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Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
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Informazioni di base |
La parola vescica è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. Divisione in sillabe: ve-scì-ca. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
L'Esclusa di Luigi Pirandello (1919): — Largo! che c'è? Mi lascino vedere.... Eh! — fece, con voce oppressa da intasamento nasale, percotendosi le anche. — Povero signor Francesco! Ghiaccio, ghiaccio.... Qui, alla farmacia dirimpetto, carte senapate, una vescica.... Chi va? chi corre? Si levino d'attorno al letto.... aria! aria! Povero signor Francesco.... Il Re del Mare di Emilio Salgari (1906): Fra i rotang che cadevano in festoni lungo i tronchi degli alberi, vi erano delle siamang, quelle orride scimmie nere che hanno la fronte bassissima, gli occhi infossati, la bocca enorme, il naso piatto e sotto la gola un lungo gozzo che pende come una vescica gonfia, le quali saltellavano di ramo in ramo, senza dimostrare alcuna preoccupazione. In acqua invece nuotavano fra le erbe, numerose bewah, gigantesche lucertole semiacquatiche che raggiungono sovente i due metri di lunghezza. Dei dayachi nessun indizio. Se fossero stati vicini, quei quadrumani non avrebbero mostrata tanta tranquillità, essendo molto diffidenti. Dopo il divorzio di Grazia Deledda (1902): Il crepuscolo era freddo, verdognolo e luminoso. Un gruppo di persone, per lo più donne, nere sull'aria limpida, s'avanzava verso il rialzo, suonando e cantando. Isidoro capì di che si trattava e andò incontro al gruppo. Le donne, una ventina tra vecchie e giovani, cantavano a mezza voce e con tono saltellante eppur melanconico, una bizzarra canzone, o meglio uno scongiuro contro il morso della tarantola, accompagnate dal suono monotono d'uno strumento primitivo, chiamato serraia, specie di cetra con la cassa formata da una vescica di maiale secca. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per vescica |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: vescia. Altri scarti con resto non consecutivo: veci, esca, scia. |
Parole con "vescica" |
Iniziano con "vescica": vescicale, vescicali, vescicaria, vescicarie, vescicatori, vescicatoria, vescicatorie, vescicatorii, vescicatorio, vescicazione, vescicazioni. |
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Parole contenute in "vescica" |
sci, cica, esci. Contenute all'inverso: ics. |
Incastri |
Inserendo al suo interno ari si ha VESCICariA. |
Lucchetti |
Usando "vescica" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: rovesci * = roca; * cache = vesciche; * aoni = vesciconi. |
Cerniere |
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "vescica" si può ottenere dalle seguenti coppie: rovesci/caro. |
Usando "vescica" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * rovesci = caro; caro * = rovesci. |
Lucchetti Alterni |
Usando "vescica" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: vesciconi * = conica; roca * = rovesci; * alea = vescicale. |
Quiz - indovina la soluzione |
Definizioni da Cruciverba: Formano gallerie di verzura, Campo di verze, Si dice di certi spacchi vertiginosi, Le vesciche che, riempiendosi di gas, consentono ai pesci di galleggiare, Una leggera vertigine. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Cocciuola, Fignolo, Orzajuolo, Nocciolo, Galla, Vescica - La Cocciuola è una piccolissima enflatura della pelle in forma rotondeggiante, senza arrossamento, prodotta generalmente da punture d’insetti, o da ortiche o simili, e sparisce ben presto senza suppurare e senza lasciar alcun segno. – Il Fignolo è un vero tumoretto di forma conica che si risolve con la suppurazione, e lascia una piccola cicatrice, la quale non sparisce che col tempo. – Quella specie di piccolissimo fignolo che viene sull’orlo delle palpebre, si dice Orzajuolo, dalla forma simile a un grano d’orzo. Il volgo, storpiando, pronunzia anche Razzajuolo - Il Nocciolo non sempre rileva sulla pelle, e pare una nocciuola sotto di essa. Generalmente è duro, indolente, e suppura di rado. Il più delle volte, piuttosto che un male in sè, è un effetto, e quindi anche un segno di una infezione generale. – Quella specie di cocciuola biancastra formata dall’epidermide che si solleva gonfiata da una secrezione sierosa sulle pianta de’ piedi o sulla palma delle mani per lunghe camminate o per l’uso di strumenti duri o pesanti, si dice Galla e Vescica; ma Vescica piuttosto quella prodotta da scottature, anche in altre parti del corpo. Galle soltanto quelle a’ piedi e alle mani: quelle sollevate da vescicanti o vessicanti, sempre Vesciche. G. F. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Vescica - e † VESSICA. S. f. Membrana o Vaso situato nella parte inferiore del ventre; ed è il ricettacolo dell'orina, Vesica, in Cic. – Cr. 1. 4. 18. (C) Se 'l ventre, o le budella, o i lati, o le reni di niuno dolore, ovvero enfiamento, son magagnati; se la vescica ha vizio neuno. E 3. 4. 4. Il cece… rompe la pietra delle reni e della vescica, ma nuoce alle piaghe delle reni e della vescica. Pallad. Ott. 14. E 'l vino bianco è un pochetto salso, e consono e convenevole alla vessica. Tes. Br. 3. 5. Che non abbiano dolore nè flemma nel corpo dentro, e la vessica netta, sanza vizii. Lab. 258. Non meno che gli altri panni, quella le conviene in alto levare, quando, secondo l'opportunità naturale, vuole scaricar la vescica. [Val.] Fortig. Ricciard. 6. 84. Quanto tien d'un gigante la vescica. [G.M.] Segner. Mann. Genn. 3. Rimira tutti i mali, quantunque tra lor contrarii, star là d'accordo a punire uno stesso reo, di capo, d'occhi, di orecchie, di denti, di petto, di podagra, di nervi, di vesciche, di ulceri, di posteme.
T. Collo della vescica. 2. [G.M.] Vescica di lardo; Vescica di majale, di vitello, di manzo, pulita e acconciata, e poi secca e gonfia, nella quale si conserva il lardo, per gli usi della cucina. Comprare una vescica di lardo. 3. [G.M.] Quelle di gomma elastica, che, piene di vento, si mandano per l'aria, specialmente dai ragazzi per ispasso. [P.Occell.] Grav. Rag. poetic. Non per altro così possono chiamarsi (le odi liriche) che, perchè gonfie di vento, a guisa di vesciche s'alzano per aria. (Qui locuz. fig.) 4. [G.M.] E di uomo vano e superbo si dice che è una vescica. L'avvocato vescica. T. Baretti: Gonfio come una vescica. [G.M.] Segner. Mann. Giugn. 9. Il tratto fastoso fa che tu sprezzi il prossimo nelle conversazioni; sicchè apparisca ancora in te quella piaga che apparve negli Egiziani, siccome in quelli che figuravano i letterati del mondo, voglio dire le vessiche turgide. 5. E fig. Vescica, per Gonfiezza e vacultà di parole, Ciarla vana. Onde: Vender vesciche, o sim., per Dar ciarle, Dare ad intendere una cosa per un'altra. [Cors.] Segr. Fior. Mandr. 2. 1. A me non venderà vesciche. = Bern. Orl. Inn. 11. 21. (C) Mentre che 'l Conte con essa ragiona, Ed ella a lui vesciche in copia vende, Ecco dall'alta rôcca il corno suona. Buon. Fier. 3. 4. 11. Fan star altri a ricever le vesciche, Ch'ei sputan dalle cattedre ampollose. Cas. Lett. 77. Tu sai che tu non puoi vender vesciche; e per fuggir questo e gli altri disordini, non ci è miglior via che lo studiare. Varch. Ercol. 76. Gonfiare alcuno è volergli vendere vesciche, cioè, dire alcuna cosa per certa, che certa non sia, acciocchè egli, credendolasi, te ne abbia da avere alcun obbligo. Così Dar vesciche per lanterne. Non più usit. Fra Jac. Tod. 2. 12. 15. (C) Questa mi par gran pazzia, Dar vesciche per lanterne. Pataff. 4. E per lanterne vesciche tu fai. 6. E pur fig. Vescica si disse per Cilecca. Varch. Ercol. 84. (C) Si dice avergli fatta la cilecca, la quale si chiama ancora natta, e talvolta vescica o giarda. 7. Vescica; Il sacchetto del fiele. T. Red. Lett. 1. 134. Egli fa la notomia del ghiro, ed afferma… che nel fegato non vi è la vescica del fiele. 8. Quella membrana che nella maggior parte dei pesci è il ricettacolo dell'aria. Red. Oss. an. 172. (C) Trovai altresì de' vermini tra tunica e tunica di quella vescica piena d'aria, che la natura ha conceduta ad una gran parte de' pesci, tanto d'acqua dolce che d'acqua salata; la qual vescica dai pescatori con molta ragione è chiamata il notatojo. E 181. E tanto basti intorno alle vesciche piene d'aria de' pesci. [G.M.] Salvin. Annot. Ariann. inferm. Red. Come un pesce, il quale colla vescica detta notatojo, si governa nell'andare a galla o in fondo. 9. Vaso di rame che ha figura di vescica, e serve per uso di stillare. Tes. Pov. P. S. cap. 11. (C) Tra le quali cose è ottima la vescica, cioè vasello di rame, pieno di cocitura di camomilla. E cap. 14. La vescica di rame con cocitura di così diuretiche e calde, è sommo rimedio. Ricett. Fior. 4. 94. Del modo di stillare l'acque, detto da alcuni per vescica, e da altri per tamburlano. 10. Gonfiamento di pelle, cagionato da scottatura, infiammazione e sim. Cr. 5. 17. 5. (C) Lo impiastro fatto del suo frutto (della mortella) non lascia far vesciche. [F.T-s] Matt. Diosc. 1. 114. Non lascia fare l'acacia le vesciche alle cotture del fuoco. [Cont.] E 6. 116. Nascono alle volte attorno alla morsura alcune vesciche, sotto le quali, quando si rompono, si vede la carne tutta corrotta a modo d'una feccia, e parimente sfessa per tutto, con una enfiagione non picciola all'intorno. [G.M.] Gli cadde dell'olio bollente sulla mano, e gli alzò una vescìca. 11. Quel gonfiamento che nasce su per le foglie degli alberi. Red. Ins. 112. (M.) Foglie d'alberi, sulle quali nascono o vesciche, o borse, o increspature, o gonfietti pieni di vermi. [Cont.] Roseo, Agr. Her. 91. v. Ciô fatto, leghinsi e stringansi ben con la sua corda, acciò si congiungan bene, e resti giusto lo scudetto col tronco, che non resti nè borsa nè vescica. 12. Per Puliga, o aria interposta nella sostanza del vetro, o sim. Benv. Cell. Oref. 19. (C) Pigliasi un poco di vetro cristallino nettissimo, cioè che non abbia sonagli nè vesciche. [Cont.] Cenn. Tratt. Pitt. CLXXII. Togli un pezzo di vetro bianco che non verdeggi, ben netto, senza vesciche, e lavalo con lisciva e con carboni. 13. Bolla che fa l'acqua sbattuta. Franc. Sacch. Nov. 26. (C) Subito fece un peto nell'acqua del bagno, il quale immantinente gorgogliando venne a galla, e fece una vescica. E Bartolino, come vide la vescica: Ora vi converrebbe avere la saettuzza, e darvi dentro. E d'altro che dell'acqua. [Cont.] Cenn. Tratt. Pitt. CLXXXIV. E col bicchiere o con iscodella piglia di questo gesso, e metti sopra della detta forma, e tiella sopra una panca, acciò che quando metti su… la confezione,… con l'altra mano la isbatti sopra la panca gentilmente, acciò che 'l gesso abbi ugualmente cagione di rientrare in ogni luogo, sì come fae la cera nel suggello, e che non faccia nè vesciche nè gallozze. |
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