Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Il Monti era livido per la rabbia. Non c'era dunque più niente da fare. Quelli del nord avevano ormai occupato anche la cima. Il capitano sedette sopra un macigno della cengia, senza badare ai suoi soldati che continuavano ad arrivare dal basso. Proprio in quel momento cominciò a nevicare, una neve fitta e pesante, come di pieno inverno. In pochi istanti, quasi incredibile, le ghiaie della cengia divennero bianche e la luce venne improvvisamente a mancare. Era piombata la notte a cui nessuno fino allora aveva seriamente pensato.
Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro (1906): Anche laggiù a villa Carrè e sulle ghiaie del Rovese, e, al di là, sulla muraglia nuda di monte Barco erano stampate larghe macchie di sole. Elena non vedeva dietro a sé l'austero Passo Grande farsi azzurro, cupo, quasi nero, al di sopra delle sue larghe frane, dei borri nevosi, sotto una corona pesante di nebbione. Non vedeva questa minaccia, ma pure anche i pallidi sorrisi di sole com'eran tristi! Quella sensibilità di Cortis, quel suo compiacersi della natura, della solitudine, delle campane, così nuovo in lui, le davan pena.
I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglio più lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di que' due remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano. L'onda segata dalla barca, riunendosi dietro la poppa, segnava una striscia increspata, che s'andava allontanando dal lido. |
- Il 5 novembre 2012, il Corriere della Sera, in un articolo sull'impatto ambientale delle cave e i parchi naturali, scrive: "L'Italia è «ricca» di cave di tutti i tipi, da cui si ricavano argille per mattoni, calcari per cementi, marne, sabbie e ghiaie per edilizia e costruzioni".
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