La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Ada mi trattò affettuosamente tutto il tempo fino alla sua partenza per Buenos Aires ove coi suoi bambini andò a raggiungere la famiglia del marito. Amava di ritrovarsi con me ed Augusta. Io talvolta volli figurarmi che tutto quel suo discorso fosse stato dovuto ad uno scoppio di dolore addirittura pazzesco e ch'essa neppure lo ricordasse. Ma poi una volta che si riparlò in nostra presenza di Guido, essa ripeté e confermò in due parole tutto quello che quel giorno essa m'aveva detto: — Non fu amato da nessuno, il poverino!
L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): Io non seppi che rispondere alla sua domanda: in verità, non sapevo neppure io dove andassi, e, precisamente, non andavo in nessun luogo. - Eh, che a quest'ora fa caldo, - riparlò lei, - e tutti dormono... - Così dicendo, di sotto le palpebre oblunghe e molto cigliate, che sembravano pesarle sugli occhi, mi volse uno sguardo che parlava chiaro: come se lei fosse un'Odalisca, e io il Sultano!
Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Venne in vista il villaggio, con la sua one-storey aderenza alla cresta nuda e piatta con il minuscolo, aereo brusio della sua occultata esistenza. Il prigioniero riparlò, ma solo per implorare Johnny di rimanergli buono e comprensivo come prima, di non insultarlo sconfortarlo di più… - Tu sei un partigiano con l'idea ed un ragazzo di città, io sono un soldato forzato e soltanto un ragazzo di campagna. |