La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (2008): «Qui non c'è nulla che va bene» disse sbrigativa. «Vieni con me.» Mattia la seguì rassegnato. Quando Alice faceva così le gambe iniziavano a formicolargli e lo afferrava la voglia di andarsene via. C'era qualcosa nel suo modo di fare, nell'impeto con cui la sua amica assecondava quei suoi capricci infantili, che lui trovava insostenibile.
Elias Portolu di Grazia Deledda (1928): Il medico invitò Elias ad una passeggiata giù per lo stradale; il giovane prete lo seguì volentieri; ma mentre l'altro parlava, egli guardava lontano, verso lo sfondo della valle, con gli occhi smarriti in un sogno doloroso. Vedeva il Farre seduto presso il letto del bimbo, e Maddalena triste e pallida, che si curvava sul piccolo malato per spiarne la crescente sofferenza. Il grosso fidanzato la confortava, poi stendeva la mano ad accarezzare il piccino e gli parlava amorosamente.
Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): Potei averne la prova nell'impressione dalla quale fui per cosi dire assaltato, allorché, alcuni giorni dopo, camminando e parlando col mio amico Stefano Firbo, mi accadde di sorprendermi all'improvviso in uno specchio per via, di cui non m'ero prima accorto. Non poté durare più d'un attimo quell'impressione, ché subito seguì quel tale arresto e finì la spontaneità e cominciò lo studio. Non riconobbi in prima me stesso. Ebbi l'impressione d'un estraneo che passasse per via conversando. Mi fermai. Dovevo esser molto pallido. Firbo mi domandò: «Che hai?» «Niente,» dissi. |