Libello, Libretto, Libercolo, Libercoluccio, Libraccio - Libello, che fu usato anche per diminutivo di Libro, è scrittura ingiuriosa e vituperosa contro alcuna persona. - Libretto è semplice diminutivo di Libro, e spesso c'è l'idea di approvazione; non si direbbe mai E' un cattivo libretto. Significa ancora la poesia di un melodramma, stampata per comodo di coloro che vanno ad ascoltarne la musica. - Libèrcolo è diminutivo, che ha assai del dispregiativo; e Libercoluccio accresce il dispregio, e vilifica molto più. Libraccio è peggiorativo, e significa, non solo un libro fatto male, e contro le regole dell'arte; ma pericoloso a leggersi per esser contrario alla morale, o simili. [immagine] |
Opuscolo, Operetta, Opericciuola, Opuscoletto, Libercolo, Libello - Opuscolo è scrittura di poche pagine, fatto generalmente per illustrare un punto dubbioso di scienze o di lettere, o simili, ed Opuscoletto è suo diminutivo. - Operetta è un'opera di inchiostro non grande, ma ordinata a dilettare o ad istruire: si dice anche delle opere in musica di stile giocoso. - Opericciuola è diminutivo. - Libercolo è libro piccolo, e di piccolo pregio. - Libello è opera o libro fatto col proposito di diffamare e infamare altrui. [immagine] |
Libello - S. m. Aff. al lat. aureo Libellus. Libretto. Dant. Vit. Nuov. 12. (C) Questo dubbio io lo 'ntendo solvere e dichiarare in questo libello. E 32. Puote esser manifesto a chi dubita in alcuna parte di questo mio libello. [Camp.] Lett. anon. I. Sapendo molte cose che a me sono occorse circa de' tua secreti, ti ho iscritto el presente libello.
2. [Camp.] † Lucere in libelli, per Essere in fama per libri pubblicati. D. 3. 12. Ugo da San Vittore è qui con elli, E Pietro Mangiadore e Pietro Ispano, Lo qual già luce in dodici libelli. (Un Trattato di logica, ch'ei pubblicò in dodici libri.)
3. Domanda giudiciaria fatta per iscrittura. Bocc. Nov. 75. 7. (C) Di così piccola cosa, come questa è, non si dá libello in questa terra. Nov. ant. 53. 2. Richiamossi di lui, e diegli un libello di dumila livre. Tratt. pecc. mort. I quinti sono i falsi notai, che fanno le carte false ed i falsi contratti, e fanno i falsi suggelli, e fanno i falsi libelli. Sen. Ben. Varch. 5. 8. Se darà delle busse a se stesso, non arà a chi porre il libello dell'ingiuria. Dav. Scim. 10. Tornato il cavaliere a casa, e trovatovi questa creatura, mosse alla moglie libello di ripudio nell'Arcivescovado di Conturbia. Ar. Fur. 14. 84. Di citatorie piene e di libelli, D'esamine e di carte di procure Avea le mani e 'l seno, e gran fastelli Di chiose, di consigli e di letture. T. E Commed. Negr. 2. 3. Delle quali (carte) si fan libelli, cedule, Inquisizioni, citatorie, esamine, Istrumenti, processi, e mille altre opere De' rapaci oratori. [Camp.] Bib. Jer. 3. Ed aveale dato il libello di rifiuto, e non temette la prevaricatrice casa di Giuda sua sorocchia (libellum repudii).
[Cont.] Muzio, Risp. cav. III. 7. Or i cartelli certo è che sono i libelli cavallereschi: e dice pure il Tolomei, che nel giudicio civile la domanda col libello si fa al giudice, ma nel militar col cartello si fa alla parte.
T. Vang. Mosè permise scrivere il libello del ripudio. – Dare il libello del repudio.
4. (Leg.) [Can.] Libello famoso. È la pubblica imputazione scritta o stampata di fatti specifici a carico d'alcuno; i quali fatti, se sussistessero, potrebbero dar luogo ad un procedimento penale contro di lui, o l'esporrebbero all'odio o disprezzo altrui. = Maestruzz. 2. 8. 6. (C) Libello famoso si è quando alcuno scrive alcuna cedola, la qual contene la 'ngiuria e la 'nfamia altrui, e gittala in luogo ch'ella sia trovata.
Dicesi anche Libello infamatorio, e pure ass. Libello. Carl. Fior. (C) Il trascorrere fino alle ingiurie, fino alle 'nvettive, fino a' libelli. [Val.] Pucc. Centil. 24. 5. Mandòe ambasciador, che contraddisse A Carlo, e poi ad ogni suo libello. T. Libelli calunniosi, ingiuriosi. – Libello nefando. – Stampare, Divulgare un libello. – Scritto che è un libello, d'ingiurie infamanti forse più chi le scrive, che la pers. assalita. |