Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Cominciò dunque a parlare tra molti “eh” e “oh”, forse più del solito e più del dovuto, come per far capire che era assolutamente incerto sulle cose che stava per dire, ed esordì affermando che comprendeva benissimo il punto di vista di coloro che avevano parlato prima di lui, e che d'altra parte quella che altri chiamava la “dottrina” dei teologi imperiali non era più di qualche sparsa osservazione che non pretendeva di imporsi come verità di fede.
La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Il bello si è che la mia avventura matrimoniale esordì con la conoscenza del mio futuro suocero e con l'amicizia e l'ammirazione che gli dedicai prima che avessi saputo ch'egli era il padre di ragazze da marito. Perciò è evidente che non fu una risoluzione quella che mi fece procedere verso la meta ch'io ignoravo. Trascurai una fanciulla che per un momento avrei creduto facesse al caso mio e restai attaccato al mio futuro suocero. Mi verrebbe voglia di credere anche nel destino.
Carthago di Franco Forte (2009): «Conosco la vostra lingua» esordì il più alto dei Boi, un uomo con le spalle enormi e il petto nudo, ricoperto solo in parte da una pelle tranciata e da una doppia cinghia di cuoio a cui erano attaccati anelli di ferro, piccole bisacce e pugnali di varie dimensioni. I capelli del gallico erano lunghi e ispidi, raccolti sulla nuca e tenuti fermi da una cordicella di cuoio. Le basette folte si staccavano a metà della mascella, dove una striscia di pelle bianca risaltava come una cicatrice, prima che una barba folta e rossiccia gli ricoprisse il resto dei lineamenti. |