Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
- Ogni parete della casa era soggetta ad un'usura costante per via dell'umidità.
- A causa di un prestito concesso ad usura, spesso l'imprenditore è costretto a cedere l'attività.
- Praticare l'usura è un reato odiosissimo, chi lo fa è un vero strozzino.
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Citazioni da opere letterarie |
Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): La ragione era un'altra, lo so bene. Non mi ci vedeva neanche lui, mio suocero. Per motivi ben altri dai miei. Non poteva ammettere, lui, ch'io gli levassi il genero (quel suo Gengè ch'egli vedeva in me, chi sa come) dalle condizioni in cui se n'era stato finora, cioè da quella comoda consistenza di marionetta che lui da un canto e la figlia dall'altro, e dal canto loro tutti i soci della banca gli avevano dato. Dovevo lasciarlo così com'era, quel buon figliuolo feroce di Gengè, a vivere senza pensarci dell'usura di quella banca non amministrata da lui.
Colombi e sparvieri di Grazia Deledda (1912): — Quando si può lecitamente! O almeno senza far male agli altri. Ma.... quando non si può? Allora bisogna rassegnarsi, e pensare che Dio ci manda le tribolazioni, in questa vita, per compensarci nell'altra.... Ogni nostro dolore ci verrà ripagato al doppio, al triplo di gioia; è come se noi facessimo un prestito ad usura....
Il ventre di Napoli di Matilde Serao (1884): Ora, calcolate. Ogni vicolo ha la sua donna Carmela, ogni strada ha la sua donna Raffaela, ogni angolo di piazza ha la sua agenzia autorizzata; e in certe strade nere, ogni tre botteghe s'impegna. Calcolate, moltiplicate, moltiplicate, pensate alla miseria, pensate al lotto: da un lato l'avidità e la furberia: dall'altro l'onestà e l'ingenuità. Di questo cancro, l'usura, che tutto alimenta, agonizza in una infelicità infinita la gente napoletana. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per usura |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: userà, usure, usuri, usuro. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: sura. |
Zeppe (e aggiunte) |
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: usurai, usurpa. |
Parole con "usura" |
Iniziano con "usura": usurai, usuraia, usuraie, usuraio, usurano, usurare, usurari, usurata, usurate, usurati, usurato, usurava, usuravi, usuravo, usurammo, usurando, usurante, usuranti, usuraria, usurarie, usurario, usurasse, usurassi, usuraste, usurasti, usurabile, usurabili, usurarono, usuravamo, usuravano, ... |
Finiscono con "usura": chiusura, clausura, antiusura. |
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Parole contenute in "usura" |
sura. |
Incastri |
Inserendo al suo interno ari si ha USURariA; con per si ha USURperA (usurperà); con fruì si ha USUfruiRA (usufruirà). |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "usura" si può ottenere dalle seguenti coppie: usa/aura, usufruì/fruirà. |
Usando "usura" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * api = usurpi; visus * = visura; status * = statura; * aera = usurerà; * aero = usurerò; * aerai = usurerai; * aerei = usurerei; * aiate = usuriate; * apiate = usurpiate. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "usura" si può ottenere dalle seguenti coppie: pus/pura, visus/visura, status/statura. |
Usando "usura" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * pia = usurpi; * poa = usurpo; * fruirà = usufruì; * anoa = usurano; * area = usurare; * aria = usurari; * atea = usurate; * paia = usurpai; * pavia = usurpavi. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "usura" (*) con un'altra parola si può ottenere: * ai = usuaria; * pi = usurpai; * eri = usurerai; * peri = usurperai; * pite = usurpiate; formi * = fuormisura; * fruii = usufruirai; * prono = usurparono. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Usura - La legge del Vangelo proibisce d'imprestare ad usura. I concilj ed i papi insorsero pure fortemente contro tali prestiti. Furgault dice, che i Greci intendevano meglio d'ogni altro popolo l'arte di far profittare il loro danaro, e che presso di essi l'usura era portata ai maggiori eccessi. Lo impiegavano o dai banchieri o da altre persone al dodici per cento all'anno, o piuttosto a uno per cento ad ogni luna nuova; ma siccome le leggi di Solone non vietavano di richiedere il più forte interesse possibile, così si vedevano dei privati a ricavare dal danaro più di sedici per cento al mese; ed altri, specialmente tra il volgo, ad esigere per ciascun giorno un quarto del capitale. Se il debitore mancava di pagare alla scadenza, gli arretrati si accunulavano ogni dì, ed alla fine pareggiavano od anche sorpassavano il capitale. Allora il debitore, esauriti tutti i termini concessigli, era abbandonato a' suoi creditori, i quali sovente lo tenevano in carcere e coi ferri a' piedi. L'epoca delle scadenze era il dì primo di ogni mese, giorno della neomenia, cioè della luna nuova. I Greci lo chiamavano apophrada (disgraziato, che non si ardisce nominare). I primi Romani non ebbero leggi per regolare il prezzo dell'usura. Nell'anno 398 di Roma, i tribuni Duellio e Menenio fecero passare una legge, che riduceva gli interessi ad uno per cento all'anno. Questa è la legge che Tacito confonde con quella delle dodici tavole, ed è la prima fatta presso i Romani onde fissare la cifra dell'interesse. Dieci anni dopo quell'usura fu ridotta alla metà; ed in seguito si soppresse affatto; e se prestiamo fede ad alcuni autori che avea veduti Tito Livio, ciò avvenne sotto il consolato di C. Marzio Rutilio e di P. Servilio nell'anno 413 di Roma. Sotto Silla, L. Valerio Flacco fece una legge che permetteva l'interesse a tre per cento all'anno. [immagine] |
Dizionario compendiato di antichità del 1821/1822 |
Usura - I Romani chiamavano Usura l'interesse del denaro, che prestavano, senza ripeterlo mai. Era tra loro un commercio come tra i Greci, che quantunque permesso non era meno ingiusto di per sè stesso, nè meno odioso ai Cittadini onorati. È uno strozzar l'uomo, diceva Catone, il prestargli ad usura. L'interesse il più comune era dell'uno per mese, ed in conseguenza il dodici per cento l'anno, in guisa che per poco che un Debitore si trovasse nell'impossibilità di pagare, i frutti si cumulavano in poco tempo; e ciò che portava al colmo l'ingiustizia si è che ordinariamente si esigeva l'anatocismo vale a dire il frutto de' frutti o il frutto e rifrutto. Si può vedere nell'Articolo Imprestiti con qual rigore i Greci e i Romani trattassero i lor Debitori. Questo fu spinto in Roma tant'oltre che fu obbligato il Governo di promulgare diverse Leggi per porre un freno alla cupidigia de' Creditori imprestanti certi limiti alle lor vessazioni; ma quasi sempre ciò avvenne senza nessun favorevole resultamento. Gli usuraj Romani sapevano impiegar come i nostri de' mezzi sottili ed artificiosi per mettersi al coperto delle pene che la Legge minacciava, e infliggeva. (V. Centesimae, Versura). |
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