Seta di Alessandro Baricco (1996): Al tramonto nascose le uova tra i bagagli, voltò le spalle al Giappone, e si accinse a prendere la via del ritorno. Aveva appena lasciato le ultime case del paese quando un uomo lo raggiunse, correndo, e lo fermò. Gli disse qualcosa in tono concitato e perentorio, poi lo riaccompagnò indietro, con cortese fermezza. Hervé Joncour non parlava giapponese, né era in grado di comprenderlo. Ma capì che Hara Kei voleva vederlo.
Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): Venne a un tratto lo scioglimento. La portiera fu aperta con fragore, il buio echeggiò di ordini stranieri, e di quei barbarici latrati dei tedeschi quando comandano, che sembrano dar vento a una rabbia vecchia di secoli. Ci apparve una vasta banchina illuminata da riflettori. Poco oltre, una fila di autocarri. Poi tutto tacque di nuovo. Qualcuno tradusse: bisognava scendere coi bagagli, e depositare questi lungo il treno. In un momento la banchina fu brulicante di ombre: ma avevamo paura di rompere quel silenzio, tutti si affaccendavano intorno ai bagagli, si cercavano, si chiamavano l'un l'altro, ma timidamente, a mezza voce.
La Storia di Elsa Morante (1974): Fu deciso che una parte della compagnia, fra cui Carulina con le figlie, avrebbe raggiunto la nuova sede in tram. Prima dell'addio, Carulina lasciò in ricordo a Useppe il disco delle comiche, il quale, purtroppo, senza il grammofono (già riposto col carico dei bagagli) non poteva più suonare; ma del resto, per l'uso, già da tempo era ridotto a emettere solo dei raschi e dei singulti. Essa gli lasciò pure in regalo (ammiccandogli di nascosto per non farlo sapere a nessuno) un sacchetto dimenticato dalla parentela, contenente circa un chilo di cicerchi (legume di specie ibrida fra il fagiolo e il cece). |