Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Specialmente quelle del terzo corso, le maestre di grado superiore, che erano sopraccaricate di lavoro, dovendo studiare le cose più opposte, in preda a un tormento continuo, non avevano fiato da cantare. Giuseppina Nobilone era la più felice fra tutte, non capiva nulla, né di fisica, né di geometria, né di aritmetica, né di geografia; in lingua italiana era sempre riprovata, e ogni sei mesi, ogni anno, passava, passava a furia di spintoni, di gridi, di pianti, di raccomandazioni, di preghiere; Giulia De Sanctis imparava le lezioni a memoria, con una fatica immensa, ma se arrivava a perdere il filo, si faceva burlare da tutta la classe;
Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga (1890): La signora Capitana affettava di guardare con insistenza la collana di donna Giuseppina Alòsi, nel tempo stesso che rimproverava il marchese: — Libertino!... libertino! — Peperito s'era tappate le orecchie. L'arciprete Bugno ricominciò daccapo: — Una statua d'autore!... Il Re, Dio guardi, voleva venderla al tempo della guerra coi giacobini!... Un santo miracoloso!...
L'amica geniale di Elena Ferrante (2011): Una mattina stavamo nella camera da pranzo a giocare a dama, io e Carmela contro Lila. Eravamo sedute al tavolo, noi due da un lato, lei dall'altro. Sia alle spalle di Lila che alle spalle mie e di Carmela c'erano i mobili con gli specchi, identici. Erano di legno scuro e con la cornice a volute. Guardavo noi tre riflesse all'infinito e non riuscivo a concentrarmi sia per tutte quelle immagini nostre che non mi piacevano, sia per le grida di Alfredo Peluso, che quel giorno era molto nervoso e se la prendeva con la moglie Giuseppina. |