Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
- Giuseppina non ha nessuna dignità, è proprio una persona spregevole.
- La dignità di regio plenipotenziario era molto ambita tra i nobili dell'epoca.
- Mi piace il tuo comportamento e come affronti i problemi con dignità.
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Citazioni da opere letterarie |
La Madonna d’Imbevera di Cesare Cantù (1878): Pel suo credito era stato anche fatto vicario foraneo, dignità di qualche conto allora, quando le curie emanavano da sé decreti ed encicliche, senza bisogno del regio visto; e tenevano tribunali, giudizj, prigioni. Vero è bene che il nostro curato non voleva sciuparsi con troppe brighe che lo distraessero dai prediletti suoi studj;
L'amuleto di Neera (1897): In quei giorni ricevetti una lettera di mio marito. Pietro nel consegnarmela, disse: Oggi la signora sarà contenta. Io ero difatti contenta quando mi giungeva una di queste lettere perché speravo ogni volta di trovarvi l'annuncio della felicità. Questa volta invece rimasi fredda; capii perfettamente che mio marito era uno straniero, uno straniero passato attraverso la mia casa, attraverso il mio cuore. Un sentimento nuovo di dignità mi faceva vergognare di essermi data con tanta leggerezza a un uomo che non conoscevo.
L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): “Vedete, San Patrizio, se non fossimo insigniti della dignità ecclesiastica di cui il pontefice, e il desiderio del Re, ci hanno onorato un anno fa, diremmo che la Provvidenza ha guidato la vostra imprudenza. Da tempo vi si stava osservando, domandandoci come avremmo potuto richiedervi un servigio che non avevate alcun dovere di prestare. Abbiamo accolto il vostro passo falso di tre sere fa come un singolare dono del Cielo. Ora potreste esserci debitore, e la nostra posizione cambia, per non dire della vostra.” |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per dignità |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: lignite, ligniti. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: digita. Altri scarti con resto non consecutivo: diga, dina, dita, inia, gita. |
Parole con "dignità" |
Iniziano con "dignita": dignitari, dignitaria, dignitarie, dignitario. |
Parole contenute in "dignita" |
Contenute all'inverso: tingi. |
Incastri |
Inserendo al suo interno ari si ha DIGNITariA. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "dignità" si può ottenere dalle seguenti coppie: diga/anita. |
Usando "dignità" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: verdigni * = verta; * tatari = dignitari; insidi * = insignita. |
Lucchetti Alterni |
Usando "dignità" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * dignitari = tatari; dignitosa * = tosata; verta * = verdigni; * aria = dignitari; * tosata = dignitosa. |
Intarsi e sciarade alterne |
"dignità" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: din/gita. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Dignità, Grado - Dignità è titolo eminente, al quale è annesso qualche obbligo; ma in essa si ha riguardo, non solo al carico, ma, più che altro, all'onore. - «Ebbe le più alte dignità ecclesiastiche.» - Il Grado è cosa di gerarchia; riguarda l'ufficio e i carichi che altri ha, ed è maggiore o minore. Dai varii gradi di un ufficio si può giungere a una dignità. [immagine] |
Dignità, Gravità, Maestà, Maestosità - Dignità è il sentimento che altri ha della propria onorata condizione o nobiltà di natali o d'ufficio; e il portarsi in modo da non ismentirlo. - La Gravità è modo di procedere contegnoso e lontano da ogni leggerezza. - Maestà è aspetto di nobiltà e di grandezza, che muove a rispetto e a riverenza. - Maestosità è meno di Maestà, e si applica a qualunque cosa o persona che abbia qualità nobili o vistose più che un'altra. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Degno, Meritevole, Dignità, Merito, Merto - La dignità è nell'uomo e nella carica; il merito negli atti e nelle qualità. Degno e meritevole dovrebbero avere sempre buon senso, perchè provenienti da sostantivi che non ammettono cattiva interpretazione: pure dicesi degno e meritevole di castigo, di rimprovero e simili, per uno di que' tanti antilogismi di cui non si sa capir la ragione. Poca è la differenza che corre fra degno e meritevole; per altro il primo mi pare più proprio a significare i sentimenti, il secondo più gli atti, i fatti. Uomo degno dicesi assolutamente per gran brav'uomo. Merto è voce poetica, per merito, cioè, o buona qualità, o un certo diritto alla stima, alla ricompensa per servigi resi. Ma non ha quello di merito nel, veniamo al merito, cioè all'essenziale, alla conclusione, nè al merito della cosa. [immagine] |
Dignità, Maestà - Dignità, dignitoso vengono da degno; maestà non ha che maestoso, senz'altra radice più profonda (a meno che, puro mio pensamento, non si voglia pensare a maestro, supponendosi perduto l'r per via; maître, padrone): onde maestà è cosa affatto esteriore, e dignità viene da merito intrinseco: avvi chi dalla natura ha ottenuto un'aria, un portamento maestoso; un fare dignitoso può confarsi anche con un fisico poco fortunato. La maestà è poi bellezza sovrana, e divina: la maestà del trono; delle pompe sacerdotali e religiose: maestà dei cieli. [immagine] |
Uffizio, Carica, Dignità, Ministero, Impiego, Posto, Uffiziuolo, Impieguccio; Ufficiale, Uffiziale; La dignità, Le dignità - Ufficio dice l'opera o il dovere; carica, il peso, l'obbligo; dignità, l'importanza; ministero, l'amministrazione, la spedizione degli affari; impiego, la persona, il tempo, l'attenzione, la capacità e le circostanze tutte che concorrono in quella cosa; posto dice la situazione gerarchica nella classe in cui si è, a cui s'appartiene: vacare all'ufficio; entrare, coprire una carica; essere o montare in dignità; adempire al ministero; avere, cercare un impiego: far un buono o cattivo impiego di sè e delle cose sue; occupare un posto. Gli'impiegati vanno all'uffizio; perciò l'uffizio è il luogo eziandio ove lavorano essi impiegati ciascuno al loro posto; gli alti impiegati sono in carica, gli altissimi sono in dignità o, assolutamente, dignità, almeno son così detti e creduti: gli uffici pubblici del governo, le segreterie di Stato sono dette collettivamente ministeri. Uffiziolo è piccolo libro di divozione; a Genova è così detto un cerino ravvolto o ripiegato a modo di libro; quest'uffiziolo si suole accendere in chiesa da' ragazzi il dì de' Santi e dei morti in suffragio delle anime. Impieguccio, piccolo e mal retribuito impiego. La dignità è un sentimento naturale di altezza che l'uomo onesto può avere e anco alquanto dimostrare: le dignità invece sono onori conferiti o inerenti a cariche ed alti impieghi di cancelleria o di corte: in quest'ultima classe le maggiori dignità di ciambellano, di scudiere e va dicendo si riducono a nobilitazioni o palliativi degli uffizi di cameriere e di staffiere. Fra ufficiale e uffiziale si fa la differenza che il primo è meglio detto dell'impiegato civile del governo, il secondo del militare, dal sottotenente in su fino al generale: tutto quel corpo è detto uffizialità. [immagine] |
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