Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Tecla e Chiarina non trovavano in nessun posto Carlo Mottola e donna Maria di Miradois; salirono sul ponte di prora. Ivi non si ballava, la luce era più mite, le tende che lo coprivano, si muovevano a un principio di brezza notturna. Appoggiata alla ringhiera, come a un balcone, voltando le spalle alla gente, Felicetta Filomarino e Giovannella Sersale, piegavano la testa nell'ombra, guardando la fosforescenza del mare.
I Robinson Italiani di Emilio Salgari (1897): Il mondo alato si risvegliava sotto la brusca invasione della luce. In mezzo alle foglie degli alberi e dei cespugli ingemmati dalla rugiada notturna, svolazzavano a gruppi i più belli uccelli, le cui penne variopinte, a riflessi d'oro e d'argento o di rame, scintillavano vivamente sotto i primi sprazzi luminosi dell'astro diurno, sorgente sull'orizzonte.
L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): Aveva tutta l'aria d'esser fuggita di corsa dal suo letto, cacciata dallo spavento, così come si trovava: in sottabito, e senza scarpe. Ai piedi, aveva soltanto le sue solite calzine di lana tutte bucate, che soleva mettersi anche per dormire. E l'acconciatura notturna dei suoi capelli, tutti legati in un solo ciuffo in cima al capo, mi ricordava la coroncina di penne ricciute di cui vanno ornati certi uccelli tropicali. |