Tetracordo - S. m. (Mus.) [Ross.] Propriamente è Sistema di quattro corde. Tetrachordon e Tetrachordos, in Capell. Gr. Τετράχορδος. [Cont.] Barbaro, Arch. Vitr. 230. In tutti i tetracordi d'ogni genere sono quattro termini, o suoni, o gradi che vogliam dire. E 232. Così averai quattro termini, ut, re, mi, fa, e tre spazii; l'uno da ut a re, che è un tuono, l'altro da re a mi, che è il secondo tuono, ed il terzo, che è da mi a fa, che è un semituono minore, o diesi; e questo è il tetracordo del genere diatonico.
[Ross.] Istrumento di quattro corde. Zarl. 2. 1. Def. 1. 192. Quando (uno strumento) è di quattro corde, è chiamato Tetracordo, o Quattracordo; e Pentacordo, quando è di cinque; e di sei corde Esacordo; e di sette Ettacordo; e così discorrendo dal numero delle corde; e per finirla, quando contiene molte corde, si chiama Policordo.
[Ross.] Strumento antico di quattro corde, che co' ponticelli venivano divise in una certa proporzione ed accordo. Paz. Diz. Orig. Il tetracordo, istromento di quattro corde ad arco, ora non si usa, nè abbiam ragione, ignorandolo, di poterne argomentare la figura.
[Ross.] Intervallo di quarta. Bont. 2. 24. 118. Il sistema di quattro suoni e tre intervalli si chiama Tetracordo, Prima Sinfonia, Prima Armonia, Sillaba e Diatessaron.
[Ross.] Sistema particolare in cui consideravasi periodicamente diviso il sistema generale ossia il diagramma degli antichi Greci, nello stesso modo come noi consideriamo il nostro diviso periodicacamente in ottave. Il Tetracordo de' Greci consideravasi sostanzialmente ne' suoi estremi, fra i quali dovea sempre correre la diatessaron, ossia la quarta minore, comunque d'altra parte fossero temperate, od anche tolte via, le corde intermedie. Quiadi la congiunzione e disgiunzione de'Tetracordi, e la mutabilità ed immutabilità delle corde di cui a' loro luoghi. Zarl. 1. 2. 16. 101. Ma il tetracordo è un ordine di suoni contenuto tra quattro corde, le cui estreme si ritrovano l'una distante dall'altra in sesquiterza proporzione congiunto. Quello, il fine del quale è il principio d'un altro: ovver per il contrario, il principio dell'uno è fine dell'altro, che gli è appresso. E 2. 4. Def. 10. 192. Congiunti sono i tetracordi, i paton col meson, questo col sinemmenon, il diezeugmenon coll'iperboleon. Don. Tr. 1. 290. Tetracordo congiunto, che serve procedendo per bemolle. |