Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Orefice, Giojelliere, Orafo, Oreria, Oreficeria - L'orefice può fare in oro, non solo catene da orologio, braccialetti, anelli, buccole, spilloni, e simili piccoli ornamenti della persona, ma anche vasi e arredi per uso delle chiese e delle mense, nonchè altri lavori molto più grandi ne' quali può il pregio dell'arte superare quello della materia. - Il Giojelliere lavora solo ornamenti per la persona, ricchi più per le pietre preziose che per l'oro. La materia principale e quasi unica per l'Orefice è l'oro, sebbene ne' suoi lavori possano entrare anche le pietre preziose; quella del Giojelliere, più specialmente queste ultime, e l'oro entra ne' suoi lavori quasi come un accessorio. L'oro per l'orefice è tutto; pel giojelliere è, dirò così, piuttosto mezzo che fine. - « Baccio Bandinelli nacque in Firenze d'un Michelangelo di Viviano da Gajuole, orefice e giojelliere molto valente nell'arte sua. » (Borghini). - Orafo può dirsi ormai antiquato per Orefice e non vive che nel linguaggio letterario nella frase proverbiale Pesare colla bilancia dell'orafo per Esaminare minutamente con ogni cura. - Oreficeria vale L'arte dell'orefice, La bottega dell'orefice e I lavori fatti dall'orefice. - Oreria non è più molto comune, ma vale Oggetti d'oro, e s'usa più specialmente in plurale. - « Vendè tutte le argenterie e tutte le orerie di case. » - In senso affine a quest'ultimo, Oreficeria riguarda più specialmente il lavoro, Oreria l'oro. G. F. [immagine] |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Oreficeria - Dagli scritti di Mosè e di Omero si vede come l’arte di lavorar l’oro e l’argento esistesse in Asia ed Egitto sino dall’epoche più remote. Eliezer offerse a Rebecca vasi ed orecchini d’argento e d’oro. E sembra altresi che fino da allora queste specie di giojelli fossero assai comuni tra alcuni popoli dell’Asia. Mosè dice che Giacobbe esortò le persone del suo seguito a disfarsi de’ loro orecchini. Omero fa menzione nell’Odissea di varj doni che Menelao aveva ricevuti in Egitto, e consistono in diversi lavori di oreficeria, i quali pel loro buon gusto danno a supporre non poca abilità ed intelligenza. Il re di Tebe dà a Menelao due grandi tini di argento, e due bei tripodi di oro. Alcandra, sposa di questo monarca, regala ad Elena una rocca d’oro, ed un magnifico paniere d’argento con il contorno di oro finissimo e lavorato molto bene. Sono degni di notarsi quell’unione e quel mescuglio dei due metalli.
L’arte di saldare i metalli dipende da un gran numero di cognizioni. Si può anche attribuire ai progressi che aveva fatti in Egitto l’arte di lavorare i metalli, quella grande quantità di gioje di cui erano provvisti gli Ebrei nel deserto. È detto ch’essi offersero per la fabbrica degli oggetti destinati al culto, i proprj orecchini, anelli, e le loro fibbie, senza contare i vasi d’oro e di argento. Si osservi che sino da allora si conosceva il modo di dare, mediante l’impressione del ferro sui metalli ed il loro miscuglio, il colore rispettivo ai diversi oggetti.
Fra gli artisti che si distinsero in Roma nella oreficeria, la storia ha conservato il nome di Prassitele, che visse a tempo di Pompeo, e che non devesi confondere con lo scultore ateniese. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Oreficeria - S. f. L'arte dell'orefice. Aurificina Gl. lat. gr. Zibald. Andr. (C) Quando fue introdotta la oreficería in Firenze. Benv. Cell. Vit. 1. 89. La sua professione… si è l'arte dell'oreficería.
2. E per Luogo e Officina da orefice. Benv. Cell. Vit. 2. 347. (M.) Il Duca veniva ogni giorno in quella oreficería per parecchie ore. E 363. Quella testa grande,… che io avevo fatto di terra nella oreficería.
3. Per Lavoro da orefice. Benv. Cell. Vit. 2. 375. (M.) La Duchessa mi diceva spesso ch'io lavorassi per lei d'oreficeríe. |