Il Fiore delle Perle di Emilio Salgari (1901): Il pavimento era coperto di stuoie di fibre di cocco, stuoie dovute non certo alle mani dei negriti; alcune sedie di bambù, lavorate grossolanamente, ma non perciò incomode, si vedevano intorno ad una tavola; in tutti gli angoli vi erano certe specie di enormi zucche ripiene di fiori raccolti senza dubbio nella vicina foresta, esalanti delicati profumi, poi dei vasi di terracotta di forme strane, usati forse per la cucina.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Pian piano, tuttavia, un altro sentimento si fece strada in lei, dolceamaro. Dalla perdita immensa stava nascendole un guadagno: doveva interrogarsi, riflettere bene sulla propria vita, senza riferirsi soltanto alla cultura, al successo, bensì, e molto, alle cose reali. Ai problemi della vita vera, col loro volto brusco e saggio. Avrebbe dovuto pensare seriamente a sposarsi: per nutrirsi, disporre d'un alloggio. Le contraddizioni psicologiche e sessuali sarebbero dovute scomparire, il corpo si trasformava in merce per lo scambio. E se doveva vivere da sola, del suo lavoro, tanto più occorreva farsi decisa, senza scrupoli.
La Storia di Elsa Morante (1974): Sapeva di trovarsi in un paese alleato: e si aspettava, dentro quella cantina accogliente, non certo le cerimonie dovute a un generale, ma senz'altro una familiarità cordiale, e simpatica. Invece, sia l'oste che il garzone lo accolsero con una freddezza svogliata e diffidente e con certe occhiate storte che gli fecero passare la fame subito. E allora, invece di sedersi per mangiare, rimasto in piedi al banco ordinò minacciosamente del vino; e lo ottenne, dopo qualche resistenza dei due, e qualche loro confabulazione privata nel retrobottega. |