Gli occhiali d'oro di Giorgio Bassani (1958): Aggiungendo subito dopo che a Venezia per lo meno lui aveva la casa, il papà e la mamma, soprattutto la mamma: gli «affetti» più sacri, insomma. Come l'aveva adorata - sospirava -, la sua povera mamma! Intelligente, colta, bella, pia: in lei si assommavano tutte le virtù. Una mattina, anzi, e per la commozione gli occhi gli si inumidirono, estrasse dal portafoglio una fotografia che circolò di mano in mano. Si trattava di un piccolo ovale sbiadito. Ritraeva una donna in abito ottocentesco, di mezza età: dall'espressione soave, senza dubbio, ma nel complesso piuttosto insignificante.
Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Annina Pescara confidò subito la notizia a Ida Torelli, la diceria circolò a voce sommessa. La discussione era: la vice-direttrice può conservare il suo posto, maritandosi? Le ausiliarie, secondo il regolamento, non potevano; ma il regolamento si estendeva alla direttrice e alla vice-direttrice? Chi opinava di sì, chi negava.
Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Seppi poi che era messer Girolamo, quel vescovo di Caffa che Ubertino giorni prima credeva ormai defunto (e debbo dire che quell'idea che fosse morto da due anni circolò come notizia vera per tutta la cristianità per molto tempo, perché l'udii anche dopo; e in effetti morì pochi mesi dopo quel nostro incontro, e continuo a pensare che fosse deceduto per la gran rabbia che la riunione del giorno dopo gli avrebbe messo in corpo, che quasi avrei creduto schiattasse subito e immediatamente, tanto era fragile di corpo e bilioso di umore). |