La Storia di Elsa Morante (1974): Era il trionfo di Nino. La sua risata, fresca e travolgente come una girandola, lo ribaltò addirittura sul pavimento, in una mischia di zompi e di capriole con Blitz. Finché, per riposarsi beatamente, andò a sedersi sull'orlo del letto, traendo dal taschino posteriore dei pantaloni una sigaretta schiacciata e meschina.
La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Ecco come quei versi nacquero. A tarda notte ero ritornato a casa e invece che coricarmi m'ero recato nel mio studiolo ove avevo acceso il gas. Alla luce una mosca si mise a tormentarmi. Riuscii a darle un colpo, lieve però per non insudiciarmi. La dimenticai, ma poi la rividi in mezzo al tavolo come lentamente si rimetteva. Era ferma, eretta e pareva più alta di prima perché una delle sue zampine era stata anchilosata e non poteva flettersi. Con le due zampine posteriori si lisciava assiduamente le ali. Tentò di moversi, ma si ribaltò sulla schiena. Si rizzò e ritornò ostinata al suo assiduo lavoro.
Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Il disastro accadde in un unico imprevedibile tratto pianeggiante tra due ertissime rampe. La motrice slittò, il cavo resisté con una disperazione più umana che metallica, il rimorchio coi suoi tre avventanti imbarcati sbandò a filo della ripa, si corresse, parve salvarsi, poi il cavo sfilò con un gemito orribile, il rimorchio derivò e ribaltò: nell'attimo dell'ultimo equilibrio due uomini si tuffarono dalla parte giusta, il terzo, l'oppositore di Johnny, tardò, saltò nella ripa, e la sponda del rimorchio gli atterrò sulla schiena. Gli uomini bussarono retoricamente all'ingraticciata finestrella della cabina, il pompiere frenò, procedé con una paurosa serpentina per qualche metro ancora. |