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Pietre 03 | Un giardino geometrico | alla Badia di Coltibuono |
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Informazioni di base |
La parola labirinto è formata da nove lettere, quattro vocali e cinque consonanti. Divisione in sillabe: la-bi-rìn-to. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Al Polo Australe in velocipede di Emilio Salgari (1895): La Stella Polare, percorso il canale, s'addentrò in mezzo ad un vero labirinto d'isole, d'isolotti e di scogliere, passando successivamente dinanzi a Borbon, Salvas, Kermolinas, Swan, Peble, Lively, ecc., poi uscì in pieno mare, filando parallelamente alla costa patagone, ma a tale distanza che quella terra appariva visibile come una leggiera sfumatura. Colombi e sparvieri di Grazia Deledda (1912): Corsi di qua e di là, balzai sulle roccie, m'inerpicai su per un sentieruolo. Si faceva buio. Finalmente scorsi il cavallo in una piccola radura chiusa da un gruppo di macigni simile ad un castello diroccato; mentre attraversavo quel labirinto di pietre vidi un vecchio seduto davanti a un fuoco acceso in una specie di focolare scavato nella roccia. Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Tutte le cose vivevano nella felicità della luce; i colli parevano avvolti in un velario diafano d'argento, scossi da un agile fremito; il mare pareva attraversato da riviere di latte, da fiumi di cristallo, da ruscelli di smeraldi, da mille vene che formavano come il mobile intrico d'un labirinto liquido. Un senso di letizia nuziale e di grazia religiosa emanava dalla concordia del mare, del cielo e della terra. |
Libri |
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Titoli di Film |
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Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Laberinto - Grande edifizio, di cui è difficile trovare l'uscita. Gli antichi ne menzionano quattro famosi, di cui il primo per tutti i rapporti è il laberìnto di Egitto. Era costruito un poco al disotto dal lago Moeri, vicino ad Arsinoe detta altrimenti la citta' dei coccodrilli.
Secondo Pomponio Mela, che ne dà una breve descrizione, quel laberìnto conteneva tremila stanze e dodici palazzi in un solo recinto di muri. Presentava una sola scesa, in fondo alla quale erano fatte internamente molte strade per cui si passava su e giù con mille rigiri e andirivieni, che ponevano nella massima incertezza, giacchè vi ritrovavate spesso nello stesso luogo, talmente che dopo grandi fatiche si tornava al medesimo punto d'onde si era partiti, senza sapere come togliersi d'impaccio. Erodoto, che avea veduto co' propri occhi quel celebre laberinto quando era intero ed in tutta la sua bellezza, spiega il fatto osservando che la metà dell'edifizio era sotto terra e metà sopra. - Paolo Luca ne vide gli avanzi al principio del secolo scorso. — La storia non dice qual principe lo fece costruire né in qual tempo; Pomponio Mela ne ascrive la gloria a Psammetico, e Plinio a parecchi re. Il laberinto dell'isola di Creta comparve sotto il regno di Minosse. Plinio dice che quantunque fosse stato costruito da Dedalo sul modello di quello d'Egitto, non lo imitava tampoco nella centesima parte, e che pur non ostante conteneva tal numero di andirivieni da non potersene trovare l'uscita. Quello dell'isola di Lenno, secondo Plinio, era simile all'altro di Creta per la confusione delle strade. Era lavoro degli architetti Zoillo, Rodo e Teodoro da Lenno. Se ne vedevano tuttavia le vestigia ai tempi di Plinio stesso. Il laberinto d'Italia fu fabbricato sotto la città di Clusium, da Porsenna re d'Etruria, che volle farsene una tomba magnifica e procacciare all'Italia la gloria di avere in questo genere sorpassato la vanità dei re stranieri. A tempo di Plinio nulla più rimaneva di questo monumento. [immagine] |
Dizionario compendiato di antichità del 1821/1822 |
Laberinto - Gli Antichi parlano con ammirazione dei due famosi Laberinti d'Egitto, e di Creta. Quello di Egitto era una magnifica riunione di dodici Palazzi regolarmente disposti, e che comunicavano insieme. Millecinquecento stanze tramezzate da terrazze si estendevano intorno a dodici Sale, che non permettevan d'uscire a coloro, i quali s'impegnavano a visitarle. Vi era altrettanto di fabbricato in sotterranei destinati alla Sepoltura dei Re, ed a servire come di Tempj ai Coccodrilli Sacri, che il Popolo riguardava come Dei, nutrendoli con molta premura. Per imprendere la visita di dette stanze e sale del Laberinto era d'uopo avere la precauzione medesima, che Arianna suggerì a Teseo allorchè fu obbligato ad andare a combattere il Minotauro nel Laberinto di Creta, di cui Virgilio dà un'idea con tal paragone. «Come altre volte, dice questo Poeta, il famoso Laberinto di Creta con le sue oscure vie, e con mille giri ambigui smarriva senza speranza di ritrovarsi coloro, che vi s'impegnavano ec.» Ed altrove: «Vi si trovavano le oblique vie ed i giri inestricabili del Laberinto, da cui a Dedalo, commosso dalla morte di Arianna, salvò Teseo con un filo, che guidò tutti i suoi passi».
A qualche distanza dal luogo, ov'era Memfi, trovasi un vasto Sotterraneo detto il Laberinto degli Uccelli. Vi si penetra da un'apertura presso a poco simile a quella delle Tombe ordinarie; ma allorchè si avanza nell'interno di questo luogo vi si trovano lunghe strade comunicantisi le una coll'altre, e si estendono da tutte le parti. È un Laberinto praticato nel sasso vivo a forza di scarpello, e non vi si cammina che con un filo per non ismarrirsi. I due lati sono coperti da piccole nicchie e da vasi di terra, che rinchiudono ogni sorte di uccelli imbalsamati. Benchè vadano in polvere subito che vi si stende la mano, la loro piuma peraltro conserva sempre la varietà e vivacità de' colori. Ciò che fa stupire in questo Laberinto, oltre alla lunghezza del tempo che sarà occorso per iscavarlo nel sasso, si è che tutta la materia statane tratta deve esser passata dall'apertura, che serve come si è detto d'ingresso; giacchè quello è il sol punto, da cui siasi potuta trasportare al di fuori. |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Laberinto e Labirinto - S. m. Gr. Λαβύρινθος. Luogo pieno di vie tanto dubbie, e tanto intrigate, che chi v' entra non trova modo a uscire. Più com. nella ling. parl. Laberinto. – Lat. aureo Labyrinthus. Bocc. Vis. 22. (C) Io, che andava avanti riguardando, Vidi quivi Teseo nel laberinto Al Minotauro orribile e nefando. But. Inf. 12. 1. Fecevi molte pareti con molti usci, che tutti aprivano in dentro, e molti andirivieni, e pose nell'entrata molte immagini, che facevano grande paura a chi v'entrava…, e chiamossi questa prigione laberinto. Ovid. Pist. 28. Era posto in una prigione fatta a giravolte, la quale si chiamava laberinto. Tass. Ger. 16. 35. Ed affrettò il partire, e della torta Confusïone uscì del laberinto. Bern. Orl. 3. 7. 58. Tagliando intorno va quei laberinti. Serd. Stor. 1. 51. Vi sono, oltre a questo, tanti sboccamenti di strade che entrano una nell'altra, che a guisa di laberinto fanno smarrire e aggirarsi i non pratichi.
2. Oggi diconsi propriamente Laberinti i Piccoli boschetti tagliati in vialetti intricati per ornamento delle ville. Baldin. Voc. Dis. (Mt.) Laberinto, Edifizio… Fannosene per bizzarria di questi edifizi ne' giardini, spartendo le vie, invece di muraglie, con piante. [Cont.] Sod. Arb. 251. Dentro i giardini in qualche separato luogo si possono accomodare i laberinti con strade ritorte, ed in investigabili, coperte e scoperte, basse ed alte sì che altri non ne scorga il fine, e sia costretto ad avvilupparvisi dentro primachè vi ritrovi il bandolo di venirne a fine. 3. [G.M.] I nostri ragazzi, al giuoco dell'oca, chiamano Laberinto la Casellina segnata col numero 42, dove è a qualche modo dipinto un laberinto. Movendo da questo numero, e tirando otto co' dadi, si rinnoca, e s'arriva alla casellina della morte; laddove, tirando dodici, si vince il giuoco. E però dicono: Laberinto; Otto morto, e dodici vinto. 4. Trasl. Imbroglio, Intrigo, Inviluppo, Confusione grande e malagevole a sbrigarsene. Lab. 66. (C) E però dianzi lo chiamai laberinto, perchè così in essa gli uomini, come in quello già facevano, senza saper mai riuscire, s'avviluppano. Petr. Son. 176. Sull'ora prima, il dì sesto d'aprile, Nel laberinto entrai; nè veggio ond'esca. E 188. S'un lungo errore in cieco laberinto,… Ambr. Cof. 1. 1. Perciocchè ritrovandomi lo in un gran laberinto, nè avendovi Altro rimedio… Lor. Med. Arid. 1. 4. Ma se non fosse Erminio…, io entrerei appunto in questo laberinto. Varch. Ercol. 27. O voi mi cavate di questo laberinto voi, o voi mi porgete lo spago, mediante il quale possa uscirne da me. T. Menz. Sat. 118. Ahimè, che importa far de' sacrifizzi, Zuppa agli Dei,… E un viso aver che l'antimonio schizzi? Se tu t'aggiri in cieco laberinto…, e se tu sai Come al di dentro sei macchiato e tinto. 5. (Anat.) Per simil. si appella Laberinto un Luogo dell'interna cavita dell'orecchio degli animali. (C) E detto generalmente di talune parti del corpo, o sim., ove siavi gran quantità di canali, ecc., che s'incrocicchiano. Red. nel. Diz. di A. Pasta. (Mt.) Tutti questi tre ascessi… si comunicano scambievolmente l'uno coll'altro con segreti e profondi canali e laberinti. 6. Per simil. parlandosi d'acque correnti, e di strade, vale Giravolta, Serpeggiamento, Andirivieni. Ar. Fur. 13. 42. (M.) Fuggì piangendo, e con le mani ai crini Per selve e boscherecci labirinti. Chiabr. Rim. 2. 351. Dunque presso quest'onde che con bei labirinti Trascorrono il sentiero, Che verrammi in pensiero? E 3. 103. Per le liquide vie fan laberinti. [T.] Senso pr. Car. En. 5. 831. Per le molte intricate e cieche strade Del laberinto. Fig. T. Dell'orecchio. Cr. alla voc. COCLEA: Cavità dell'orecchio, in cui, con un suo angusto forame, mette capo il labirinto, ed è così detta perchè somiglia a un certo modo a una chiocciola. – Altra fig. Laberinto di canali e paludi. Trasl. T. Laberinti di falsità. Laberinto di questioni. – Laberinto di conti. – Salvin. Disc. 2. 76. Un intrigatissimo laberinto di frivolissime ciancie (de' poeti mitologi. Non bello). T. Modi com. ai sensi not. Laberinto inestricabile. È in Virg. – Entrare nel… Perdersi in un… Uscire del… |
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