I Figli dell'Aria di Emilio Salgari (1904): Rokoff, comprendendo che ormai non poteva più indugiare senza compromettere gravemente la sua posizione di uomo celeste, fece appello a tutto il suo coraggio e alla sua fantasia, e tossì rumorosamente tre o quattro volte per richiamare su di sé l'attenzione dei fedeli. Cosa strana però, l'eterno chiacchierone non riusciva a trovare la parola, né da qual parte cominciare. E poi si sentiva girare sempre più la testa e montare in volto delle fiammate ardenti. Certamente aveva bevuto troppo. Finalmente si decise.
Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): «Noi siamo speciali ed inviati, bischeri fin da neonati» scatarrò Arp per compiacenza. «Madonna e tutti i santi più cherubini e arcangeli» tossì Bibì ruotando tra le dita una sigaretta che però non avrebbe accesa prima del caffè. «Perché non mi hanno partorito ragioniere di banca? Bestemmia per me e per la mia mamma, Bibì, tu che sei giovane» invocò Arp. «Giovane e perduto» singhiozzò Bibì.
Resurrezione di Elena Di Fazio (2021): Tossì forte, la gola irritata. Si girò verso la tv e si accorse che il film non era muto, lo aveva solo silenziato col telecomando. Lo recuperò e ripristinò l'audio. Era una vecchissima pellicola di fantascienza: una donna, un uomo in tenuta argentata e un robot stavano in piedi su un disco volante che sembrava fatto di cartapesta. Ma quello che colpì la sua attenzione fu il riquadro lampeggiante in basso a sinistra, apparso sullo schermo da chissà quanto. Lo aveva già visto e lo riconobbe al volo, o forse sapeva in anticipo che lo avrebbe trovato lì, come sempre era stato, come sempre sarebbe stato. |