Naufraghi in porto di Grazia Deledda (1920): Soltanto gli dispiacque che Giovanna andasse a lavorare dai Dejas; egli sapeva della passione di Brontu, della domanda respinta, ed ebbe un primo indefinito senso di timore. Giovanna gli mandava tre lire entro la lettera, ed egli, pensando che forse quel denaro proveniva da casa Dejas, lo toccò con disgusto. Poi offrì due lire al re di picche, e credeva che il compatriota li rifiutasse; il compatriota le prese, dicendo che servivano per la persona che s'incaricava della corrispondenza clandestina.
Col fuoco non si scherza di Emilio De Marchi (1900): Cresti in vestito grigio sasso, colle uose grigie sulle scarpe gialle, lindo, ripicchiato, ingioiellato coi suoi due grossi diamanti allo sparato della camicia, con una cravatta verde ramarro, su cui faceva sangue una grossa goccia di corallo, fu pronto a riceverle ai piedi della scalinata. Agitando un enorme cappello alla panama, diede il benvenuto e corse a offrire il suo braccio a donna Vincenzina. Massimo offrì il suo a Matilde e preceduti da Flora entrarono nel luminoso salotto a terreno, dove trovarono acqua diacciata, succo di limone, piatti di uva e di fichi per un primo ristoro.
La Madonna d’Imbevera di Cesare Cantù (1878): Cipriano, in men tempo che noi ne consumammo a descriverla, recitò al tabernacolo la sua preghiera di cuore, offrì un soldo pei poveri morti, e tirò innanzi cantacchiando. Non erano molti anni che colà era stata dipinta quella immagine, e l'origine di essa si congiunge alla storia dei signori che qui sopra trovammo intesi alla caccia pel bosco: storia di sangue e di atrocità, come sono troppe fra le avventure ricordate di que' tempi. |