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Informazioni utili online sulla parola italiana «assedio», il significato, curiosità, forma del verbo «assediare», sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Assedio

Forma verbale

Assedio è una forma del verbo assediare (prima persona singolare dell'indicativo presente). Vedi anche: Coniugazione di assediare.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola assedio è formata da sette lettere, quattro vocali e tre consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: ss. Divisione in sillabe: as-sè-dio. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).
Parole con la stessa grafia, ma accentate: assediò.

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con assedio per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • La città era sotto assedio da parecchi mesi e le provviste iniziarono a mancare.
  • L'assedio di Troia durò fino a quando Ulisse non elaborò l'arguto piano del cavallo.
  • Un lungo assedio era una costante nelle guerre, prima dell'avvento dell'aviazione.
Citazioni da opere letterarie
Carthago di Franco Forte (2009): Resosi conto delle difficoltà a cui sarebbe andato incontro, se avesse impiegato l'esercito per mettere sotto assedio la rocca, Annibale aveva deciso di cambiare completamente strategia e aveva ordinato ai suoi uomini di erigere una palizzata tutto intorno alla rocca, con un profondo fossato irto di pali aguzzi sul fondo, in modo da chiudere i romani all'interno di un cerchio di contenimento, dal quale non sarebbero più potuti uscire.

I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Era informato da tutt'altra parte, che a Venezia avevano alzata la cresta, per la sommossa di Milano; che da principio avevan creduto che sarebbe costretto a levar l'assedio da Casale, e pensavan tuttavia che ne fosse ancora sbalordito, e in gran pensiero: tanto più che, subito dopo quell'avvenimento, era arrivata la notizia, sospirata da que' signori e temuta da lui, della resa della Roccella.

L’avventura di un povero crociato di Franco Cardini (1997): Al-Afdal, il potente vizir del califfo fatimide egiziano al-Mustali, aveva sin dai tempi dell'assedio franco di Antiochia accarezzato l'idea di servirsi di quei barbari scesi dal nord-ovest per attaccare i turchi selgiuchidi e rioccupare quella Palestina che essi avevano strappato alla sovranità del Cairo e adesso governavano attraverso il governatore che il sultano aveva imposto a Gerusalemme, l'abile ed energico guerriero di nome Ortoq. Ma, alla sua morte, la provincia era stata divisa tra i suoi due figli, Soqman e Ilghazi, vassalli dell'emiro di Damasco.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per assedio
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: assedia.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si può avere: assedi. Togliendo tutte le lettere in posizione dispari si ha: sei.
Altri scarti con resto non consecutivo: assi, asso, aedi, aedo, sedo.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: assedino.
Parole con "assedio"
Finiscono con "assedio": riassedio, riassediò.
Parole contenute in "assedio"
dio, asse, sedi, assedi. Contenute all'inverso: essa.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "assedio" si può ottenere dalle seguenti coppie: assesta/stadio.
Usando "assedio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: penasse * = pendio; coniasse * = conidio; inviasse * = invidio; semiasse * = semidio; * diorite = asserite; falciasse * = falcidio.
Lucchetti Riflessi
Usando "assedio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: badessa * = baio.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "assedio" si può ottenere dalle seguenti coppie: lias/sedioli.
Usando "assedio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: sedioli * = lias; * lias = sedioli; ori * = riassedi.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "assedio" si può ottenere dalle seguenti coppie: asserite/diorite.
Usando "assedio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * assedi = diodi; * stadio = assesta; pendio * = penasse; conidio * = coniasse; invidio * = inviasse; semidio * = semiasse; * ateo = assediate; falcidio * = falciasse.
Sciarade e composizione
"assedio" è formata da: asse+dio.
Sciarade incatenate
La parola "assedio" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: assedi+dio.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "assedio" (*) con un'altra parola si può ottenere: * arno = assediarono.

Definizioni da Dizionari Storici

Gran Dizionario Teorico-Militare del 1847
Assedio - s. m. Siège. L'assedio è l'accampamento d'un'armata intorno ad una piazza, che si vuole attaccare: dicesi fare lo assedio, stringere l'assedio, levar l'assedio.

I Francesi per l'addietro, sotto i primi re, seguivano in molte cose riguardanti sì l'attacco che la difesa delle piazze, l'antico sistema de' Romani. I Galli soggiogati da questi l'avevano appreso da essi, ed i Francesi, essendosi resi padroni dei Galli, avevano profittato delle loro cognizioni medesime. Ciò non ostante fino ai tempi di Carlo Magno, che perfezionò in Francia l'arte militare, i Francesi non potevano eguagliare i Romani in simili cognizioni.

I primi Francesi ad esempio de' Romani, per impadronirsi d'una piazza in un tratto, non facevano circonvallazioni, ma dividevano la loro armata in tre corpi, che formavano un cerchio dintorno, e preparandosi all'assalto per mezzo di scale, erano sostenuti dai loro arcieri e frombolieri i quali tiravano contro gli assaliti, che difendevano le mura.

Fino ai tempi di Filippo Augusto gl'istorici non fanno menzione, se i Francesi sonosi serviti delle linee di circonvallazione e controvallazione. Le torri di legno furono molto in uso prima dell'invenzione del cannone, come anche de' piccoli forti di distanza in distanza nelle linee; e questi ridotti denominavansi Bastiglie.

Le elevazioni di terre sostenute da fascine e da tronchi di alberi che i Romani chiamavano Agger erano anche in uso sotto Filippo Augusto ed il suo successore. Da Filippo de Valois, col favore delle targhe ed altri grandi scudi detti pavesi che si ficcavano in terra per la punta, e ch'erano alla prova delle frecce, si facevano avanzare macchine e torri di legno su ruote, costruendo gallerie nel fossato, per facilitare l'adito al minatore sotto le mura, o per romperle coll'ariete.

L'uso delle antiche macchine da guerra cessò in Francia a' tempi di Carlo VII, ed è appunto sotto il regno di questo re, che cominciossi a vedere distintamente l'uso delle trincee.

In ogni tempo la decisione di un assedio fu un affare di gabinetto; questa è la parte la più difficile della guerra, e richiede molte misure e circospezione. Il successo d'un assedio dipende; 1.° dal secreto, senza di cui è difficile riuscirvi; 2.° dalle forze che si hanno in piedi per attaccar la piazza dei nemici e per difendere le proprie; 3.° dalla disposizione dei nemici, i quali se sono riuniti e forti possono impedire da far l'assedio; 4.° dallo stato de' magazzini, che debbono essere a portata de' luoghi, de' quali si voglia impadronirsi; 5.° dalla scelta de' tempi, poichè non tutte le stagioni offrono l'agio di poter fare un assedio; 6.° infine dai fondi necessarî alla spesa, essendo il danaro il nerbo della guerra, come suol dirsi.

Queste misure, prese molto tempo prima, sono dirette con agio; ma spesso possono essere interrotte da un nemico intraprendente, il quale non lascia di formare puranche i suoi disegni per annullare quelli di chi vuole attaccarlo.

Un Generale abile, prima di stabilirsi innanzi ad una piazza ch'egli voglia attaccare, dee prendere tutte le misure per non essere ripreso dal nemico; egli dev'essere sempre più forte, e se è possibile deve avere due armate, una d'assedio, e l'altra d'osservazione.

L'armata che assedia, si rinchiude nelle sue linee; quella che osserva, gira dintorno e difende gli sbocchi per ove il nemico potrebbe presentarsi, prende posizioni, segue il nemico se s'allontana, fiancheggiandolo e situandosi sempre fra esso e l'armata assediante il più vantaggiosamente possibile.

Due armate che si tengono bene a portata ed in perfetta comunicazione, impongono sì fortemente al nemico, che questi non osa attaccarle.

Un'armata d'osservazione al principio di un assedio è di un gran soccorso all'armata assediante: essa invigila alla conservazione di questa, seconda i suoi disegni, scorta i suoi convogli, la fornisce di fascine, e le rende molti ed infiniti utili servigi.

All'opposto l'armata assediante può rinforzare l'altra nel bisogno, dopo i primi sette od otto giorni di trincea, allorchè ella ha presi tutt'i suoi vantaggi contro della piazza.

Allorchè è decretato l'assedio d'una piazza, il Generale a cui ne viene affidato il delicato incarico, dee fare tutto il possibile per celare i suoi disegni all'inimico. Qualche volta s'investe a bella posta una piazza che non si vuole attaccare, per indebolire la guarnigione di quella che si ha disegnato d'assediare. Altre volte s'incalza l'inimico per qualche giorno onde allontanarlo dalla piazza, che proponesi di prendere; e quando le cose sono nello stato che si desiderano si fa investire la piazza da un corpo di cavalleria di un numero proporzionato a quello della guarnigione di essa.

Dal giorno medesimo in cui la piazza è investita, tutto dev'essere in moto; l'artiglieria ed il suo seguito, i viveri ed i convogli e quanto altro fa d'uopo, deve mettersi in marcia per rendersi innanzi alla piazza investita: l'armata poi che marcia a lunghe giornate giunge d'ordinario due, tre o quattro giorni dopo l'investizione.

Il Generale comandante l'assedio, altre volte sul rapporto ricevuto dall'uffiziale che aveva investita la piazza, riuniva gli uffiziali generali ed ingegnieri dell'armata, e faceva il giro della piazza per determinarne la circonvallazione; ma ora questo travaglio si è già posto in disuso. Dopo di aver deciso sulla figura ed il circuito delle linee che dovevano servir di base per l'accampamento, le truppe situavansi secondo le posizioni ed i quartieri ad esse assegnati. Ora si stabilisce il quartier generale, quello dei viveri, del parco di artiglieria; ed indi si rettifica quanto riguarda le operazioni di attacco per la piazza che il Generale avrà di già in parte determinate.

Dopo tutte queste disposizioni, si situano piccoli corpi di guardie avanzate a' dintorni della piazza, che si fan sostenere da altri più forti per rinchiuderle il più che è possibile, affin d'impedire alla guarnigione di uscire a foraggiare. Gl'ingegneri tracciano in seguito le linee con pertiche o picchetti pei travagli da intraprendersi, ed indi con la corda per più esattezza, se fa d'uopo.

Se i diversi quartieri sono separati da fiumi grandi o piccoli, si fanno ponti su cavalletti o battelli. I cavalletti sono più sicuri e più stabili, particolarmente quando la piazza può effettuare con cataratte qualche grande allagamento ed affluenza di acque riunite capaci di rompere i ponti ed i battelli. I ponti che si fanno, debbono essere racchiusi nelle linee; se ne fortificano gli aditi con ridotti, rendendone facile l'avvicinamento alle proprie truppe, e vi si mettono guardie per la loro difesa e conservazione.

Nella disposizione delle linee si avrà attenzione di occupare il terreno più vantaggioso de' dintorni della piazza, e di postarsi in guisa che la coda del campo non sia affatto sotto la portata del cannone della piazza; non devesi gettar troppo verso la campagna, ma si dee occupare il terreno necessario alla sicurezza del campo istesso. Devono evitarsi i luoghi che dominano, che possono incomodare i campi e la linea: quando se ne incontrano si fanno occupare da piccoli posti. Bisogna osservare ancora di far servire le alture, i ruscelli, i burroni, le scoscese, i luoghi diruti, le macchie ed ogni altra cosa che avvicini il circuito del campo e che può vantaggiarlo.

Quando le linee delle trincee sono tracciate, e che non si possono avere de' paesani per travagliarvi, se ne distribuisce il terreno alle truppe; e vi s'impiegherà il più breve spazio possibile onde regolarmente portarle al loro termine. Gl'ingegneri sono impiegati lungo le linee per aver cura che le misure vi sieno osservate, ma sono gli Uffiziali generali quelli che debbono invigilare su tutte le opere ne' proprî quartieri assegnati.

Le linee di circonvallazione si regolavano secondo il terreno: si facevano guarnire di parapetto, quando si era risoluto di attendere il nemico nelle linee; ma se si era deciso di andargli incontro, non vi s'impiegava altra cura, profittando soltanto di tutti i vantaggi del terreno che potevano incontrarsi nell'assediare la piazza.

Al cominciamento dell'assedio si fanno provvigioni di gabbioni, di fascine e di picchetti; ma i primi debbono essere invigilati per ben farli, e se occorre, pagarli, a motivo della difficoltà di costruirli, che esige cure ed espertezza.

Tutti i corpi fanno cumuli di fascinaggi, che situano alla testa del loro campo. Per i gabbioni, questa è l'opera de' zappatori e minatori ben istruiti, ed in alcune circostanze sono anche utili le casse ed i barili vuoti dell'artiglieria.

Mentre si travaglia così a' preparativi della trincea, l'artiglieria dal canto suo pensa a formare il suo parco, i suoi magazzini da polvere, a montare i suoi pezzi sugli affusti, a preparare le piatte-forme de' cannoni e mortai, a porre in ordine e simmetria le bombe, le palle, le granate, a disporre tutti gli utensili necessarî, per fare blinde di legno quadre e rotonde, a fare provvigioni di rotelle per le carrette, di banconi per i mantelletti su ruote, o di salsiccioni imbottiti per uso dei zappatori. Essa riunisce ganci e forche di ferro, grossi martelli a lunghi manichi, pale di ferro a lunghe maniche per zappare, carrette, sacchi di terra, de' quali bisogna sempre un gran provvigione, picconi a due punte, a rocca, a sguscio, ad accetta, pale di ferro comuni, vanghe, pale di legno ferrate e non ferrate.

Tutti i citati utensili sono per le terre e rocche: quelli che servono a' legnami sono le asce, le pialle, le seghe di ogni spezie, le mannaie, gli scarpelli semplici ed a sgorbia, ed in fine ogni altro strumento utile al mestiere.

Oltre i succennati strumenti, ve ne sono altri appartenenti ad ogni altro mestiere, come di ferraio, magnano, carpentiere, de' quali vi debbono essere nel parco botteghe fornite, non che di quelli appartenenti ai minatori ed altri travagliatori.

Mentre che l'artiglieria da un canto accomoda ed ordina il suo parco, a che dall'altro l'armata travaglia alla costruzione delle linee e delle trincee, un Generale accorto ed avveduto, se non ha la pianta della piazza, cerca di acquistar lumi e conoscenze sulla posizione della stessa, sia per mezzo de' paesani medesimi, sia coll'andare di persona a far le riconoscenze e solo senza compagnia veruna, se occorre, per non lasciarsi scoprire dal nemico, oppure accompagnato solamente da una o due persone intelligenti.

Questa maniera di riconoscere una piazza istruisce soltanto del cammino che bisogna tenere per gli attacchi, e del numero e grandezza dei bastioni, cavalieri, mezzelune, opere a corna, ridotti, cammini coperti ec.; ma per quel che riguarda il di dentro delle opere ed altri luoghi coperti, bisogna cercare di riconoscerli di notte, non per altro senza qualche pericolo.

Dalle conoscenze acquistate su di una piazza possono ritrarsi grandi vantaggi, poichè ogni piazza ha il suo debole ed il suo forte, a meno che essa non abbia una costruzione regolare, e tutte le sue parti eguali fra loro, e che non sia situata in una vasta e rasa campagna, che la circondi per quanto l'occhio può vedere, non vantaggiando affatto più una parte che l'altra.

Per le altre piazze che sono d'ordinario un composto di vecchie e nuove costruzioni, e che non sono senza difetti e senza qualche vantaggio, si attaccano secondo la loro posizione e situazione. V. Piazza.

Quando si è istruito della qualità delle fortificazioni, bisogna esaminare se qualche ridotto, cammino incavato, o ineguaglianza di terreno possa favorire gli approcci: se non vi è niente di ciò che possa essere utile, giova esaminare la qualità del terreno, per ove debbono condursi gli attacchi; se esso è molle e maneggiabile possono farsi buone trincee; al contrario se è frammischiato di pietre e rocche, esse riescono più difficili e sono pericolose pei travagliatori a cagione delle schegge, che vi produce il fuoco della piazza.

Nella riconoscenza delle piazze fa d'uopo anche ricercare luoghi coperti per lo stabilimento d'un piccolo parco, d'un piccolo ospedale, d'un campo per la riunione delle truppe, che debbono montare alla trincea, ed altri luoghi proprî a collocarvi le guardie della cavalleria. Il piccolo parco si situa di ordinario alla coda della trincea di ciascuno attacco: esso è guernito d'una quantità di polvere, di palle, granate, macchine, pietre focaie, asce, blinde, mantelletti, utensili e simili, e servono nei casi di urgenza; poichè sarebbe faticoso di andare ogni volta a cercare questi generi al gran parco ne' momenti di bisogno.

Vicino al piccolo parco vi è il piccolo spedale, il quale è guernito di tende, di paglioni, di mantelletti, e di rimedî per i primi apparecchi delle ferite, amministrati dai chirurgi che vi assistono.

Siccome il campo per l'assemblea delle guardie della trincea richiede molto terreno, esso si situa ordinariamente fuori della portata del cannone della piazza.

Quando si è riconosciuta una piazza si cerca sempre il suo debole per attaccarla: oggi si è convenuto che il fare dei falsi attacchi è una spesa ed una fatica inutile, poichè l'assediato subito si avvede della loro falsità; nè tampoco si fanno attacchi separati, a meno che la guarnigione non sia molto debole e l'armata di assedio molto forte. Intanto gli attacchi doppî sono più facili e meglio seguiti, perchè si sostengono meglio tra loro, e fanno fare una diversione di forze alla guarnigione; ma qualche volta ciò non può eseguirsi, quando i fronti attaccati sono troppo stretti.

Allorchè gli attacchi sono basati, si regolano puranche le guardie della trincea; l'infanteria dev'essere sì forte da formare almeno i tre quarti della guarnigione, e la cavalleria d'un terzo più numerosa di quella della piazza; di maniera che se la guarnigione è di quattro mila uomini a piedi, la guardia della trincea dev'essere almeno di tre mila, e se la cavalleria della piazza è di quattrocento cavalli, bisogna che quella della trincea sia di seicento. Nei scorsi tempi per far bene l'assedio di una piazza si esigeva, che l'armata di assedio fosse dieci volte più forte della guarnigione, cioè a dire che se essa era di mille uomini l'armata dovea essere di dieci mila, e così del resto. Se si considerano per altro tutte le manovre, travagli e servizî ai quali sono obbligate le truppe di assedio, ciò non dee sorprendere; bisogna continuamente montare e discendere dalla trincea, fornire travagliatori di giorno e di notte, custodire le linee, scortare i convogli e foraggi, far le fascine, andare a viveri ecc.; infine un'armata è sempre occupata. Egli è vero per altro che per lo passato gli assedî duravano il doppio ed il triplo di quello che durano oggi giorno, ma le perdite erano ancora più numerose.

Presentemente gli attacchi sono condotti con più arte ed ingegno.

Non vi è più circonvallazione, poichè questa per piccola che fosse, avea almeno cinque leghe comuni di Francia, pel calcolo fatto dai più abili ingegnieri, regolandosi le circonvallazioni sulla portata del cannone della piazza.

I Turchi negli assedî non procedono alla maniera Europea: essi non fanno linea di circonvallazioni ai loro campi, ma li assicurano e li cuoprono con numerosa cavalleria, nè tampoco conducono le loro trincee per la linea più corta, fiancheggiandole con ridotti di distanza in distanza, ma le fanno in linee curve trasversali parallele al luogo verso dove essi si avvicinano, e le moltiplicano le une dietro le altre: in tal guisa esse non possono essere infilate dalla piazza o distrutte dal cannone.

Le loro trincee son più profonde e più larghe delle nostre: essi vi alloggiano comodamente e con più sicurezza, fino a scavare nei parapetti delle nicchie per essere al coperto della pioggia, e per avere comunicazione da una trincea all'altra più facile e più sicura.

I Turchi non rilevano nè le guardie nè i travagliatori; entrati una volta ai loro posti essi vi dimorano sino alla fine dell'assedio e colà sempre in forte numero, ove ricevono fino ai loro posti acqua, viveri, legna ecc.

Siccome i Turchi hanno molta artiglieria e di gran calibro, così rompono i bastioni e le mura con batterie, che tirano di continuo: essi deviano le acque dai fossati coll'uso di sacchi pieni di sabbia, di lana, e con fascine salciccioni ed altre materie. Fanno gallerie e spingono innanzi montagne di terra, per così dire, capaci a contenere molti cannoni ed eguali alle altezze delle mura e de' bastioni della piazza assediata, e qualche volta più alte ancora.

Essi cavano mine semplici, doppie e triple, l'una sull'altra, e che sono molto profonde; indi le caricano di 120 a 150 barili di polvere, oppure scavano le fondamenta alla maniera dei Romani, puntellano le mura con pezzi di legni, ai quali appiccano il fuoco, e bruciando lasciano crollare d'un colpo lunghi tratti di mura; essi molestano continuamente gli assediati con assalti frequenti ed ostinati. Queste opere, che sarebbero per altri d'una fatica insopportabile, sono facili per essi, a motivo del gran numero di pionieri che seguono la loro armata, parte di buona volontà e parte di forza tratta dai circonvicini paesi, i quali sono regolarmente pagati, oltre le opere straordinarie che da altri loro vengono commesse e pagate.

Ali Pascià, all'assedio del Gran-Varadino, spese per le linee d'approcci ed altri travagli di simile natura più di trentamila scudi; in tal guisa le opere erano subito terminate, ed i Giannizzeri non aveano altra cura che di ben combattere e di seguire i loro Agà, che marciavano, alla loro testa, bandiera spiegata, alla prima apertura della trincea ed alla presa dei posti, lasciando ad altri la pena del travaglio per li scavi, cammini coperti, trincee e simili.

Dopo terminati i travagli, e che gli assedianti attaccano la piazza con trincee, batterie, discese, passaggi del fosso, mine, scavi ed assalti, coi quali mezzi rovinano le difese della piazza, passano essi i fossati, si rendono padroni del di fuori, ed aprono in fine un passaggio nel corpo della stessa, ove spingono i loro alloggiamenti fino a che abbiano ridotto il nemico ad arrendersi, o a vedersi tagliati a pezzi: chiamasi tutto questo travaglio Assedio reale.

I Turchi nell'assediare una piazza vanno primieramente a riconoscerla, e scelgono in seguito il luogo proprio all'attacco, appresso dividono l'operazione dell'assedio in soldatesche, in armi, in pionieri, e travagli.

La soldatesca è composta de' Giannizzeri, ora soppressi, e dell'infanteria Topracly, cioè delle provincie: i Giannizzeri volevano avanzare i primi sotto la condotta degli uffiziali della loro orda. Una compagnia di Giannizzeri quando entrava negli approcci, non ne usciva che alla fine dell'assedio; perciò essi non erano obbligati di restarvi che quaranta giorni.

Oltre i pionieri ed altri operai, che travagliavano alle batterie, o dove il loro servizio è necessario, si servono ancora dei Saphis, dei Zaims e dei Timariots: questi portano a piedi le fascine ed i gabbioni, e travagliano anche a scavar la terra.

In generale i Turchi non hanno molta scienza nel dirigere simili lavori, e spesso i loro uffiziali vogliono esserne essi medesimi i direttori imitando gl'ingegneri con una bacchetta in mano. Quel che per altro manca in essi di arti e di scienze, vien supplito da una pazienza inimitabile, da coraggio e da ostinatezza nelle più difficili e perigliose imprese. [immagine]
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Parole in ordine alfabetico: assedieremmo, assedieremo, assediereste, assedieresti, assedierete, assedierò, assedino « assedio » assegna, assegnabile, assegnabili, assegnai, assegnamento, assegnammo, assegnando
Parole di sette lettere: assaltò, assalto, assedia « assedio » assegna, assegni, assegno
Vocabolario inverso (per trovare le rime): stapedio, balipedio, cipripedio, siluripedio, litopedio, insediò, insedio « assedio (oidessa) » riassedio, riassediò, tedio, tediò, cavedio, rubidio, gracidio
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