Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): La serva dietro, poi, era carica di sacche, di ombrellini, di ventagli, di ciambelle infilate alle dita; e sotto l'ascella aveva anche una bottiglia di Marsala, per riconfortare gli spiriti delle padrone dopo il bagno. Quando le tre donne ebbero attraversata la sala, il movimento dei ventagli ricominciò, il chiacchiericcio femminile si elevò di nuovo, più forte del rumore del mare, mentre la brezza agitava le grandi tendine di tela cruda, bordate di azzurro, e il signor Canavacciuolo, proprietario dello stabilimento, il signorotto biondo che chiamava i numeri, si passava un fazzoletto di seta gialla, sulla fronte sudata.
L'asino nel fiume di Adolfo Albertazzi (1918): Si alzò in piedi. Con quanta ira poté elevò il bastone, e sembrò sfidar l'aria; e tendendo l'altro braccio, per allargare la minaccia alla vastità della scena, urlò con quanta voce poté: — Lasciatemi stare! Il fiume è di tutti! Qui sono e qui sto; qui voglio morire, se chi può non mi aiuta! Diteglielo! — urlava. — Diteglielo! — urlò di nuovo rivolto a quelli che eran sul ponte. — Se non mi aiutano a comperare un'altra bestia, mi lascio morir qui, com'è vero Dio!
La pietra lunare di Tommaso Landolfi (1939): «S'era presa una gazosa anche per sé!» gridò la cugina stornandosi nervosamente dal collo un braccio del bambino addormentato e quasi non credendo alle proprie orecchie. Un coro di riprovazioni s'elevò da ogni punto della piccola assemblea; Giovancarlo socchiuse gli occhi e rimase in attesa di effetti meno generici. |