Il nostro padrone di Grazia Deledda (1920): — Ah, zitta! Zitta o t'affogo! — gridò Sebastiana; e la sua voce risuonò nel luogo deserto come un grido di allodola. Ma subito riprese sottovoce: — ebbene, che male c'è? È colpa mia? Io gli volevo bene; ricordati, te lo dissi: la sera che arrivò, l'ultima volta, egli mi abbracciò, ed io l'indomani mattina lo aspettai, scendendo alla fonte.... Egli venne, e mi guardava.... ma pensava ai denari di Marielène! Gielo dissi, sai: e lui quasi svenne, per l'affronto che gli feci; ti giuro, sì, quasi moriva....
Aedri di Valentino Sani (2021): Raccolsero i resti dei due astronauti, li caricarono nei gusci di conservazione biologica e si diressero all'astronave. Sul punto di risalire a bordo, al caporale Dempsey parve di udire un suono. Perplesso, si voltò e scrutò la foresta intorno a sé. Ebbe l'impressione che le fronde si muovessero all'unisono, quasi danzando. In quel momento una voce risuonò nella sua mente: Anche tu puoi unirti a noi…
Le meraviglie del duemila di Emilio Salgari (1907): «Eppure qualche cosa nasce e matura qui, nonostante il freddo.» «Ed in qual modo avete potuto ottenere questi miracoli?» «Proiettando sulle piante e sul terreno un continuo getto di luce a radium,» rispose Holker. «Le patate vi crescono assai bene, e anche i funghi, nelle cantine delle case.» «Raccogliere dei funghi presso il circolo polare artico! Questa è grossa! Che cosa direbbero Franklin e Ross, se tornassero in vita?» In quel momento un fischio acuto risuonò a breve distanza ed un potente fascio di luce fu proiettato sulla piccola schiera che era guidata da un impiegato ferroviario. |