La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto.
La Storia di Elsa Morante (1974): Non resistendo alla voglia incessante di fumare e di muovere i piedi, s'inventò (come scusa per uscire più spesso dall'aula) che soffriva d'una sorta di dissenteria. E così andò a finire che buona parte delle sue mattinate scolastiche lui le passava nei cessi. Dove si attardava a fabbricarsi con delle cartine e degli scarti di tabacco rimediato le sue sigarette di guerra, succhiandole poi, con furia e voluttà, fino all'ultimo brandello rognoso che gli bruciava la mano.
Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): È lei che inventò un nuovo metodo di punizione delle bambine: metter loro sul capo lo strofinaccio sudicio d'inchiostro, di polvere di gesso, con cui si puliscono i banchi e le lavagne. Ed è anche lei che ha inventato un nuovo metodo, per non far tardare le alunne, alla scuola: si mette alla porta, con l'orologio in mano, e a chiunque arriva dopo le otto, sequestra la colezione implacabilmente. Molte bimbe hanno disertato, dopo questo. |