Il libro delle vergini di Gabriele D'Annunzio (1884): Tutti li ardori e le cupidige della giovinezza parvero ridestarsi d'un tratto nel sangue di lui, come a una musica di battaglia e di vittoria, e rigerminare con nuova violenza. Gli parve di sentire in tutte le membra come un crepitio d'involucri spezzati e di gemme rompenti, sotto la grandine allegra di quelle risa e di que' ritornelli.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Un'alba rosea, meravigliosa. Lungo la costa sorrentina bagliori d'oro sopra fasce azzurre, il Vesuvio verdissimo contro sfondo color fragola emette timide nuvolette bianche, quasi temesse di sporcare il cielo che sta sbocciando, turchino, da involucri rosa, gialli, viola. E Napoli splende, rosea e d'oro essa pure. Verso il ponte della Maddalena, invece, una brutta colonna di fumo nero, percorsa da scintille.
La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): Brandani pensa che le hostess siano solo bucce di donne che non ci sono più, che sono andate altrove, oppure sono morte, involucri come conchiglie senza più mollusco, magari belle, ma vuote. Oppure femmine con dentro un paguro, al posto dell'anima originaria. Questo perché, per quel che ne sa – ne ha conosciute un paio, anni fa, una del-le quali con grandi tette della consistenza del budino Elah – nell'hostess in pausa o in vacanza non ricompare una donna intera, ma solo una parvenza. |