Libertino, Scapato, Vizioso, Licenzioso - Libertino nell'uso presente è colui che vive secondo ciò che gli detta il capriccio, dandosi a ogni maniera di sollazzi, anche immorali. - Scapato si chiama quel giovane, che, trascurando lo studio e non pensando a farsi uno stato, pensa solo a divertirsi, e a far vita allegra e spensierata. - Vizioso è colui che, per abito, e per corruzione di costumi, si ingolfa nelle disslutezze, nelle crapule, nel giuoco, e simili. - Licenzioso è chi fa licito del libito senza curare vergogna, decenza, onestà. [immagine] |
Licenzioso - Agg. Che usa licenza, Dissoluto, Sfrenato. In Quintil. – Buon. Fier. 2. 4. 4. (C) Che noi siam licenziosi, Arditi, soprastanti, vïolenti. Varch. Err. Giov. 26. Chiamando tirannia quello stato che era tenuto libero, sebbene era più licenzioso del dovere. Salvin. Disc. 3. 156. Direi loro ciò, che de' preziosi olii ed odorati unguenti contro a' licenziosi giovani disse il morbido e delicato filosofo Aristippo. Varch. Stor. 4. 84. (Man.) La cagion dell'odio… fu, oltra l'essere egli licenzioso della lingua, e di vita non molto onesta,… quell'opera ch'egli compose. [Tor.] Dat. P. e P. 62. Non avendo gli uomini maggiore inimico che la troppa prosperità, perchè gli fa impazienti di se medesimi, licenziosi ed arditi al male, e cupidi di turbare il ben proprio con le cose nuove. T. Giov. Gell. Vit. Alf. 125. Se bene… e' si rodesse della ingiuria d'un sì licenzioso fatto, non istituì però o deliberò cosa alcuna più severa che il giusto.
2. T. In senso mor. Vivere licenzioso. – Costumi licenziosi. – Parole, Sguardi.
3. Per Capriccioso. Fir. As. 271. (C) E così la licenziosa fortuna le robe d'una sola casa, con gran fatica in lungo spazio insieme ragunate, ella disgregò in piccol tempo nell'arbitrio d'infinite persone.
4. Parlandosi di scrittori, o di artisti, o di produzioni dell'ingegno, vale Che esce delle regole co. munemente accettate. [Cont.] Serlio, Arch. III. 43. Ma la cornice dorica, quantunque ella sia ricchissima di membri e ben lavorata; nondimeno io la trovai molto lontana dalla dottrina di Vitruvio, e assai licen-ziosa di membri. E 48 v Le cornici qui a canto ziosa di membri. E 48 v Le cornici qui a canto furono trovate al foro transitorio in Roma, quella segnata A, è molto modesta per cornice corintia senza modiglioni, quella segnata B è alquanto più licenziosa, per essere i due membri d'una istessa natura. = Varch. Ercol. 2. 172. (Gh.) Piacciavi farmi avvertito quali sono quelli affissi che.. diceste essere parte poco regolati, e parte troppo licenziosi. Vasar. Vit. 1. 251. in principio. L'ordine composto, se ben Vitruvio non ne ha fatto menzione, non facendo egli conto d'altro che dell'opera dorica, jonica, corintia e toscana, tenendo troppo licenziosi coloro, che, pigliando di tutti quattro quelli ordini, ne facessero corpi che rappresentassero piuttosto mostri, che uomini, per averlo nondimeno costumato i Romani, e ad imitazione i moderni, non mancherò… di dichiarare e formare il corpo di questa proporzione di fabrica ancora. Bemb. Pros. 1. 70. (Fanf.) Mescolate ultimamente sono qualunque rime, ed in parte legge hanno, et d'altra parte sono licentiose.
T. Stile, Maniera licenziosa, di scrittore o d'artista, non quanto al costume, ma nel non rispettare quelle norme di convenienza che sono condizione del bello.
5. Per Corrivo. Segn. Stor. 13. (Man.) Ancora da certi troppo licenziosi dell'imputare altrui, gli fu attribuito a intemperanza.
6. Parlando di cosa inanimata vale Che è cagione di licenza, di sfrenatezza, o dissolutezza. Fir. Rag. 138. (C) Metteremo in campo alcuni ragionamenti così piacevoli, che a noi non si disconvengano, che donne semo, e a voi uomini non paja che 'l troppo licenzioso vino gli abbia insegnati.
7. Fig. Detto di cosa inanimata vale Che non ha ritegno. Ar. Fur. 27. 24. (M.) Come quando si dá fuoco alla mina, Pel lungo solco della negra polve, Licenzïosa fiamma arde e cammina, Sicchè occhio appena dietro se ne volve. Segr. Fior. pr. 23. (M.) Crescendo poi (il fiume), o egli anderebbe per un canale, o l'impeto suo non sarebbe sì licenzioso, nè sì dannoso.
8. Detto del ridere vale Beffardo, e sim. Fir. As. 139. (M.) Con un licenzioso riso (come in Orazio: Perfidum ridens Venus). |