Monte Mario di Carlo Cassola (1973): Che non abbia ancora trovato la tua strada…“ “Sempre paroloni” disse Elena infastidita. S'interruppe per l'arrivo del caffè e del cappuccino, bevve una sorsata, accese una sigaretta: si vedeva che riusciva a stento a dominare il nervosismo. “La mia strada, come la chiami tu, devo trovarla da me. E quanto più mi sentirò libera nella scelta, tanto più potrò scegliere la strada giusta… Oh, ma basta con questa frase ridicola“ e si sforzò di ridere. ”Mi dispiace di averti dato quest'impressione, che ti voglia sorvegliare da lontano… Tu sei libera, io ho inteso sempre lasciarti libera…“ ”Già, ma ti preoccupi per me. Hai paura che commetta un passo falso…
Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): — Sì, buonasera, quali sono le condizioni del paziente? — insistette Mariani, senza celare il nervosismo con il quale attendeva la risposta. Il dottore si tolse il berrettino. — Sarò franco, sono critiche. Lo abbiamo preso appena in tempo, ma prima di quarantotto ore non posso sciogliere la prognosi. È arrivato in coma, e mentre lo stavano preparando per l'intervento ha subito un arresto cardiaco. Ora lo stiamo tenendo in coma farmacologico, per consentirgli un recupero in condizione di assoluto riposo, ma non posso assicurare che si risveglierà.
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Sbarbato e vestito di tutto punto - ma si sentiva ballare dentro alla troppo larga divisa - il maggiore Giovanni Drogo uscì dalla camera, si avviò per il corridoio che gli parve molto più lungo del solito. Luca stava al suo fianco, leggermente più indietro, pronto a sorreggerlo, perché vedeva come l'ufficiale stesse in piedi a fatica. Ora le ondate di vertigine ritornavano a sbalzi, ogni volta Drogo doveva fermarsi, appoggiandosi al muro. «Mi agito troppo, il solito nervosismo» pensò «nel complesso però mi sento meglio.» |