secondo è un quasi autorizzarla: tollero nella gioventù qualche scappata; non permetterei però che mancasse in nulla alle leggi dell'onore, ai doveri di cittadino. Soffrire è quel non potersi opporre a cosa manifestamente ingiusta e disonesta: l'umile soffre volentieri di vedersi pretermesso a meno degli di lui; ma l'animo dell'uomo probo mal soffre che vi siano al mondo conculcatori e prepotenti. Soffrire ha in certi casi un senso ironico che gli altri affini non esprimono così bene: lo soffro, si dirà d'un bonuomo, perchè conosco la sua ignoranza, e vale, lo compatisco. Il sopportare è atto di lunganime pazienza; il comportare è conseguenza di un certo calcolo per cui pesati i pregi e i difetti, si vede che questi almeno non eccedono: il povero se sopporta in pace le privazioni e i patimenti avrà in fine molto meritato; si comportano nella vita que' mali che sono retaggio dell'umanità, purchè un qualche bene li compensi, purchè l'onore sia salvo. Patire è un tollerare, anzi un soffrire per forza: v'ha chi patisce proprio a veder commettere ingiustizie e non potervisi opporre; v'ha chi le soffre purchè non lo tocchino direttamente; v'ha infine chi le tollera perchè spera gli tornino in qualche vantaggio: questa tolleranza è allora un'ingiustizia, per poco non dissi un delitto; quella sofferenza, una debolezza; quel patire invece è un atto almeno virtuoso e meritorio. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Patire - e † PATERE. V. a. e N. ass. Aff. al lat. aur. Pati. Soggiacere all'operazione, Ricevere l'operar dell'agente. Opposto a Fare. Dant. Purg. 25. (C)L'un disposto a patire, l'altro a fare. E Par. 4. Se violenza è quando quel, che pate Neente conferisce a quel, che sforza. Amm. ant. 33. 1. 6. Niuna scusa hai tu, quando secondo la tua sentenzia sei giudicato, e quello che tu hai fatto, tu pati. Cavalc. Med. cuor. 1. (M.) Ponghiamo che molti si trovano disposti a fare ogni bene in digiuni, limosine e viaggi, ed essere casti, e virtuosi per molti modi; pur nientedimeno non sono acconci a volentieri, e pazientemente male patire. Amm. ant. 37. 1. 9. Non è leggier cosa con posata mente patire li beni e gli agi. Omel. S. Greg. 2. 247. (Mt.) Quelli tormenti ci sono acerbissimi i quali noi patiamo da coloro… E 248. La trasgressione tanto più gravemente io ho sostenuto, quanto l'ho patita da colui, il quale pareva che fosse mio.

Patir forza, vale Ricevere impressione violenta contro la propria natura, o volontà. Sagg. nat. esp. 44. (C) Si vede manifestamente che il cilindro dell'argento vivo, che le sta sotto, patisce forza.

[Camp.] Bib. Ep. Can. IV. 3. Quelli che avrà la sustanza del mondo, e vedrà lo fratello suo patere (habere necessitatem), e chiuderà le sue interiora da lui, com' è in lui la carità di Dio? E Purg. S. Patr. Allora li Demonii dissero allo cavaliero: che se ello non tornasse in retro, che essi li facevano patere tutte quelle pene. E Med. Pass. G. C. E però lasciò alla santa carne di Jesù Cristo patere l'acerba pena senza divina consolazione. E S. Ag. Solil. 2. E non temo come è grande la penalità e calamità che pato. E ivi, 31. Unico figliuolo di Dio, dignasti di pater morte…

2. [Camp.] Per Ricevere in sè, Lasciarsi compenetrare ecc. D. 3. 2. S'io era corpo, e qui non si concepe Com'una dimensione altra patío. E vuol dire: Se qui non si può intendere come un solido possa in sè riceverne un altro, contro le leggí della impenetrabilità.

3. Per Sopportare, Comportare, Sofferire. But. Purg. 10. 1. (C) Questa istoria è contro lo superbo, che non pate suoi pari. Bocc. Introd. O che natura del malore nol patisse, o che… E nov. 6. g. 4. tit. Il Podestà la vuole sforzare, ella nol patisce. E nov. 7. g. 4. La cui innocenzia, non patì la fortuna, che sotto la testimonianza cadesse dello Stramba, e dell'Atticiato. E nov. 6. g. 9. Il cuore non mi patirebbe per niuna maniera di vederti, o di sentirti tra le mani a niuno. Bern. Orl. Inn. 4. 4. Pari è la stizza, e la forza, e l'ardire, Ma il conte Orlando non la può patire.Vit. SS. Pad. 1. 75. (Man.) Oimè, perchè ci venni, quanti tormenti son quelli che io pato! [Giust.] Arr. da Settim. Tratt. cont. all'avvers. Lib. I.La palidezza parla quel ch'io patisco.

4. Patir fame, sete, e sim. Aver fame, sete, e o non potersela levare, o deliberatamente sostenerla. Vit. S. Onofr. 142. (Man.) E se patiamo fame e sete, immantinente siamo sovvenuti.

Patire voglia, o la voglia di checchessia, vale Non disbramarsene, Restarne privo. Bocc. Nov. 6. g. 3. (C) Ma se Dio mi dea la grazia sua, io te ne farò ancor patir voglia. Pros. Fior. Matt. Franz. 4. 1. 50. (M.) In somma io sono disposto a non richieder persona, e patirmi ogni voglia.

Cr. 9. 25. 3. (C) Ancora vi vale il grano ben cotto, e messo in un sacchetto caldo quanto patir si potrà. Bocc. Nov. g. 3. Intr. Quante, e quali, e come ordinate poste fossero le piante, che erano in quel luogo, lungo sarebbe a raccontare; ma niuna n'è laudevole, la quale il nostro aere patisca, di che quivi non sia abbondevolmente (cioè: ami, gli si affaccia, provi in esso).

N. pass. [Camp.] Patirsi per Sofferirsi, Tollerare se stesso e simili. Fior. S. Franc. Io voglio che tu mi lavi tutto quanto; imperocchè io puzzo sì fortemente, ch'io medesimo non mi posso patire. = Vit. SS. Pad. 1. 195. (M.) E domandandola santa Melania come vi potesse patire (in quella tomba, ovvero sepolcro), e che vita fosse la sua. E 1. 158. E sì terribile (il luogo), che non vi potrebbe patire ogni uomo.

5. Altri modi in vario senso.

Non poter patir alcuno, vale Averlo a noja. Bocc. Nov. 10. g. 10. (C) I sudditi non potevan patir quella fanciulla di lei nata. Fir. Luc. 2. 4. Io ve n'arò obbligo, chè non lo posso patire. E Dial. bell. donn. 339. La mia comare, che era bellissima, il marito non la soleva poter patire.

6. [Camp.] Per Soffrire passione e morte. D. 3. 27. Così Beatrice trasmutò sembianza; E tal ecclissi, credo, che 'n ciel fue, Quando patì la suprema Possanza.

7. Di pena, che ora mal dicono troppi Subire. Macchiav. Op. 2. 450. (Gh.) Ciascuno d'essi, insieme con i conscii dei loro segreti, dei malvagi pensieri loro patirono giustissime pene. [Laz.] B. Giord. Pred. 2. Diede loro a patire pene, ed essere perseguitati e calunniati.

8. Patir le pene o la pena di checchessia, vale Soffrire il danno che ne proviene, Pagarne il fio. Bern. Orl. Inn. 30. 78. (C) Che se per sorte nasceva cristiano, La nostra fe' ne pativa le pene. Ovid. Simint. 1. 16. (Man.) Tutti tostamente patiscono le pene, le quali eglino sono degni di sostenere. Nov. ant. Stamp. ant. 36. 5. Onde li giusti patiro la pena d'alquanti che peccaro.

9. [Camp.] Per Resistere, Non esser vinto. D. 3. 20. La parte in me che vede e pate il Sole Nelle aguglie mortali. (L'occhio. Parla un animale formato di re).

10. Trasl. Essere o Andare soggetto. Red. Vip. 1. 71. (M.) Questo insegnamento ha patito eccezione in un virtuoso e nobilissimo gentiluomo di abito e di corpo gracile piuttosto che no. Bart. Ortogr. 2. 4. (Man.) Che altro posso che darla (la regola) per fallevole in essi, e ripararmi a quel comun rifugio del patire ogni regola qualche eccezione? [Val.] Fag. Rim. 3. 146. La regola patisce d'eccezione. = Salvin. Disc. 1. 361. (M.) I precetti sono buoni, ma sono talvolta come le speculazioni matematiche, le quali adattate alla materia, patiscono le loro tare.

Per Ammettere, Dar luogo. Gal. Sist. 455. (Man.) Quando altro non ci aveste arrecato, che quella prima generale proposizione, che a me par che non patisca replica alcuna.

Non patir difetto, vale Avere il suo corso, Essere adempiuto. Bocc. Filoc. l. 2. p. 203. (Gh.) Gittalo in quel fuoco dov'egli (il siniscalco Massamutino) fatto avea giudicare Biancofiore, acciocchè la giustizia per noi non patisca difetto.

Non patir dimora, o sim., vale Non ammettere indugio. (C)

11. Patire, dicesi frequentemente per Provare afflizione, e dolore, molestia, o rincrescimento, come: lo patisco a veder tormentare i rei. Serm. S. Agost. (C) Sia chiuso adunque l'occhio, e pata, acciò non vegga quello, che diletta.

12. Patire, si dice di checchessia, che riceva anche in se stesso danno, e patimento; come: Il muro ha patito, Il grano ha patito, La campagna patisce. (C) [Cont.] Cart. Art. ined. G. III. 132. Le tele sono arrivate a salvamento sane, e si sono scassate, e non hanno patito di niente; e, perchè loro ed io arrivammo quasi a un'ora, trovai ch'elle non erano scassate, ma poco ch'io stavo più non potevano i monaci nè meno lo abate aver pazienzia. Doc. Arte. San. M. III. 162. Se per difetto de l'esser mal ferrato, l'armario patisse, detto Giovan Battista sia obrigato mantenerlo anni tre da oggi: assettandolo sempre dentro a questo tempo. Vas. V. Pit. Scul. Arch. II. 248. Il palazzo pubblico della Signoria cominciò a minacciare rovina, perchè alcune colonne del cortile pativano o fusse ciò perchè il troppo peso di sopra le caricasse, o pure il fondamento debole e bieco, e forse ancora perchè erano di pezzi mal commessi e mal murati.

[Cont.] Cell. Scul. 3. Ti saria di necessità di volgere e rivolgere la tua forma, per la qual cosa la detta patisce, e va a pericolo di guastarsi.

[Cont.] Specialmente delle piante, come dotate di senso e de' loro prodotti. Sod. Arb. 261. Meglio è,… non gli avvezzare a questo (annaffiare) che daranno tuttavia più dissapite frutte, e squacquerate, andandosene in foglie e rigoglio; e meglio è piuttosto d'ogni tempo che si conosca ch'e' patiscono. G. Suor. M. C. Lett. 98. S'è travasato in un'altra botte (il vino) per levarlo di sopra quel letto, si starà a vedere qualche giorno, e se non migliorerà bisognerà vedere di contrattarlo avanti che si guasti affatto: questo è quanto alla botte che già gli avevo avvisato che cominciava a patire, l'altra per ancora si mantiene molto buona.

13. † Smaltire, Digerire. V. PATITO, § ultimo. T. Viene dal signif. ordin. del soffrire un cibo, ch'è la prima condizione del poter digerirlo. Non credo abbia che fare con Apopatèo, Apopàtema, Secessus. = Dant. Conv. 53. (C) Questi prendano la mia vivanda col pane, che lo farà loro e gustare, e patire. Cr. 5. 10. 16. Se troverrà lo stomaco mondificato, e voto d'umori, si patisce bene (il fico secco), e genera laudabil sangue. Franc. Sacch. nov. 77. Se m'avesse data la lepre, io l'arei mangiata, e patita; ma la vergogna non si sarebbe patita. E nov. 87. E però è grazia di Dio d'avere sì fatto stomaco, che ogni cosa patisca. E nov. 125. Fassi macinare il grano intignato, e l'altre vivande, di quelle che non piacciono a noi, le diamo a Cristo. Crediamo che sia struzzolo, che patisce il ferro. [Laz.] Reg. Past. S. Greg. 3. 15. Siccome nel ventre si patiscono e consumano i cibi che si mangiano, così nella mente si trattano e rugomansi tutte le cogitazioni che si pensano.

14. Per Tollerare, Lasciar correre, Permettere. Cavalc. Pungil. 274. (M.) Onde maraviglia è, come questo male si patisce, o permette fra i Cristiani, e come non si punisce dalle Signoríe. [Camp.] S. Gir. Pist. 29. Infino a quanto si patisce che questa generazione detestabile di monaci non si cacci della città, o non siano morti co' sassi, o non sieno gittati nel mare? [Laz.] Dial. S. Greg. 1. 10. Ma ciò fare non mi pare che lo tempo d'oggi il patisca.

15. Patir di renella, di stomaco, e sim. vale Essere sottoposto a malattia di renella, di stomaco ecc. Red. Esp. nat. 62. (C) Fa menzione di alcune pietruzze… predicandole molto profittevoli a coloro che patiscono di renella. E Cons. 1. 26. Coloro che patiscono podagra, patiscono anco di nefritide. E 123. (M.) Poco fa ha patito di febbri, e di flussioni podagriche.

16. Patir d'una cosa, vale Averne carestia; come Patir di pani, di denari, o simili cose necessarie. Bocc. Nov. 10. g. 8. (C) Dunque tu hai patito disagio di denari? oh perchè non me ne richiedevi tu? Bemb. Stor. 3. 9. Avendo i Pisani grande carestia di vettovaglia, e molto patendone. Guicc. Stor. 18. 59. Delle quali (vettovaglie) anche pativa l'esercito che si ammassava a Ferentino. Tac. Dav. Stor. 2. 39. Quattro miglia più innanzi a Bedriaco piacque ripiantare il campo; sì male inteso, che di primavera, con tanti fiumi intorno, pativan d'acqua. Car. Oraz. S. Greg. 124. (Man.) E di quel che hanno d'avanzo essi non vogliono sovvenir quelli che ne patiscono estrema necessità Magaz. Cultiv. Tos. p. 54, lin. ult. (Gh.) Si trapiantano li sedani in fossette,… in terren buono, e non vogliono patir d'acqua;…

† Patir di alcuno, vale Essere privo delta sua compagnia, o mediazione, o protezione. Sassett. Lett. 13. (Man.) Un certo messer Cammillo che stanotte venne costì in poste, dice, per ritornare fra tre giorni, talchè non patiremo di lui.

[G.M.] E assol. Non si lasciar patire; Custodirsi bene; Non lasciarsi mancar nulla. E per iron. Curar troppo la salute, le delicatezze.

17. Patire l'animo di fare una cosa, vale Avere il coraggio, la durezza di fare una cosa; ed usasi per lo più con la negazione. Tac. Dav. Ann. 6. 30 Post. 2. (Man.) Al popolo che ne aveva l'appello, non ne patì l'animo, e liberollo.

[Laz.] Anche Patire il cuore, vale lo stesso Cavalc. Pungil. c. 2. Per nessuno modo li potè patire il cuore di saettarlo, ma piuttosto voleva perdere l'eredità. E appresso: Se noi fossimo veri figliuoli d'Iddio, non ci potrebbe patire il cuore di saettarlo, o di vederlo, o d'udirlo saettare con tante ingiurie e villaníe.

[T.] Il senso sempl. contr. dell'Operare, cioè Ricevere l'impressione d'un'azione invece di darla. Quindi quel di Sentire il dolore dell'impressione ricevuta Questo di soli gli enti sensibili. Quindi quel di sostenere più o men fortemente il dolore. Quindi quel di comportare, concedere, cioè liberamente consentire all'azione altrui, la sia o no molesta. (Rosm.) C'è un patire che cangia l'identità del subietto, e un altro che non la cangia, e un patire che spetta a un subietto attivo, e uno ch'è ricevuto in un subietto inerte. T. D. 2. 25. Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme (il seme del maschio e l'umor della femmina), L'un disposto a patire, e l'altro a fare… E, giunto lui, comincia ad operare (ma il femmineo ha pure la sua azione, e il maschile qualcosa patisce). – Guerre fatte e patite.

II. L'uso più regolare è la forma attiva, e il più com. di impressione dolorosa. Senso corp. T. Patire molestia più o men dolorosa, fino all'estremo tormento.

T. Patire la fame, e in tale o tal caso; e, per estens., non soddisfare sufficientemente al bisogno dell'appetito, anche non essendo affamati, o avendo cibi, ma non di quelli che l'uomo appetisce. – A costo di patire la fame, modo enf., A costo della povertà, del disagio. Prov. Tosc. 249. Patire carestia.

III. Ass., che è, o pare, neut. T. Patire d'un male; d'asma, di gotta. – Patisco di dolori per la vita. – Altro è Patire un dolore, che può valere Sostenerlo con sofferenza; altro è D'un, che vale il mal essere più o meno molesto, e abituale o prolungato per qualche tempo.

T. Ass. sottint. non solo Dolore, ma Incomodo con pericolo di dolore o di malattia. Patire tanto l'inverno in quella casa. – Patire di freddo,sentirne gli effetti più o men dolorosi; Patire il freddo, averne l'impressione attuale.

T. Si patisce in un viaggio e disagi e mali e pericoli. – Arrivò felicemente senza patire.

IV. Ass. segnatam. del vitto. T. Prov. Tosc. 111. Quando si ha una piccola villa, non patisce di fame la famiglia. – Nel mangiare non pativa,Si nutriva assai, e di cose non dispiacenti. Mangiare da non patire. – Ho da campare senza patire.

Senso più gen. T. Non fa patire la famiglia, nè di mangiare nè dell'altre cose occorrenti.

Altro senso ancora più gen. T. Prov. Tosc. 50. Chi è brutta, e bella vuol parere, pena e patisce per bella parere.

V. Di malattia segnatam. corp., ass. T. Patisce de' denti. – Per estens., Patisce nel cervello, o, accennando con mano, Patisce qui, chi è alterato di mente o fantàstico o strano.

VI. Senso mor. att. T. Finirei di patire tante angustie. Ap. Chi vuole in Cristo vivere piamente, patirà per la giustizia persecuzione. – Quante angherie mi è toccato patire!

T. Potrebbe prendersi per att. anche questo: Patire venti giorni di segrete.

T. Patisco un po' di rossore. – Patisco io più rossore di loro. – Lo so io quel ch'ho patito!

VII. Senso mor. a modo di neut. T. Ho patito molto per cagione sua. Se molto è avv., il verbo è neut.; se no, att. – Se uno deve patire, devo essere io quella.

T. Eredità della rivoluzione, Sequele di cui i successori patiscono e i posteri: ma tra queste è eziandio qualche bene non voluto dagli uomini, ordinato da Dio. – Ognun patisce del suo mestiere (i disagi, i danni, i difetti, inerenti ai pregi e ai vantaggi).

T. Colla negaz., altro senso. Non mi patisce il cuore, aff. a Non mi dà l'animo: ma questi due concernono idea di coraggio; Patire, senso di pietà e compassione. Non soffre il cuore, dicesi, meglio che col me, coll'a lui.

VIII. Di dispiacere causato da danno. T. Ogni moneta che baratto mi patisce il cuore (di gualsiasi dispiacenza viva). Prov. Tosc. 28. È meglio dare e pentire, che tenere e patire (in gen; ma segnatam. del bestiame, che è meglio darlo con poco guadagno, che tenerlo con scapito).

IX. Usi com. e al corp. e al mor. Att. T. Se dovesse avere il male che mi ha fatto soffrire, avrebbe molto a patire. Qui sentesi distinz. tra Patiree Soffrire. Soffrire è talvolta più; poi dice talvolta il patire con meritoria pazienza. – Quante pene patisco! – Quel che non mi è toccato patire! – Ho patito troppo. – Iddio solo sa quello che ho patito. Prov. Tosc. 245. Quel che fu duro a patire, è dolce a ricordare.

T. Patire il martirio, non solam. nel pr. rel., ma per estens. e per iperb. Ogni grave dolore e anche noia.

Ass. e quasi neut. T. Quanto è che patisco. – Patire per altri, per altrui colpa, o per amore altrui, per giovare. – Beato chi patisce.

T. Far patire, quasi sempre deliberatam., se non per mal animo, per noncuranza o per leggerezza.

X. Della passione del Redentore, non solo nei dolori esterni ma in quanto per tutta la vita patì. T. Vang. Così conveniva che Cristo patisse. E: Così e il Figlio dell'uomo patirà da loro. Segner. Op. 2. 474. A proporzione di un tal furore fu quell'acerbità di dolori che Cristo elesse a patire.

XI. Senso di merito e di virtù T. Patire ingiuria, non è sempre un Soffrirla. Chi la respinge o bramerebbe respingerla da sè, l'ha patita, non sofferta. Taluni soffrono le ingiurie fatte ad altri, non le vietano e non le riparano, appunto perchè non le patiscono essi. Ma si può eziandio fortemente patire. T. Ap. Vi è dato da Dio non solamente credere in lui, ma anche patire per esso. [Pol.] S. Greg. Om. 2. 3. Quelli che fuggono di patire per Dio asprezze, militano non al celestiale, ma al terreno regno.

XII. Aff. a Comportare. T. Se non sapete patire nè la libertà la schiavitù, doletevi di voi stessi. – Non lo posso patire, d'un cibo, d'una vista, d'una pers. Ma chi dice così per non voler patire, patisce di più.

Col Di e l'inf. T. Savon. Regg. Stat. 2. 2. Non può (il tiranno) patire di udire lodar altri, benchè molte volte dissimuli.

Di Dio, impr. [Pol.] S. Greg. Omel. 6. 7. Apertamente istordisce i peccatori, e nondimeno ancora li patisce.

Altra fig. T. Il suo interesse non ci patisce punto. – Ne patisce la borsa; peggio che la borsa, ci patisce la fama, l'onore.

XIII. D'anim. T. Cr. 9. 74. Guardare gli agnelli dal freddo e dal caldo, acciocchè non patiscano.

XIV. Di piante. T. Soder. Colt. 10. I magliuoli, che per qualunque accidente, o colti d'un pezzo addietro, o come che sia, abbiano un po' patito…, fanno miglior prova assai che…

XV. T. Merce, Quadro che ha patito; Danneggiati dal trasporto, dal tempo. – Patire danno, e le pers. e le cose.

XVI. Con partic. V. anco il num. III. T. Patire un male, dice il senso attuale; D'un male, lo stato abit. e frequente. Tr. Patisce di vanità, chi è vano; Patisce l'altrui vanità o non la può patire, chi ne soffre o ne è impaziente; Patisce dell'altrui vanità, chi n'ha dolore o parte di danno.

T. Col Di, può denotare non la causa ma l'oggetto in cui si patice. Di vitto non patisco.

T. Col Da, la cagione. Vang. Aveva molto patito da' medici.

T. Coll'In, dice il soggetto. Patire nella salute.

T. Ci patisco, e del corpo e dell'animo, e di grave e di leggiero dolore, e anche d'incomodo e disagio. Ci si patisce in quel soggiorno. – Ci patisco a sentire certe lodi così mal misurate che paiono pugni. Patire col Ci, dice un po' più e un po' meno che col Ne. Ci patisco. dice un po' più, in quanto la mia riflessione attende quasi alla cosa molesta per patirne; ma Ne patisco, in altro senso, dice più in quanto non posso con la mia attività liberarmi da quel patire e non lo sentire punto. Ma il Ci usasi di noja leggiera; il Ne di patimento più vero: Il generoso a sentire le lodi proprie ci patisce; al sentire i biasimi altrui, ne patisce. – Temo che lei ne patisca per me.

XVII. Forma gramm. T. Pate per Patisce, come Fiere per Ferisce, D. 3. 4. E 20. Pate, fuor di rima. Pate e Patono vivono in qualche dial. tosc. Pato e Pati, più vieti. Patiamo, non suonerebbe bene. Nè che io, tu, egli, pata.

XVIII. A modo di sost. T. Al senso del patire. Un gran patire. – Un patire lento. [L.B.] Fam., minaccia di cel. o seria, Ti levo di patire, con parole o con atti accennando colpi da misurare; come dire: Ti libero dalle noie di questa terra.

T. Plur. fam. Tosc. Di que' patiri! E anche fuor di Toscana ce n'è di bisogno. D. 2. 19. Soffriri; e fa rima provvida con Saliri. E certi abbracciari e baciari del Novelliere, son pure patiri. Amen.
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Parole di sei lettere: pathos, patina, patirà « patire » patirò, patita, patite
Lista Verbi: pastificare, pastorizzare « patire » patrocinare, patteggiare
Vocabolario inverso (per trovare le rime): riappassire, ispessire, inspessire, arrossire, tossire, ritossire, brusire « patire (eritap) » compatire, satire, inebetire, acetire, appetire, irretire, smaltire
Indice parole che: iniziano con P, con PA, parole che iniziano con PAT, finiscono con E

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