Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): «Tora! Tora!» chiamava infine, allungando l'ennesimo bocconcino alla gattina che subito correva in cucina. Per quanto avesse già preso peso e fosse ora avvolta da un pelo spesso e brillante, l'anziana continuava a vederla smunta: «Ma le date da mangiare? Intendo: per bene?». «Certo che glielo diamo! Mamma, per carità, smettila di viziarla o diventerà presto obesa» la sgridò Takeshi. La madre colse l'ansia nella voce del figlio (già la scuola, sei anni, la prima elementare!) e non replicò.
Senilità di Italo Svevo (1898): Ma il Balli non lo aveva dimenticato. Seguì il suo sistema, che pareva dovesse essere la brutalità, persino col cameriere. Lo sgridò perché non gli offriva di cena altro che vitello in tutte le salse; rassegnatosi a prenderne, gli diede i suoi ordini e quando il cameriere stava già per uscire dalla stanza, gli gridò dietro in un nuovo comico accesso d'ira ingiustificata: — Bastardo, cane! — Il cameriere si divertì a esser sgridato da lui ed eseguì tutti i suoi ordini con una premura straordinaria. Così, avendo domato tutti intorno a sè, al Balli parve d'aver dato ad Emilio una lezione in piena regola.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): «Mamma» mormorò tio Carlos, con l'espressione infelice, malaticcia, di sempre. «Noi siamo peggio dei Moriscos di Spagna. Non avremo mai pace, scacciati per il mondo.» «Hai ragione» ripianse tia Michaela. «Mai pace. Dio ci perseguita.» «Esagerati che siete sempre!» li sgridò papài, infastidito. «Può darsi, invece, che tutto ciò torni a vantaggio della famiglia. Ieri Antonio e io abbiamo avuto la fortuna d'incontrare Sã Pereira, che è addetto all'ambasciata nostra nelle Due Sicilie. Anche Sã Pereira consiglia di trasferirsi a Napoli.» |