Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Dignità, Grado - Dignità è titolo eminente, al quale è annesso qualche obbligo; ma in essa si ha riguardo, non solo al carico, ma, più che altro, all'onore. - «Ebbe le più alte dignità ecclesiastiche.» - Il Grado è cosa di gerarchia; riguarda l'ufficio e i carichi che altri ha, ed è maggiore o minore. Dai varii gradi di un ufficio si può giungere a una dignità. [immagine] |
Dignità, Gravità, Maestà, Maestosità - Dignità è il sentimento che altri ha della propria onorata condizione o nobiltà di natali o d'ufficio; e il portarsi in modo da non ismentirlo. - La Gravità è modo di procedere contegnoso e lontano da ogni leggerezza. - Maestà è aspetto di nobiltà e di grandezza, che muove a rispetto e a riverenza. - Maestosità è meno di Maestà, e si applica a qualunque cosa o persona che abbia qualità nobili o vistose più che un'altra. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Degno, Meritevole, Dignità, Merito, Merto - La dignità è nell'uomo e nella carica; il merito negli atti e nelle qualità. Degno e meritevole dovrebbero avere sempre buon senso, perchè provenienti da sostantivi che non ammettono cattiva interpretazione: pure dicesi degno e meritevole di castigo, di rimprovero e simili, per uno di que' tanti antilogismi di cui non si sa capir la ragione. Poca è la differenza che corre fra degno e meritevole; per altro il primo mi pare più proprio a significare i sentimenti, il secondo più gli atti, i fatti. Uomo degno dicesi assolutamente per gran brav'uomo. Merto è voce poetica, per merito, cioè, o buona qualità, o un certo diritto alla stima, alla ricompensa per servigi resi. Ma non ha quello di merito nel, veniamo al merito, cioè all'essenziale, alla conclusione, nè al merito della cosa. [immagine] |
Dignità, Maestà - Dignità, dignitoso vengono da degno; maestà non ha che maestoso, senz'altra radice più profonda (a meno che, puro mio pensamento, non si voglia pensare a maestro, supponendosi perduto l'r per via; maître, padrone): onde maestà è cosa affatto esteriore, e dignità viene da merito intrinseco: avvi chi dalla natura ha ottenuto un'aria, un portamento maestoso; un fare dignitoso può confarsi anche con un fisico poco fortunato. La maestà è poi bellezza sovrana, e divina: la maestà del trono; delle pompe sacerdotali e religiose: maestà dei cieli. [immagine] |
Uffizio, Carica, Dignità, Ministero, Impiego, Posto, Uffiziuolo, Impieguccio; Ufficiale, Uffiziale; La dignità, Le dignità - Ufficio dice l'opera o il dovere; carica, il peso, l'obbligo; dignità, l'importanza; ministero, l'amministrazione, la spedizione degli affari; impiego, la persona, il tempo, l'attenzione, la capacità e le circostanze tutte che concorrono in quella cosa; posto dice la situazione gerarchica nella classe in cui si è, a cui s'appartiene: vacare all'ufficio; entrare, coprire una carica; essere o montare in dignità; adempire al ministero; avere, cercare un impiego: far un buono o cattivo impiego di sè e delle cose sue; occupare un posto. Gli'impiegati vanno all'uffizio; perciò l'uffizio è il luogo eziandio ove lavorano essi impiegati ciascuno al loro posto; gli alti impiegati sono in carica, gli altissimi sono in dignità o, assolutamente, dignità, almeno son così detti e creduti: gli uffici pubblici del governo, le segreterie di Stato sono dette collettivamente ministeri. Uffiziolo è piccolo libro di divozione; a Genova è così detto un cerino ravvolto o ripiegato a modo di libro; quest'uffiziolo si suole accendere in chiesa da' ragazzi il dì de' Santi e dei morti in suffragio delle anime. Impieguccio, piccolo e mal retribuito impiego. La dignità è un sentimento naturale di altezza che l'uomo onesto può avere e anco alquanto dimostrare: le dignità invece sono onori conferiti o inerenti a cariche ed alti impieghi di cancelleria o di corte: in quest'ultima classe le maggiori dignità di ciambellano, di scudiere e va dicendo si riducono a nobilitazioni o palliativi degli uffizi di cameriere e di staffiere. Fra ufficiale e uffiziale si fa la differenza che il primo è meglio detto dell'impiegato civile del governo, il secondo del militare, dal sottotenente in su fino al generale: tutto quel corpo è detto uffizialità. [immagine] |