Dizionari AntichiLettera P - pag. 8
pitauletiChiamavasi in tal guisa i suonatori, o cantanti negli spettacoli dei Giuochi Pitici.
piticiGiuochi e Spettacoli, che celebravansi a Delfo in onore di Apollo. Nei primi tempi non si davano se non che ogni nove anni, ma fu di poi stabilito il periodo di cinque. Oltre ai consueti combattimenti e precisamente gl'istessi, che avevano luogo ne' Giuochi Olimpici, eravi di più quello del suono della lira e del flauto.
pitieNome delle Sacerdotesse di Apollo (V.
Oracoli).
plagiarjChiamavansi in questa guisa quei, che rapivano a forza uomini liberi per venderli, e farne schiavi; egualmente che gli altri, i quali rubavano schiavi, e nascondevano quelli, che' erano fuggitivi.
planipediSi dava tal nome ai Mimi, perchè avevano i piedi nudi.
plectrumCiò che gli Antichi chiamavano
Plectrum, non era altra cosa che un bastoncino, col quale battevano le corde della Lira come si fa adesso per il Saltero,
Psalterion.
plethronMisura di distanza presso i Greci, valutata dal Sig. Goguet 15. tese, 5. piedi, 5. pollici e 10. linee del Piè di Parigi. Era pure un esercizio del corpo; esercizio preso appunto dal nome di questa distanza che un uom trapassava correndo, dimodochè cominciando dall'estremità non ritornava mai indietro, ma a ciascun giro ravvicinavasi sempre al centro, fino a tanto ch'e' vi fosse arrivato.
plinterieFeste Greche in onor di Minerva. Una delle cerimonie era quella di togliere tutti gli ornamenti della Statua della Dea, e quindi di ricoprirla.
plumariio
FRIGIONI,
Plumarii,
Phrygiones. Si chiamavan così certi Manifattori, l'arte de' quali consisteva in rappresentar sulla tela coll'ago ogni sorte di figure, e soprattutto d'uccelli colla varietà de' colori e delle lor piume. Quest'Arte ebbe origine in Frigia.
pluteiMacchine da guerra, conformate a foggia di graticci coperti di terra, e di pelli di bove staccate di fresco dall'animale (V.
Mantelletti).
poderaLunga tunica, che andava fino al tallone. Era l'istessa di quella chiamata
Talaris (V.
Tunica).
polemarcaIn Atene ere quello, che aveva il comando generale di tutte le truppe della Repubblica (V.
Arconte).
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