Dizionari AntichiLettera P - pag. 7
petalismoSentenza, che talvolta pronunziavasi in Siracusa, ed era presso a poco come l'Ostracismo ad Atene. Il
Petalismo era così chiamato derivandolo da una Voce Greca significante
foglia, perchè si scriveva in tale occasione il suo voto sopra una foglia d'albero.
petauristiSpecie di Atleti o di Saltatori (Vedasi qui sotto
Petauro).
petauroSecondo alcuni era una specie di tavolato piuttosto alto, nel quale fermavasi una molla, che toccata col piede spingeva in aria il Petaurista, e gli faceva fare un salto prodigioso o mirabile; ma secondo altri non era che un trappolino. Il S. Sauli nel suo Trattato sulla
Cibistica crede che fosse una ruota traversata da un asse o sala; che il
Petaurista o il
Cibista coi piedi in alto e colle mani sulla circonferenza di questa ruota giacente orizzontalmente le dasse il moto d'una trottola, che gira sulle mani d'un ragazzo; e che questa ruota fosse collocata molto in alto per mettere maggiormente il Saltatore in veduta di tutti gli spettatori. Ciò che rendeva questo spettacolo più interessante si è, che per arrivare a quella ruota o al tavolato ove stava collocata, non eravi altra scala che una corda tesa sia cui bisognava passare colla leggierezza d'un uccello: ed ecco la spiegazione di quelle parole da Marziale:
Quod si per graciles vias Petauri Invitam jubeas subire Ladam, etc.
petteuteriono
Petteja, specie di giuoco di Dama o di Scacchi molto in uso presso i Greci, ma assai differenti da quelli che si giocano oggi sotto i due detti nomi. Chiamavasi ancora il giuoco dei
dodici Scrittori. A giudicarne dalle descrizioni, che se ne trovano, aveva una specie di analogia col
Trictrac, poichè vi si adopravano i dadi, e secondo il numero, che ogni giuocatore tirava, muoveva i suoi pezzi. Vi si trova ancora un Vocabolo, che sempre appartiene a tal giuoco, quello cioè di
Casa; ed effettivamente sulla tavola ove giuocavasi eranvi dodici linee, ad ognuna delle quali davasi il nome di δώδεκα κασςους. Se prestasi fede agli Antichi il
Petteuterione non era un frivolo passatempo senza punto interessare lo spirito, perchè comprendeva secondo loro i misteri più grandi della Filosofia. La tavola, su cui erano le dette linee, rappresentava il Mondo; le dodici Linee o case indicavano i dodici segni dello Zodiaco. Nel bussolotto o cornetto si scorgeva l'imagin del Cielo, ne' dadi quella dei Pianeti, ec. Gli Egizj giuocavano pure il
Petteuterion, ma in un modo che aveva più somiglianza al nostro giuoco di Dama, poichè non adopravano i dadi. Era però semplicissimo nel numero dei pezzi; e per questo appunto non doveva esser che più difficile, non avendo ogni giuocatore da muovere che soli cinque pezzi.
phurimFesta, che gli Ebrei, in memoria della loro liberazione dagli effetti della invidia e della vendetta d'Aman favorito d'Assuero Re di Persia, celebravano il 13° e 14° giorno del Mese d'Adar. Il nome di queste Feste
Phurim è una parola, che in lingua Persiana significa le
Sorti; perchè Aman aveva tirato a sorte il giorno, nel quale dovea sterminare gli Ebrei; e questo giorno era caduto appunto nel 13. del Mese di Adar.
pigmaMisura Greca, che sembra essere stata di mezzo tra il cubito e il piede.
pigmentariusEra il Vocabolo significante colui, il qual preparava e vendeva i colori, di cui si servivan le Donne, come fanno anche in oggi, per darsi il belletto. Trovavansi pure presso l'istesso mercante tutte l'essenze, profumi, ed altre cose di questo genere, inservienti al lusso ed alla mollezza.
pileusSpecie di berretto, che non era lecito portarsi se non dagli uomini liberi. Sembra ancora che ne' primi tempi fosse un segno distintivo, il quale non accordavasi fuor che a persone di merito. Di qui è venuto il berretto di Dottore in ogni Università, denominato
Pileus.
pilumArme ordinaria de' Soldati Romani. Quest'arme, che chiamiam
giavellotto, era pesantissima, e non poteva essere maneggiata con vantaggio contra il nemico se non che da un uomo forte ed assai vigoroso. Avea la lunghezza di cinque cubiti e mezzo, e consisteva in un legno tondo o quadro d'una grossezza da empire la mano, e della lunghezza di quattro cubiti. Questo legno era armato d'una lamiera di ferro lunga tre cubiti ma in modo che per la metà era fermata sul legno, e per l'altra l'oltrepassava terminando in una punta acutissima, al disotto della quale erano due rampini in figura di ami
piroforiErano presso i Greci una specie di Sacerdoti, che andavano alla testa delle Armate tenendo in mano alcuni vasi ripieni di fuoco vivo. Avanti che si servisser di tromba per dare il segnale della battaglia, i Pirofori erano incaricati di darlo lanciando delle torcie accese contra l'Armata nemica. Si rispettavano tanto che sarebbe stato un grave delitto anco per i nemici l'attaccarli in niun conto.
piscatorj(Giuochi o Spettacoli). I Romani li celebravano presso il Tevere pe'i Pescatori in quel fiume, dove pescavano piccoli pesci, che sacrificavansi a Vulcano.
pissafaltoSi crede che fosse una mescolanza di bitume di Giudea col liquore del Cedro, di cui l'uso era quello d'imbalsamare i morti.
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