Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Sua madre disse che aveva visto Ettore nel nugolo dei partigiani ma che lui non aveva notato lei. - É nella tua squadra? - No, vive vicinissimo a me. - Come, non siete insieme? - indagò, rampognò lei. - Avete avuto a che dire, per esser separati? - No, anzi… ma nei partigiani noi vediamo le cose molto diversamente, viviamo molto differentemente da… prima. Ma ci metteremo insieme, Ettore ed io, prima di molto -. Gli occhi di lei saettarono: - Johnny, mica sei garibaldino? - Johnny rise di no. - Chi è il tuo capo? - Nord. - Bene. Se ne parla moltissimo. - Hai visto che bellissimo uomo? - No, ma l'ho sentito da tutte le altre.
Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): «Come sta la vecchia guercia» indagò Bibì. «Non so. Ho sonno. Sarà il clima» rispose Arp. «Italioti, fratelli, popol mio» fu il grido del Grangiuán già assiso sulla sua scarsa porzione di panca. Il Neckarstadion di Stoccarda fioriva di bandiere, invocazioni e tumultuanti risate. L'erba pareva un tessuto di fil di ferro sotto il cielo incolore del tramonto. Lo striscione pubblicitario trascinato dall'ultimo minuscolo aereo risultò illeggibile.
La novella del buon vecchio e della bella fanciulla di Italo Svevo (1929): In mezzo alle cure che riempivano la sua mattina egli che non poteva liberarsi dal ricordo dell'avventura notturna ebbe un'ispirazione: fra il ragazzo atterrato e battuto e la fanciulla del sogno che come un automa offriva la propria bellezza esisteva un'analogia. — E fra me e l'ubbriaco? — indagò il vecchio. Volle sorridere al paragone impossibile. Poi pensò: — Posso tuttavia riparare beneficandola e istruendola meglio. |