Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con pronunziare per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
- Non pronunziare, per gentilezza, più il mio nome e dimenticami.
- Alla TV ho sentito pronunziare un discorso talmente arzigogolato che non ho capito nulla.
- Che emozione domenica prossima quando sentirò mio figlio pronunziare il fatidico sì.
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Citazioni da opere letterarie |
I Viceré di Federico De Roberto (1894): Adesso, passato l'anno di prova, innanzi che il novizio potesse pronunziare i voti, bisognava che il Capitolo rinnovasse lo scrutinio. L'Abate, quantunque sicuro del fatto suo, pure trattava tutti con le molle d'oro, s'affidava a don Lodovico, gli esponeva le nuove ragioni che dovevano indurre i monaci a dire di sì.
Annalena Bilsini di Grazia Deledda (1927): Gina rabbrividì, come uno che si desta in un'atmosfera fredda: le parve di vedere i suoi figli già grandi, vestiti da borghesi, come il medico ed il veterinario che marciava in automobile, e si vergognò dei suoi sogni. Sentiva inoltre che Annalena le parlava così, veramente materna, per svegliarla e guarirla dal suo male, e le venne il desiderio di confessarsi a lei; ma non poté pronunziare una parola. Del resto, che doveva dire che l'altra non sapesse già? Sapeva tutto di tutti, Annalena, e se adesso le parlava così significava che la compativa e la perdonava.
La biondina di Marco Praga (1893): Ciò mi dà come una gran sicurezza, una gran fiducia. E questa sicurezza, questa fiducia, più ancora che la mia pratica di mondo e la quadratura della mia testa, mi impediranno di provare nessun tremito, nessuna commozione, nessuna titubanza, nel pronunziare il gran «si», e nell'attaccarmi al braccio di mio marito per tutta la vita. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per pronunziare |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: pronunciare, pronunziate. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: proni, prona, prone, prozia, prozie, prore, pruni, prua, prue, ponza, poni, pone, punire, punì, pure, pare, ronzi, ronzare, ronza, roar, runa, rune, rare, oziare, ozia, nunzie, unire. |
Parole contenute in "pronunziare" |
are, pro, zia, nunzi, nunzia, pronunzi, pronunzia. Contenute all'inverso: era, uno. |
Incastri |
Si può ottenere da prore e nunzia (PROnunziaRE). |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "pronunziare" si può ottenere dalle seguenti coppie: pronunziai/ire, pronunziamo/more. |
Usando "pronunziare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * areno = pronunzino; * remo = pronunziamo; * areate = pronunziate; * areato = pronunziato; * rendo = pronunziando; * resse = pronunziasse; * ressi = pronunziassi; * reste = pronunziaste; * resti = pronunziasti; * ressero = pronunziassero. |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "pronunziare" si può ottenere dalle seguenti coppie: prona/annunziare, pronunzierà/areare, pronunziato/otre. |
Usando "pronunziare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * erano = pronunzino; * ermo = pronunziamo; * erte = pronunziate; * erto = pronunziato. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "pronunziare" si può ottenere dalle seguenti coppie: pronunzia/area, pronunziate/areate, pronunziato/areato, pronunzino/areno, pronunziai/rei, pronunziamo/remo, pronunziando/rendo, pronunziasse/resse, pronunziassero/ressero, pronunziassi/ressi, pronunziaste/reste, pronunziasti/resti, pronunziate/rete. |
Usando "pronunziare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * more = pronunziamo. |
Sciarade e composizione |
"pronunziare" è formata da: pronunzi+are. |
Sciarade incatenate |
La parola "pronunziare" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: pronunzia+are. |
Intarsi e sciarade alterne |
"pronunziare" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: punire/ronza, punì/ronzare. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Profferire, Articolare, Pronunziare, Vocalizzare, Dire, Proferire - Profferire e proferire sono registrati nei vocabolarii senza differenza o distinzione alcuna, e nel senso di pronunziare e nel senso di esibire, tanto l'uno quanto l'altro; ma partendo da una certa analogia ortografica, non varrebbe meglio il fissare a profferire il senso di esibire, offrire, giacchè ha le due f come il suo affine, e a proferire il senso di pronunziare? questa è una delle opinioni che in questo libro vado via via emettendo, e nulla più; ma non mi sembra mancare di opportunità ora che si va modificando l'ortografia della lingua: il profferire così fatto e pronunciato sarebbe un offrire cerimonioso, come nella chiusa delle lettere: «le profferisco la mia servitù»: o un offrire prima che altri chieda, e quasi un preofferire. Proferire, se s'intende di parola, di vocabolo, vale mandarlo fuori chiaro e bene suonante, superando le difficoltà che possono essere nella sua pronunzia: se si tratta poi di frase, di promessa o d'altro che di simile, il proferirla vale un dirla solennemente: il sacerdote nel dire la messa proferisce le parole della consecrazione, e pronuzia più speditamente le altre. Pronunziare è quasi annunziare colla voce, cioè per mezzo delle parole la cosa che queste significano: ma si pronunciano parole che slegate fra di loro non hanno significato alcuno, e si pronunzia una sentenza; così i giudici dai loro tribunali. Articolare la parola è piegare bene la lingua a tutte le inflessioni di voce che quella richiede; vocalizzarla è fare sentire bene le vocali di cui consta: molti non puonno articolare perbene quelle parole ove s'incontrano delle s, dei t, delle r; il vocalizzare è più facile, perchè il suono delle vocali non è che una semplice emissione di fiato. Dire una cosa è esprimerla con parole; proferirla è dirla con una certa intenzione; pronunziarla è non ritenerla più in sè, e farla, volere o non volere, del pubblico dominio. La difficoltà della pronunzia può dipendere o da difetto organico o da mal vezzo preso da fanciullo; la ritenutezza nel proferire è figlia della prudenza o del pudore. [immagine] |
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