Le rondini di Montecassino di Helena Janeczek (2010): Sapeva che a Leopoli gli ebrei erano stati chiusi nel ghetto, sapeva che da lì i tedeschi avevano cominciato a selezionarli e deportarli in massa, sapeva pure quasi certamente dei campi nazisti che per un ebreo significavano la morte. Forse gli era giusto stato risparmiato di venire a conoscenza dell'iniziale mattanza ucraina, dove c'è da sperare che l'indirizzo periferico di via Glinianska avesse fatto da scudo non solo alle vite di tutti i suoi, ma anche ai corpi di sua sorella e di sua madre.
Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): Il russo scosse la testa. — Argomento vecchio, e che c'è da dire? È tutto finito, rìen va plus. Niente macchine del Tempo, niente servizio temporale, niente di niente. Siamo tutti in pensione. La grande madre Russia non ha soldi per occuparsi del presente, figuriamoci del passato! La KGBV è stata di fatto smantellata, le macchine quasi tutte vendute all'estero. Io sono venuto qui a vendere le mie conoscenze e i miei ricordi. Qualcuno dei miei uomini è andato a lavorare per l'Ucraina, qualcun altro chissà dove...
Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): Nella marcia verso il lavoro, vacillanti nei grossi zoccoli sulla neve gelata, abbiamo scambiato qualche parola, e ho saputo che Resnyk è polacco; ha vissuto vent'anni a Parigi, ma parla un francese incredibile. Ha trent'anni, ma, come a tutti noi, gliene potresti dare da diciassette a cinquanta. Mi ha raccontato la sua storia, e oggi l'ho dimenticata, ma era certo una storia dolorosa, crudele e commovente; ché tali sono tutte le nostre storie, centinaia di migliaia di storie, tutte diverse e tutte piene di una tragica sorprendente necessità. Ce le raccontiamo a vicenda a sera, e sono avvenute in Norvegia, in Italia, in Algeria, in Ucraina, e sono semplici e incomprensibili come le storie della Bibbia. Ma non sono anch'esse storie di una nuova Bibbia? |