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Informazioni utili online sulla parola italiana «ironia», il significato, curiosità, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Ironia

Parole Collegate

Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
sorte (19%), sarcasmo (15%), satira (10%), sottile (6%), scherzo (5%), umorismo (3%), pungente (3%), risata (3%), simpatia (3%), sorriso (2%), ridere (2%), spirito (2%), ilarità (2%). Vedi anche: Parole associate a ironia.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola ironia è formata da sei lettere, quattro vocali e due consonanti. Divisione in sillabe: i-ro-nì-a. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con ironia e canzoni con ironia per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • L'ironia è un'arma molto potente per esporre il proprio pensiero.
  • Per vivere spensierati bisogna prendere tutto con ironia!
  • A volte, fare dell'ironia può risultare offensivo.
Citazioni da opere letterarie
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): «Bene» fece il capitano. «Adesso bisogna trovare una strada, non ci sono che questi pochi metri per arrivare alla cima.» «Come? È subito là dietro la cima?» chiese il tenente con un'indefinibile ironia che il Monti non sospettò nemmeno. «Non sono neanche dodici metri» imprecava il capitano. «Perdio, voglio vedere se non passo. A costo di... »

Le figurine di Adolfo Albertazzi (1918): — Di dove venite? — Dal Trentino. — E siete in licenza? — Sì. Otto giorni di licenza straordinaria. Vado a casa a divertirmi. - Ora sorrise; ma l'ironia si adattava così male a quella sua faccia di uomo sano e florido e a quei suoi occhi chiariti dall'anima schietta e semplice, che gli ascoltatori rimasero incerti. — Mi è morta la moglie quasi all'improvviso. — Dimenando la testa significava: — Questa doveva capitar proprio a me!

La Storia di Elsa Morante (1974): D'un tratto gli pare che una mano da un finestrino gli sventoli un fazzoletto… e tanto basta a dargli una commozione infinita. Si agita per rispondere, ma si accorge che quel fazzoletto laggiù è un brutto straccio insanguinato, e intuisce che dietro mezzo nascosto c'è un sorriso orribile, d'incriminazione e d'ironia. «È un sogno», si ricorda, per consolarsi; ma pure non gli importa di affrettare il risveglio, perché sa che, tanto, esso non sarà altro che una continuazione lunga lunga di questo sogno.
Uso in vari contesti
  • Nel 1840, sulla Rivista viennese, compare: "Ma da che cosa nasce quest'ironia? Nasce dal sentir tanto vivamente ciò che vogliamo manifestare, che non trovando parole adeguate ad esprimerci positivamente, o essendoci vietato da cause esterne di farlo, ricorriamo al modo negativo e biasimiamo lodando".
  • Il 21 ottobre 2013, il quotidiano la Repubblica, in un articolo sul guasto del social network Facebook, scrive: "Su Twitter il malfunzionamento del social di Zuckerberg è diventato in pochi minuti trending topic con l'hashtag facebookdown, tra ironia e preoccupazione".

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per ironia
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: ironie.
Scarti
Togliendo tutte le lettere in posizione dispari si ha: rna.
Altri scarti con resto non consecutivo: ioni, inia.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: ironica.
Parole con "ironia"
Finiscono con "ironia": autoironia.
Contengono "ironia": tironiana, tironiane, tironiani, tironiano.
Parole contenute in "ironia"
Contenute all'inverso: ori, nori.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "ironia" si può ottenere dalle seguenti coppie: ira/aonia, iroso/sonia.
Usando "ironia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: bai * = baronia; * azza = ironizza; * azzera = ironizzerà; * azzero = ironizzerò; * azzerai = ironizzerai.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "ironia" si può ottenere dalle seguenti coppie: irta/atonia.
Usando "ironia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: canori * = caia; sonori * = soia; maori * = mania; pignori * = pigia; afri * = afonia; agri * = agonia; apri * = aponia; atri * = atonia; meri * = meonia; peri * = peonia; antri * = antonia; barri * = baronia; estri * = estonia.
Cerniere
Usando "ironia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: ava * = vaironi.
Lucchetti Alterni
Usando "ironia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: zampa * = zampironi.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "ironia" (*) con un'altra parola si può ottenere: * pet = ipertonia.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Ironia - [T.] S. f. Locuzione o Parte di discorso, o Intero discorso, in cui l'uomo dice il contrario di quel che vuole sia inteso. T. Non solo il sentimento è altro dalle parole, come nell'allegoria; ma contrario; non però si che non si voglia che o a chi si parla, o altri che ascolta o legge, intenda le parole al rovescio di quel che suonano. I Lat. la dicevano Inversione. Il gr. Εἰρωνεία da Εἴρωμαι, Domandare, Ricercare, Informarsi; perchè uno de' modi ironici, o più arguti o più derisorii, è condurre altri con interrogazioni a confessare la propria ignoranza e il difetto, o condurre gli ascoltanti ad accorgersene; o, che è meglio, far sentire la necessità e ispirare il desiderio del conseguire il vero o il bene che manca, del riparare il male o il difetto. C'è dunque un'ironía amorevole, pia, ispiratrice. – ̓Ερωτάω, ion., per ̓Ερωτάω; e questo dalla rad. ερ, che è forse la rad. di Verbo. = Pallav. Stil. 22. (Gh.) Con ironía significando il contrario di quel che suonano le parole. Buon. in Pros. fior. par. 3. v. 1. p. 48. L'ironía… dissimulatrice ne' sembianti, ridente si mostra inverso di chi ella intende di accusare, e 'l sa fare con parole dolci; e a cui ella vuol bene, usa di favellare con qualche offesa. T. Non però ogni simulazione è ironía, e l'ironía che troppo dissimula, più non appar tale, fa contro al proprio intendimento. = Salvin. in Pros. fior. par. 3. v. 2. p. 217. (Gh.) L'ironía… dice una cosa, e sotto ne accenna un'altra del tutto contraria a quella che si dice; è una leggiadra simulazione, un rettorico infignimento. But. Inf. 26. 1. (C) Qui è anco una figura, che si chiama ironía, quando le parole s'intendono per lo contrario che elle suonano. Ma può essere meglio che figura rettorica, e peggio. La rettorica non è nè quel di meglio nè quel di peggio che gli uomini facciano.

2. Varie specie d'ironía. Ironía è il fingere di non sapere, o di sbagliare, poi correggendosi in modo che ne riesca riprensione più forte. T. Cic. Istius mulieris viro, fratrem volui dicere: semper hic erro.

T. Aggrava la riprensione, l'eccettuare dal numero de' ripresi la pers. o la cosa più riprensibile. D. (1. 29.) riprendendo la leggerezza d'una gente toscana: Or fu giammai Gente sì vana? un dannato risponde rammentando di quella gente vanissima: Tranne lo Stricca… E tranne la brigata (di prodighi matti). Sim. ironía vogliono in quel di D. 1. 21. Ogni uom v'è barattier fuorchè Bonturo (più barattiere di tutti).

T. Ironía di più strazio è rammentare il bene per esacerbare il sentimento del male. I diavoli al barattiere lucchese (D. 1. 21.): Qui non ha luogo il Santo Volto, Qui si nuota altrimenti che nel Serchio.

T. Ancora più fina ironía quando il parlante rammenta i proprii vantaggi nell'usarli aspramente. D. 1. 27. Il diavolo toglie a S. Francesco l'anima d'un reo, argomentando teologicamente sulla penitenza, e quell'anima, presa dal diavolo, si sente dire: Forse Tu non pensavi ch'io loico fossi. Rufin. con nomi greci distingue più specie d'ironie. – Exulthenismos, ̓Επικερτόμησις, dal ferire il cuore. Διασυρμὸς (quasi Strascinamento), Esaltare per poi deprimere. Clevasmo, più aperto; Ironía, velata. Esso Jul. Rufin. la spiega Insectatio, e reca in es. quel di Virg. Quam bello Trojane, petisti, Hesperiam, metire jacens. Sim. in esso Virg., Turno al fantasma d'Enea, che pare gli fugga vilmente: Thalamos ne desere pactos Hac dabitur dextra tellus quaesita per undas. Giuoco di parole che Virg. avrebbe forse corretto. Quintil. distingue l'Ironía breve e la protratta per lungo discorso. Nessuna più lunga che quella del Parini, e stancò prima che i lettori lui stesso.

3. T. Sorriso d'ironía, che la esprime: Ironía del sorriso, abituale o propria a certuni. L'Ironía non eccita il riso, ma appena un sorriso quasi velato, che simboleggia appunto quel ch'ha di coperto essa figura. Una delle sue specie chiamavano i retori Asteismo, e in es. ne recano quel di Virg. Qui Bavium non odit, amet tua carmina, Maevi; Atque idem jungat vulpes. – Ironía sim. il motto di colui che, chiamato a giudicare qual di due sonetti il migliore, appena sentito il primo, Stampate l'altro, esclamò; intendendo il primo tanto ladro, che non poteva non essere migliore il secondo. Altrimenti chiamavano Carientismo quell'ironia che tempera l'acerbità del rimprovero.

T. L'Ironía socratica diventata proverbio. Cic. Quell'ironía che dicono fosse di Socrate, io reputo faceta e elegante. E: Io stimo che Socrate, in tale ironía, tutti avanzò di gran lunga in finezza e urbanità. E nondimeno riuscì provocatrice tanto forte quanto levatrice, e gli ministrò la cicuta. Ma una specie d'ironía più che umana è nel principio della Genesi, quando l'uomo colla curiosità sua improvvida dicesi fatto simile a Dio. – Ogni eufemia può riguardarsi come una specie d'ironía. Ironía pare l'enfasi e l'iperbole, anche quando non sia. = Maestruzz. 2. 7. 5. (C) La ironía alcuna volta, secondo il filosofo, è giattanzia. E altrove: È la ironía, cioè quando alcuno dice di sè meno ch'e' non è. T. Il vantarsi pare un'ironía contro sè; il troppo deprimersi, un far sentire e voler fare ad altri confessare il valore che l'uomo nega a se stesso; è una viziosa parodia del qui se humiliat exaltabitur.

T. Le ironíe più fine discernonsi all'accento più che al senso delle parole; indovinansi dalla qualità del parlante, dalle circostanze de' luoghi e de' tempi. La più seria cosa in bocca dell'uomo più serio, mutate le circostanze, può sentir d'ironía.

4. Nè solo l'accento, ma il linguaggio degli occhi e della faccia, l'attitudine della persona, può denotare ed esprimere l'ironía, farsi esso stesso ironía. T. In D. 1. 21. la lingua de' diavoli stretta co' denti per cenno, è ironía; ironía la trombetta diversa del loro caporale, non intesa dal buon Virg. che non sognò mai trombe simili nè simili figure rettoriche, ma indovinata da Dante: nè i diavoli stessi intendono l'ironía che fa poi con parole il dannato: Malizioso son io troppo Quando procuro a' miei maggior tristizia!; locuzione che corrisponde alla fiorentina ironía comunissima: So di molto! M'importa di molto! V. altri es. d'ironie dantesche in IRONICAMENTE.

T. Ironía, certi applausi e a ballerine e a principi; Ironíe, certe carezze e cerimonie diplomatiche. – Promessa ch'è un'ironía; tanto chiaro si vede che non sarà potuta o voluta attenere.

T. Ironía di fatti. Quintil. Nell'intera vita d'un uomo è ironía.

T. Certi verseggianti ripetono l'Ironía della vita, facendo una scolaresca parodia del libro di Giobbe, e figurandosi che Dio li abbia messi quaggiù per burlarsi di loro; tanto si sentono creature ridicole.

5. Modi com. a parecchi de' sensi not. T. Lo dice per ironía, con questo intendimento, non per davvero. Dire con ironía; accompagnar le parole con accento o altro segno che le dimostri più o meno ironiche. Dice intenzione meno deliberata di Per. Cic. Parlo proprio senza nessuna ironía. E: Non è in questo ironía. – È una…. – Sa d'ironía.

T. Scoprire l'ironía nascosta. Avvedersene, Intenderla. Arguta. Fina. Amara. Fiera. Crudele.
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