Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): «Beh. Addio. Vi ho annusati, però. Siete giornalisti. Razza equivoca» si allontanò il giovane imboccando il sentiero oltre i cespugli: «Porca tigre ti avessero dato in pasto ai serpenti. Vigliacca. Pancia marocchina. Ma stavolta ho vinto io.» Il bosco inghiottì la voce. «Caro, l'amico tuo» incuriosiva l'occhio di Walf. «Più o meno. Ce l'ha con la madre.» «Bello lui» liquidò Walf.
Carthago di Franco Forte (2009): «Mi ragguaglierai appena potremo stare un po' da soli» liquidò la faccenda Sempronio Longo, voltandosi poi verso gli altri presenti nella tenda: oltre a Publio c'erano i tribuni militari di tutte le legioni consolari, i centurioni primipili, i prefetti e persino due littori con le insegne di Tiberio Sempronio Longo. «A voi tutti chiedo di predisporre subito l'esercito perché formi una sola, formidabile macchina da guerra, che sarà mio compito e mio onore guidare nella battaglia vittoriosa contro i punici. Andate e cercate di armonizzare i legionari e gli alleati, evitando le solite scaramucce fra commilitoni.»
Il cappello del prete di Emilio De Marchi (1888): Prete Cirillo non perdette il suo tempo. Molte cose doveva prevedere e stabilire anche lui per sottrarsi senza dar sospetto alle persecuzioni che oggi non poteva più sopportare. Trovato Cruschello, liquidò molti conti, lasciandogli guadagnare più che non meritasse; ma dovette mostrarsi largo di mano per invogliarlo a pagare e far presto. Poi passò alla Cassa di Risparmio del Banco di San Giacomo e ritirò molte cartelle di rendita al portatore che aveva depositate per maggior sicurezza. Erano i frutti di una vecchia eredità e delle sue segrete speculazioni. |