Resurrezione di Elena Di Fazio (2021): La porta dell'ufficio di Lartigue era chiusa, il piano deserto. Stavolta non c'era neppure l'inserviente con il carrello, dato che il personale ausiliario aveva lasciato l'isola con i voli del giorno prima. Jessabel si avvicinò all'uscio con deferenza, memore dell'ultima volta che aveva oltrepassato quella soglia. Alzò la mano per bussare, esitò, lasciò perdere e girò i tacchi per andarsene, poi cambiò di nuovo idea e tornò sui propri passi. Strinse il pugno e colpì la porta tre volte, con tanta forza che quasi si scorticò le nocche.
Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): E poi sentì che non era comodo neppure il legno nudo e lo imbottì; scorticò le bestie soggette, altre ne tosò e vestì il legno di cuoio e tra il cuoio e il legno mise la lana; ci si sdraiò sopra, beato: «Ah, come si sta bene così!» Il cardellino canta nella gabbietta sospesa tra le tende al palchetto della finestra. Sente forse la primavera che s'approssima? Ahimè, forse la sente anch'esso l'antico ramo del noce da cui fu tratta la mia seggiola, che al canto del cardellino ora scricchiola. Forse s'intendono, con quel canto e con questo scricchiolio, l'uccello imprigionato e il noce ridotto seggiola.
Giovani di Federigo Tozzi (1920): Egli mi buttò in terra, su la ghiaia, che mi scorticò tutte e due le mani e i ginocchi; e cominciò a picchiarmi. Ma io non pensavo a lui; e mi lasciai picchiare senza né meno muovermi. Me ne dette quante volle; e mia madre, che aveva fatto tardi, vedendomi in terra da lontano, corse a rialzarmi. Io, ora, ero solo con lei; e, quando tutta spaventata mi chiese che mi avevano fatto, le risposi: |