Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro (1896): Nel cassettone profumato d'ireos tutto era disposto con la particolare eleganza dell'ordine fatto da uno spirito intelligente; e nessuno vi metteva le mani tranne lui. Invece le sedie, lo scrittoio, il piano erano tanto disordinatamente ingombri che pareva esser passato per le due finestre della camera un uragano di libri e di carte. Certi volumi di giurisprudenza dormivano sotto un dito di polvere, e non una foglia della piccola gardenia in vaso, sul davanzale della finestra di levante, ne aveva un atomo solo. Questi eran già sufficienti indizi, là dentro, del bizzarro governo d'un poeta. Un'occhiata ai libri e alle carte ne avrebbe fornite le prove.
L'appuntamento di Ada Negri (1917): Il bel signore che le sedeva accanto e le cingeva la vita — il suo amante — l'accarezzava, tuttavia, con mani che sapevan di lavanda e d'ireos; e il suo respiro ricordava il fumo della sigaretta. Ma lo conosceva, poi?... Non lo aveva veduto che poche volte, non le era noto, di lui, che il nome. Viaggiava per affari, era scapolo.... Altro?... Nulla.
Arabella di Emilio De Marchi (1888): Era vestita d'un lungo soprabito di velluto con orli e risvolti di pelliccia, con un cappello di mezzo lutto guarnito di nastri violetti, che scendevano a fasciarle le fattezze delicate del volto. Teneva le mani in un piccolo manicotto d'un pelo lungo e floscio, che premeva sul grembo. Entrò col respiro un po' affaticato (essa era già sui due mesi) portando in dell'aria ottenebrata e pregna dell'acre odore della muffa e dell'inchiostro un delicato profumo di ireos... |