Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (1962): Disse anche altre cose che non ricordo. Ricordo tuttavia che alla fine tornò ancora su Micòl, e questa volta per lamentarsi di certa sua “recente irrequietezza”, dovuta, si capisce, a “tanti fattori”, sebbene... Qui tacque, di botto. E durante tutto questo tempo non solamente eravamo saliti in cima alla scala, ma avevamo infilato e percorso due corridoi, attraversato varie stanze, il professor Ermanno sempre facendomi da battistrada, e non lasciandosi sopravanzare altro che per spegnere via via le luci.
La Storia di Elsa Morante (1974): Il delitto, non premeditato a quanto pareva, si era compiuto nel terraneo della donna. E le armi erano state più d'una, quelle che si potevano trovare là in casa: un paio di grosse forbici, il ferro da stiro e perfino il secchio dell'acqua sporca. La morte, tuttavia, risultò dovuta a un colpo di forbici iniziale, che aveva reciso alla donna la carotide; però l'assassino si era ostinato ancora contro quel corpo insensibile, con ogni oggetto che gli capitava fra le mani. In proposito i giornali parlavano di un «raptus omicida».
Ultimo Parallelo di Filippo Tuena (2007): La marcia con le racchette da neve calzate sugli zoccoli sarebbe stata l'ultima fatica dei pony, ormai trasformati in scheletri andanti, perché la lunga sosta dovuta alla tempesta aveva portato al minimo le provviste di foraggio e queste nell'ultima marcia erano state distribuite in razioni più che dimezzate. I quaranta giorni di fatiche, il terreno impossibile, il foraggio razionato avevano ridotto allo stremo gli animali e li avevano condotti alla fine del loro viaggio. |